Io, Dora Maar. La mia passione per Picasso
- Autore: Nicole Avril
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
Il romanzo di Nicole Avril Io, Dora Maar (Angelo Colla Editore, traduzione di Marco Cavalli) non aggiunge e non toglie nulla alla figura di Picasso: lui è un dio e tale rimane.
Tu eri il bambino che scopre il mondo che ha creato con il suo sguardo.
Non ho mai voluto fotografarti quando dormivi. Sarebbe stato un delitto e una profanazione.
La storia è focalizzata sul significato esistenziale di Dora Maar, inchiodata al corpo amato come uno schiavo alla croce.
Dora Maar si dedicò anima e corpo al suo padrone Picasso; quando poi rimarrà sola (e lo sarà fino alla morte) preserverà la sua vita nella sussistenza amorosa, ma non sarà un banale vivere di ricordi. Dotata com’era di una sensibilità medianica porterà a termine i suoi giorni nel presagio dell’uomo che continuò ad amare. Dal giorno in cui non fu più la donna di Picasso, passando attraverso disturbi psichici e affanno religioso, la sua vita sfumò totalmente nel sentimento dell’abbandono. La bellezza della Parigi degli artisti con il loro mondo di luce, la giovinezza dell’estate a Mougins, carica di cielo e di mare, e così tutta la sua vita antecedente fu cementata nella sofferenza. Un monotono che la Avril restituisce attraverso una serie di scatti che ritraggono e sublimano la donna.
L’orgoglio mi proibisce di essere gelosa. Sono capace di amare solo qualcuno il cui amore mi renda unica. Non voglio essere la sola. Esigo di essere l’unica. Orgoglio. Divino orgoglio.
Nicole Avril non è una guardona, il suo è uno sguardo timido ma non per questo rinunciatario, non va a sfruculiare nella vita dei due amanti, vuole catturare l’occhio di Dora Maar quando si frappose con l’obiettivo della macchina fotografica fra il genio e la creazione di Guernica.
L’autrice, già nota per aver interpretato la principessa Sissi, è in comunione con la musa più famosa di Picasso, colui che tracciò una riga netta fra il prima e il dopo (un avanti Picasso e un dopo Picasso), genio instancabile e invulnerabile, proiettato verso l’avvenire unico in grado di deflagrare la realtà e ricomporla secondo la sua visione. L’arte di Picasso è una voragine aperta che tritura il sentire del mondo per ricrearlo.
E in questo mulinare Dora Maar si lasciò andare godendo pienamente del processo creativo di cui in qualche modo fece parte: non fu semplice musa, divenne Galatea. Tuttavia nella strada della bellissima fotografa non c’era nessun Pigmalione ad aspettarla ma un Minotauro che la sbranò poco per volta, ne bevve gli umori, le succhiò il midollo.
iI potere di seduzione di Picasso raggiunge il colmo quando lui tace. Sa ascoltare e insaziabile, vi sugge dagli occhi fino all’anima
La scrittura fluisce composta e gli eccessi sono interpretati con coraggio senza sbordare.
Nicole Avril Avril dà vita a una figura di donna carnale, non vergine, non madre.
Libera al punto di poter smettere di aggrapparsi a se stessa. Unica.
Fiera di cavalcare senza staffe perché sa dove andare
Dora Maar sceglie di non dare stirpe al suo immenso amore per Pablo Picasso e nel capitolo finale trionfa.
Siamo tu ed io. Il nostro amore è esistito. Era impossibile.
Una donna altera che non fu subalterna al genio; Dora Maar acquisì una posizione di alterità rispetto a Pablo Picasso sopravvivendogli. Un PicaMaar, un amore futuribile.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Io, Dora Maar. La mia passione per Picasso
Lascia il tuo commento