Con L’Oltre: Eugenio Montale tra filosofia, fisica e religione (Il ramo e la foglia edizioni, 2025, prefazione di Alessandro Zaccuri), Adriana Beverini ha dato vita a un prezioso studio che amplia le poesie di Montale, scavando soprattutto nel rapporto del poeta con altre materie che di primo acchito sono lontane dalle emozioni tipiche dei versi.
Abbiamo posto all’autrice alcune domande sulla sua opera e sulla poetica di uno dei più grandi poeti europei del secolo passato.
L’intervista ad Adriana Beverini
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Innanzitutto grazie per l’attenzione riservata a questo mio piccolo saggio. Anticipo la risposta alla sua domanda (“Negli anni a venire ci sarà, da parte dell’intelligenza artificiale, la possibilità di mescolare le poesie già scritte? Non ha paura dell’omologazione e la mancanza di una reale passione?”) per dirle che esso è nato proprio dalla volontà sfidare l’intelligenza artificiale.
Mi sono chiesta infatti: ma se questa intelligenza "artificiale " (orribile espressione) è così sviluppata, sarebbe capace di indagare gli aspetti più profondi del pensiero di Montale attraverso le sue poesie, non separatamente ma nel loro complesso, mettendo in luce quanto sulla loro genesi abbiano influito in maniera organica i suoi studi filosofici (discontinui ma interessanti), le domande che nella vita ha continuato a porsi ininterrottamente sul mistero che ci circonda (vogliamo chiamarli aspetti religiosi?), la sua visione manichea del bene e del male e da ultimo gli interessi (per ragione di cose logicamente solo superficiali) per la Fisica quantistica e l’astrofisica? La mia risposta è negativa: no, l’intelligenza artificiale non può essere capace di un flusso di coscienza che passi da un aspetto all’altro fra quelli che ho accennato. Ciò può farlo solo un essere umano dotato di coscienza. L’Intelligenza artificiale può farlo solo affrontandoli uno alla volta... Ecco, da questa sfida è nato il mio breve saggio, che avrà un suo ulteriore sviluppo ed approfondimento nel futuro.
- Lei è da tempo che ha fatto molto per testimoniare la grandezza di Montale. Ha creato anche il premio Montale. Da dove scaturisce questa passione?
Il mio amore per Montale nasce dal percepire come anche mie le sue riflessioni e la sua visione della vita. Qualche frase come esempio? "Occorrono troppe vite per farne una"; "ho vissuto al cinque per mille, non aumentate la dose". E poi il suo riconoscimento che la virtù maggiore di un essere umano è la "decenza quotidiana". Da ultimo, anche per me come per lui è l’invisibile, "ciò che si fa sentir e non si vede", a essere importante. Anch’io mi sento amica dell’invisibile.
- Di solito sono gli editori che scelgono titolo e copertina. Lei ha deciso con loro o sono idee sue?
Unicuique suum. L’editore fa l’editore e decide per la copertina, l’editing e tanto altro. Il titolo invece è il mio.
- Se dici Eugenio Montale, Nobel della Letteratura 1975, nei licei e in altre scuole, rispondono in pochi. Sta per essere dimenticato?
Non solo Montale sta per essere dimenticato nelle scuole, è la nostra letteratura in generale (e non parliamo poi della letteratura europea). Oggi nelle scuole i professori sono condannati a compilare schede, registri elettronici e altre piacevolezze varie. Sono diventati piccoli impiegati mal pagati. Chi di loro ha più il tempo per studiare? Solo pochi eroi.
- Come mai lei dichiara di non sapere molto di fisica? A me non sembra vero, dal momento che ha scritto della quantistica nelle poesie del poeta.
Sono più di dieci anni che cerco disperatamente di comprendere i fondamentali della fisica quantistica, che io come l’amico fisico Fabio Marchesini chiamo la "Fisica dell’anima". Dal momento poi che da quarant’anni almeno leggo Montale, mi interesso della storia della religione cristiana e di quella buddhista, e da ultimo del carattere probabilistico della Fisica Quantistica, non ho potuto fare a meno di rileggere le poesie e le prose di Montale, specie quelle dagli anni sessanta in poi, alla luce di queste mie nuove conoscenze. Ma interessarsi di qualcosa non vuol dire conoscere veramente qualcosa. I misteri della fisica quantistica restano per me tali. Tuttavia ravviso in alcune poesie di Montale una fascinazione per il Vuoto, il Nulla, la nascita dell’Universo e il Tempo, che sono oggetto non solo di meditazione filosofica ma anche della fisica e dell’astrofisica contemporanea.
- In che modo Montale era interessato alla filosofia? Per sola conoscenza o era presente negli scritti del poeta?
Per quanto riguarda la filosofia, invito le persone a leggere il mio piccolo saggio. Scopriranno non solo l’interesse che Montale ha mostrato per filosofi come Bergson, Boutroux e Schopenhauer (che l’ha portato a conoscere le filosofie orientali) ma anche per Giuseppe Rensi, per il quale esiste solo "un eterno presente senza passato ed avvenire che si può rappresentare con la figura del cerchio". Ma oltre a questi faccio riferimenti ad altri; quelle sono solo mie pure ipotesi.
- La religione nell’opera di Montale era presente sin dall’inizio o è comparsa col passare degli anni?
Dobbiamo intenderci sulla parola religione. Se parliamo della parte dogmatica della religione cattolica, direi che la fatica fatta da Montale nel corso della sua esistenza è stata quella di liberarsi di quei dogmi, e ciò ha potuto farlo anche grazie agli studi letterari e filosofici della sorella Marianna, l’unica che nella famiglia Montale avesse una cultura e una profondità di pensiero tale da poterlo aiutare ad aprire la sua mente e, quindi, esercitare la sana pratica del dubbio.
- La sua scrittura del saggio è molto fluida, bella, lo si legge come un romanzo. Talento, molto studio o entrambi?
Grazie, anche se non credo di avere veramente talento. La mia è più che altro una passione per la scrittura e per il giornalismo che ho praticato per vent’anni; forse da lì deriva quell’aspetto scorrevole del testo del libro che lei mi riconosce.
- Chi legge questo saggio si sente già sazio del poeta. Il mettere in corsivo parecchie poesie è stata una scelta ponderata?
Credo di sì, perché non bisogna mai credere a nessuno senza verificare di persona quello che ci viene detto. Vorrei che quei dieci lettori che avranno letto o leggeranno il mio libro potessero andare a ricercare le poesie di cui pubblico qualche verso, leggerle interamente e farsi una propria idea partendo dai testi.
- Lei cosa consiglia o consiglierebbe, a chi vuole scrivere poesie nel 2025?
La poesia è un’esigenza. Se qualcuno sente questa esigenza, non può evitare di scrivere poesia. Ma io consiglierei prima di leggerne tanta, sia quella antica che quella moderna e contemporanea, sia italiana che europea e mondiale. Solo dopo, iniziare a scrivere. Altrimenti le poesie che questa persona comporrà saranno solo l’eco delle sue malinconie o dei "battiti del suo cuore" acceso da passione d’amore, che sinceramente possono interessare solo allo scrivente.
Recensione del libro
L’Oltre: Eugenio Montale tra filosofia, fisica e religione
di Adriana Beverini
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista ad Adriana Beverini, autrice di “L’Oltre: Eugenio Montale tra filosofia, fisica e religione”
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