Longanesi in occasione del Giorno della Memoria, nella collana La Gaja Scienza, edita “Di notte sognavo la pace. Diario di guerra 1941-1945” (2018, pp. 272, euro 18,90 euro, titolo originale Diary, traduzione di Giorgio Testa), un racconto inedito della Shoah scritto da Carry Ulreich, ora Carmela Mass, nata a Rotterdam nel 1926 e residente in Israele.
È un inno pacifista il diario che Carry Ulreich, una fra le mille Anne Frank del Novecento europeo, ha segretamente tenuto a Rotterdam tra il dicembre del 1941 e maggio 1945. Riscoperto dai nipoti dell’autrice un paio d’anni fa, “Di notte sognavo la pace” accompagnato dalla fotografia color seppia in copertina datata 1939 che ritrae Carry (a destra) e Rachel Ulreich, è la straordinaria testimonianza di una ragazza costretta a crescere e formarsi negli anni più neri e terribili del Secolo breve.
La trama del libro
“Rotterdam; mercoledì 17 dicembre 1941. Prima del 1940 nel nostro laboratorio c’erano 17 persone, ma ormai non produciamo più confezioni, e papà lavora con una sola ragazza. Quanto durerà ancora? Gira voce che il 1° gennaio 1942 tutte le imprese tessili degli ebrei dovranno chiudere. Chissà, magari pure noi, anche se papà è sarto, solo che abbiamo un po’ di stoffe e probabilmente (anzi, credo quasi sicuramente) i crucchi le useranno come scusa”.
Carry Ulreich è una giovane ragazza ebrea di Rotterdam che, come i figli di molte famiglie dell’epoca, ha pochi lussi e libertà ma conduce una vita serena. Le sorti degli Ulreich cambiano nel 1941 quando i nazisti, a seguito dell’occupazione di Rotterdam, impongono alla popolazione ebraica una serie di rigorosi divieti. La requisizione delle biciclette e delle radio, la riduzione degli orari in cui gli ebrei possono uscire da casa, l’obbligo di indossare la stella di David, il divieto di esercitare molte professioni (tra cui quella del padre di Carry, che è sarto), l’imposizione agli studenti ebrei di frequentare scuole solo ebraiche. Per aiutarli a evitare la deportazione, gli Zijlmans, una famiglia cattolica di Rotterdam, invitano Carry e la sua famiglia a nascondersi in casa loro. Comincia così la loro seconda vita, completamente in ombra.
Con una visione critica e molto attenta ai dettagli, Carry Ulreich racconta nei suoi diari i disagi vissuti, le complicazioni affrontate e la paura per l’incombente minaccia presente al di fuori di quelle quattro mura. Dopo l’arrivo delle truppe canadesi nel 1945 a Rotterdam, Carry rimase in città con la famiglia, dove seguì le lezioni dei soldati della Brigata ebraica. Il giorno dopo aver finalmente conseguito il diploma, si sposò e si trasferì con il marito a Gerusalemme, dove vive in compagnia di 3 figli e più di 60 pronipoti. Il 15 novembre 2017 Carry Ulreich ha compiuto 91 anni.
Una storia di convivenza forzata e della totale dipendenza da una famiglia cattolica, lontana dai loro usi e costumi. Un libro sulla capacità di convivere e proteggersi seppure divisi dalla religione per raccontare, attraverso una storia intima e commovente, una pagina di storia fondamentale per la contemporaneità.
“Già da qualche tempo (dalla “grande paura” del 3 ottobre) non ci sono più sparatorie, ma la settimana prossima c’è di nuovo il chiaro di luna, e sicuramente ricominceranno a sparare contro gli inglesi, che vogliono bombardare la Germania. Certe volte colpiscono anche Rotterdam e quando riescono a centrare qualche obiettivo i tedeschi si alzano in volo e lanciano bombe sulla popolazione civile. O almeno, così diciamo noi, che parteggiamo per gli inglesi, ma il giornale la pensa diversamente. Quante ne dicono. C’è sempre qualche aereo che è stato abbattuto. Tu ci credi? Io no”.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: In libreria “Di notte sognavo la pace” di Carry Ulreich: un racconto inedito della Shoah
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Romanzi e saggi storici News Libri Longanesi Giorno della Memoria: i libri da leggere sulla Shoah
Lascia il tuo commento