Patrizia Floris è un’autrice cagliaritana. Fino a oggi ha pubblicato con AmicoLibro tre romanzi: E se avessi paura? (2019), Un tè a Marrakesh (2020) e Albert. L’ultima estate (2021)
- Ciao Patrizia grazie per aver accettato di essere intervistata da noi. Parlaci un po’ di te.
Cagliaritana, biologa, sposata con una figlia. Amante dei gatti, che trovo magici, e appassionata di libri tra questi romanzi storici e d’amore. Jane Austen è la mia eroina.
- Come è nata la passione per la scrittura?
Ho iniziato a scrivere dopo un periodo di pausa lavorativa, frequentando un corso di scrittura espressiva. È lì che inizia la mia passione per lo scrivere, anche se presente già da adolescente. Tengo infatti dei diari e libri di poesie.
- Che messaggio vuoi lasciare nei tuoi romanzi ai lettori?
I miei romanzi sono storie di vita reale e come tali in ogni pagina o capitolo ci sono riflessioni. Il lettore spesso ne fa tesoro.
- Parliamo del tuo ultimo libro intitolato Albert. L’ultima estate.
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Albert è un vecchio signore che a sprazzi racconta tutto il suo percorso di vita. L’adolescenza è stato il momento in cui ha conosciuto Lena, la ragazza ebrea che lui rievoca nelle sue fasi di crescita sino allo stadio di adulto. Il romanzo si svolge a Trieste, città ricca di cultura e storia. La guerra e altre vicende di quel periodo fanno da cornice. I personaggi evocano luoghi e momenti, e il lettore verrà coinvolto in questa storia.
- Quali sono state le difficoltà che hai incontrato nello scrivere questa storia?
Ho conosciuto Trieste durante una vacanza e l’ho amata. Ho cercato di coglierne i particolare più importanti. E scriverne è stato piuttosto complesso, perché ho dovuto studiare e leggere autori come Saba, Joyce, Svevo e contemporanei come Bettiza per addentrarmi sulla realtà triestina.
- Come mai hai voluto raccontare questa storia?
Perché ho voluto dedicare questo romanzo ai miei genitori. È un omaggio a quella generazione che in questi due lunghi anni ci ha lasciato in silenzio e solitudine. Educandoci nel rispetto e nell’umanità. Quella che chiamano anche dignità.
- Perché, secondo te, è importante leggere?
Per me leggere è sempre stato importante. La conoscenza, la cultura e la condivisione la fanno da padrona.
- Scrivere è...
Scrivere è liberare l’anima e lasciare che si liberi nell’aria. È un modo liberatorio.
- Che rapporto hai con i tuoi lettori?
Adoro ciò che è il contatto umano e i lettori mi apprezzano per quello che sono e che scrivo. Si chiama empatia, cercare di coinvolgere il lettore emozionando.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Intervista a Patrizia Floris, autrice di Albert. L’ultima estate
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