In poco tempo Quando le montagne cantano (Nord, 2021; trad. Francesca Toticchi) ha raggiunto le centomila copie vendute e se questo piccolo miracolo è accaduto è solo grazie all’intensa e commovente storia di tre protagoniste che in modo differente hanno saputo incarnare al meglio il complesso e delicato contesto della passata guerra in Vietnam, colto in tutte le sue implicazioni e sfaccettature.
Un affresco di vita doloroso ma necessario, crudo e poetico al contempo, una tela bianca sulla quale riversare potenti e suggestive pennellate di colore capaci di riscrivere la Storia unicamente in nome della verità.
Si è raccontata per noi in questa mia intervista, rivelando il suo animo nobile, dalla profonda empatia...
La scrittrice ha risposto ad alcune domande:
- Le andrebbe di raccontarci l’istante in cui ha compreso che per lei era giunto il momento di raccontare nero su bianco questa storia? Quando è scattato in lei il bisogno di condividerla con gli altri?
Grazie per l’onore di questa intervista e mi dispiace che abbia dovuto aspettare mesi per la mia risposta. Ho appena terminato un lungo tour letterario negli Stati Uniti e nel Regno Unito e per questo sono molto grata di aver incontrato così tanti lettori meravigliosi. Ho avuto anche la possibilità di visitare l’Italia quest’estate per diverse letture a Senigallia, Cesena, Milano e Como. È stato semplicemente fantastico, uno tra i momenti salienti del mio viaggio editoriale. Mi ci sono voluti sette anni per scrivere questo romanzo, una vita di ricerca, e visto tutto l’amore dei lettori di tutto il mondo posso finalmente dire che ne è valsa la pena. Volevo scrivere questa storia da bambina, per poter avere una nonna. All’inizio fu solo un’idea vaga, ma gradualmente è diventata più chiara con il passare del tempo, specialmente quando ho notato che poca letteratura proveniente dal Vietnam è stata pubblicata a livello internazionale.
- I temi affrontati in questo coinvolgente romanzo sono indubbiamente forti, d’impatto, a tratti sanno rivelarsi crudi, e in altri momenti, molto delicati e toccanti; non deve essere stato facile condurre la stesura di questa storia, per lei una grande responsabilità... cosa ha provato nel profondo, mentre la trascriveva? Quali stati d’animo, emozioni e sensazioni l’hanno accompagnata in quel periodo?
Grazie per la compassione che nutre per il mio romanzo e per i miei personaggi. Producevo film un tempo e un giorno un regista mi disse: "Non puoi fare un buon film se le mani non tremano dietro una macchina da presa". Per scrivere questa storia non mi tremavano soltanto le mani, ma anche il cuore. Sentivo il desiderio, l’angoscia, l’amore, il dolore, la speranza... di ogni mio singolo personaggio. Ho vissuto e respirato con i miei personaggi durante i sette anni in cui ho lavorato al libro, e tuttora sono vivi in me. Gli eventi e i personaggi del libro sono ispirati a persone e vicissitudini della vita reale, quindi ogni cosa sembra molto realistica.
- Quando le montagne cantano, un titolo davvero suggestivo ed evocativo. Lei ritiene che la Natura in sé abbia un ruolo "chiave" importante nella vita dell’uomo, che possa plasmarlo e completarlo? Crede che il paesaggio circostante abbia sempre una "voce" tutta sua, un suo potere intrinseco in grado di guidarlo e influenzarlo nelle scelte da compiere, al di là del destino?
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Grazie per questa domanda perspicace. Nonna Diệu Lan ha detto in questo romanzo:
"Quando gli esseri umani ci deludono, la natura ci aiuta a salvarci"
. La natura ha un ruolo chiave nella vita degli esseri umani. Il nostro cibo, le medicine, i mezzi di sostentamento provengono dalla natura, ma purtroppo non la rispettiamo abbastanza. Sì, la natura ha una voce propria, un suo potere, e decide il nostro destino. Dovremmo ascoltarla di più e vivere maggiormente in armonia con essa. Nel mio libro ho evidenziato la devastazione delle guerre e dei conflitti sulla natura, ad esempio, l’uso dell’Agente Orange da parte dell’esercito americano, che ha devastato gran parte della natura del Vietnam durante la guerra.
- Il tratteggio delle figure femminili di questa commovente storia è sicuramente palpabile e di spessore, pagina dopo pagina, domina incontrastato rispetto al ruolo dei personaggi maschili, seppur non meno importante; di quali valori, principi e messaggi sono portatrici le protagoniste?
Il mio romanzo è raccontato attraverso le voci di nonna Diệu Lan e sua nipote Hương. Questi due personaggi femminili rappresentano generazioni di donne vietnamite che non hanno altra scelta se non quella di essere i pilastri delle loro famiglie e dell’intera comunità. Svolgono questi ruoli importanti con orgoglio e responsabilità e vogliono trasmettere le lezioni imparate alle prossime generazioni. Ci mostrano come le storie delle donne meritano di essere ascoltate e rispettate. Queste ultime possono aggiungere alla letteratura dimensioni diverse rispetto a quelle raccontate dagli uomini: ad esempio, il nostro rapporto con la natura, le nostre visioni del mondo e le nostre relazioni familiari.
Era tornata, ma in realtà non lo era. La guerra le aveva fatto dimenticare che ero sua figlia.
- Esiste un passaggio del romanzo in cui si afferma il concetto di una Storia in parte volutamente "riscritta", la quale non sempre rispecchia la verità... una verità, tuttavia, depositata comunque nella memoria delle persone. Ritiene che attraverso la narrazione e la condivisione dei ricordi della gente si possa in qualche modo "rendere giustizia" fino in fondo? Quanto è fondamentale per lei la ricerca e il raggiungimento di una verità tanto storica, nei fatti e nei gesti, quanto più personale, psicologica ed emotiva?
La verità non è mai in bianco e nero. La verità è complicata e può cambiare a seconda della prospettiva o delle esperienze di una persona. Quello che vorrei mostrare attraverso il mio romanzo è l’impatto degli eventi storici sulla vita dei cittadini normali e la devastazione di guerre e conflitti nell’arco di diverse generazioni, così come la necessità per tutti noi di lavorare per la pace. Quello che mi prefiggo con la mia scrittura è poter onorare i ricordi delle persone e le loro diverse prospettive. Credo nella necessità di ascoltare prospettive differenti perché ascoltando gli altri arricchiamo la nostra comprensione della Storia e del mondo.
Non volevo raccontarti della sua morte, ma io e te abbiamo visto abbastanza distruzione e violenza da sapere che c’è solo un modo per parlare della guerra: onestamente. Soltanto con l’onestà, possiamo conoscere la verità.
- Oltre a essere una giornalista, sappiamo che è una poetessa. Nella sua opera sono rintracciabili brevi passaggi connaturati da una lieve forma di lirismo, che se da un lato funge da forte contrasto con l’asprezza e la crudezza di alcuni passaggi narrativi, dall’altro, al contempo, risulta efficace nell’impreziosire la narrazione, rendendola più "gentile", "morbida". Concorda con me sul fatto che il lirismo a cui è ricorsa possa aver donato maggior valore e significato alla storia raccontata e aver lasciato un’impronta più profonda e incisiva nei messaggi sottesi al testo?
Il mio percorso di scrittrice è iniziato tempo prima con la poesia. Ho scritto e pubblicato centinaia di poesie e questo romanzo è la più grande poesia che abbia mai scritto per la mia patria. È un compito davvero emozionante e gioioso poter infondere poesia nel mio romanzo, bilanciare l’orrore con quest’ultima, dimostrare la bellezza della lingua vietnamita.
Quando c’è una guerra, le persone sono solo foglie che cadono a migliaia, a milioni, a causa dell’imperversare della tempesta.
- Sappiamo che è recentemente rientrata da un lungo tour negli Stati Uniti d’America che l’ha vista impegnata nella promozione del suo libro. Ha voglia di raccontarci quali riflessioni ha maturato e quali emozioni e sensazioni ha provato durante gli incontri con il suo pubblico di lettori? Ricorda un evento in particolare, legato a uno dei firmacopie del tour, che l’ha colpita piacevolmente?
Ho avuto il privilegio di incontrare lettori in più di 20 città in Italia, Stati Uniti e Regno Unito. Ogni evento è stato speciale e memorabile. Il fatto che il mio editore e gli organizzatori abbiano potuto organizzare tali eventi durante la pandemia di Covid la dice lunga sul loro duro lavoro e sul loro gentile supporto. Il fatto che i lettori siano venuti a trovarmi è un’esperienza profondamente commovente. Colgo l’occasione ancora una volta per ringraziare tutti coloro che hanno fatto parte del mio percorso editoriale e che non vedono l’ora di condividere il mio secondo romanzo, Dust Child, che sarà pubblicato nel 2023.
- Avrebbe desiderio che questa appassionante epopea potesse essere trasposta cinematograficamente, o preferisce lasciarla custodita unicamente fra le pagine del suo libro? Inoltre, ha maturato nel frattempo altri progetti inerenti a storie che in futuro vorrebbe narrare?
Mi piacerebbe poter vedere il mio romanzo adattato in un film, sì, ma dovrebbe essere realizzato dal team giusto. Per quanto riguarda i miei progetti futuri, sto lavorando al momento su alcuni manoscritti di libri, sia di narrativa sia di poesia.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista alla scrittrice Nguyễn Phan Quế Mai, in libreria con il romanzo “Quando le montagne cantano”
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