L’America, la ricerca della felicità di Margherita Sarfatti

Torna in libreria L’ America, ricerca della felicità di Margherita Sarfatti, donna, intellettuale dalla mente colta, curiosa e dinamica in un’epoca, siamo nell’Italia degli anni Venti-Trenta del 1900, dove non era abitudine così diffusa avere figure del gentil sesso intraprendenti. Nel 1934 Margherita Sarfatti fece un lungo viaggio negli Stati Uniti d’America trasformandolo poi in un saggio che oggi possiamo leggere grazie alla nuova stampa fatta da Liberilibri, con la prefazione di Pietrangelo Buttafuoco.

Quello che colpisce di questo reportage è il ritmo incalzante della narrazione, che riproduce, un po’ alla maniera Futurista, quel senso di movimento e frenesia tipico di ieri, e ancora più di oggi, delle metropoli americane. Non solo, perché dal momento in cui la Sarfatti mise piede sul transatlantico Rex diretto a di New York, l’autrice ci fa fare tappa a Chicago, Washington, Miami e Los Angeles nel perfetto dedalo di vie (avenue) rigorosamente geometriche e ordinate.
Tanti luoghi narrati, che restituiscono una visione, anzi un ritratto completo della società americana degli anni Trenta, dove non solo tutto era veloce, ma era anche incredibilmente gigante. Non manca lo spazio dedicato agli usi e costumi americani, al modo di parlare degli italoamericani, alle riflessioni sul fatto che gli Stati Uniti fossero sì un paese dal passato recente, ma con tradizioni antiche, le proprie autoctone e quelle dei tanti popoli giunti dal resto del mondo con il logo background familiare e culturale.
Presenti i tanti monumenti che si possono visitare e vedere scorrazzando da una città all’altra, magari trovando lo spazio – e in queste pagine c’è - anche per una riflessione sul ruolo della donna nella società e in famiglia tra gli USA, l’Europa e l’Italia.

L’America, ricerca della felicità è un saggio travolgente che ci mostra l’intellettuale veneziana in visita alla Casa Bianca dove la accolsero Eleanor Roosevelt e il Presidente stesso, con il quale sembra la Sarfatti abbia avuto un colloquio privato.
Nel libro però ci sono pure i tanti incontri, le ospitate alla NBC dove l’autrice cercò di spiegare il Fascismo e la serie di conferenze sull’arte che la donna di cultura italiana tenne durante il suo viaggio che durò parecchi mesi.
Quel vedere la modernità non solo nello stile di vita, ma anche negli edifici, e per la Sarfatti l’Empire State Building con i suoi 381 metri di altezza e 33 metri di fondamenta, la rappresentava, lasciò in lei un segno e un’attrazione indelebili.

Margherita Sarfatti ebbe un ruolo incisivo in ambito artistico culturale in Italia e anche il suo rapporto con Mussolini, permise al Duce stesso di avere dalla scrittrice un aiuto per la propria affermazione. La Sarfatti, tornata dal viaggio, era così appassionata e conquistata dagli USA che cercò di convincere Mussolini a spostare le sue alleanze verso la bandiera a stelle e strisce, ma sappiamo bene quello che accadde. L’avvicinamento a Hitler portò anche in Italia le leggi razziali e con esse, il rapporto tra la Sarfatti, che era di fede ebraica e si convertì al cattolicesimo nel 1928, e Mussolini andò sempre più deteriorandosi, fino alla fine completa dissoluzione. Margherita Sarfatti lasciò l’Italia per un esilio volontario che la portò in giro per il mondo con il ritorno in Italia solo nel 1947, a guerra finita e con la democrazia.

L’ America, ricerca della felicità non ebbe vita facile, perché una volta pubblicato da Mondadori, nel 1937 venne ritirato dal commercio e mai ristampato fino ad oggi. Un ritorno, quello di L’ America, ricerca della felicità che ci porta dentro a un mondo, quello americano, indagato a fondo dalla Sarfatti che vide nel “sogno americano” e in quel self-made man un punto di riferimento costante da osservare e dal quale ripartire sempre per un nuovo domani.