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Recensioni di libri

Il pulcino bolscevico di Corrado Sobrero

Il pulcino bolscevico, nato per partecipare ad un concorso che imponeva il titolo ai concorrenti, è il figlio prediletto dell’autore, scomparso improvvisamente lo scorso ottobre.

Claudia Graziani
Claudia Graziani Pubblicato il 12-02-2013

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Il pulcino bolscevico

Il pulcino bolscevico

  • Autore: Corrado Sobrero

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Il pulcino bolscevico, nato per partecipare ad un concorso che imponeva il titolo ai concorrenti, è il figlio prediletto dell’autore, scomparso improvvisamente lo scorso ottobre.

Un bambino molto intelligente e con una grande sensibilità; la cattiveria degli uomini; il gioco degli scacchi; le mosse incredibili e a volte crudeli della vita. Questi gli elementi intorno ai quali si snoda questa splendida, ma tragica, storia.

François è un bambino che si barcamena come può nella sua non facile vita. Figlio di un nobile della russia dell’ultimo zar, riceve dalla sua famiglia più forma che amore, una forma che percepisce ingiusta e sterile, a volte perfino crudele: non capisce infatti perché gli sia stato imposto un nome esotico che ne fa un diverso e perché debba seguire un precettore, che preferisce addormentarsi ubriaco sulla poltrona, piuttosto che occuparsi della sua istruzione. Sente parlare di bolscevismo, percepisce un pericolo nell’aria, ma nessuno si occupa di spiegargli niente. Trova furtivamente il modo di ricevere attenzioni ed affetto presso la famiglia del giardiniere, ma né il piccolo Ivan, l’unico amico sincero che François abbia, né il padre semplice e scorbutico, riescono a dargli le risposte che cerca. François non troverà quelle risposte nemmeno quando i bolscevichi invaderanno la sua casa, uccidendo il suo migliore amico sotto i suoi occhi, il piccolo Ivan, di cui lui dovrà assumersi il nome per non essere scoperto ed ucciso a sua volta. Non le troverà nemmeno quando un soldato bolscevico si occuperà di lui con vero affetto, dimostrando di volerlo proteggere dagli orrori della vita.

La sola cosa che François riuscirà a capire da subito è che la vita è come una partita a scacchi, gioco per il quale egli è dotato di un talento straordinario. Deciderà allora di porsi solo le domande alle quali sa rispondersi. Chi sono i bianchi? Chi sono i neri? Quale scacco ha più potere degli altri? La regina è davvero più forte dei pedoni? Il suo pensiero magico di bambino gli salverà così la vita nell’infuriare dei peggiori orrori. Stringendo tra le mani un pulcino, la cui fragilità gli dona la forza di occuparsi di se stesso, François affronterà ogni situazione paragonandola ad una posizione sulla scacchiera ed ogni persona identificandola in una pedina. Lasciandosi la sua verità alle spalle costruirà una nuova vita, in cui il suo talento per gli scacchi gli garantirà un posto d’onore. Diventerà però qualcun altro, un personaggio né bianco né nero, che ha cambiato più volte identità e che ancora non trova risposte alle sue domande, nonostante sia un adulto di potere. La sua sola certezza sarà il ricordo di essere stato un bambino fuori posto, che per soddisfare i suoi interrogativi ha causato la morte del solo amico che aveva e di essere diventato da allora un pulcino indifeso, senza più nome né famiglia, spaventato al punto di essersi dichiarato (e diventato) un po’ bolscevico.

Con questa storia commovente e poetica, Corrado Sobrero dipinge una visione amara della vita, in cui però emerge la convinzione che solo lo spirito dei bambini che siamo stati, sia in grado di farci da bussola e di salvarci dalle maschere che, per sopravvivere, la vita ci impone. La tristezza profonda del capitolo finale, infatti, lascia intendere che la vita del protagonista, delle persone che ha incontrato e della nazione in cui vive, si sarebbero potute salvare solo lasciando vivere pienamente il pulcino bolscevico. E’ l’orrore che ricade sui bambini a uccidere la vita di tutti, anche e soprattutto quella dei sopravvissuti.
Emblematica a tal proposito, ma anche foriera di speranza, è la figura di Sergej: è un personaggio sfumato di grigio, nonostante François lo indentifichi con la torre bianca, che porta le sue ombre nere addosso dall’epoca in cui la sua infanzia bianca è stata macchiata e che sopravvive col ricordo di bambino dei proverbi di suo nonno. Egli sembra essere la contraddizione, lo semntire di tutte le teorie, in poche parole la vita stessa. Essendo un uomo capace di amare e di essere se stesso, egli dà una tinta di gioia e freschezza in una storia che, grazie a lui, non riesce a lasciare in chi legge una visione pessimistica della realtà.

Booktrailer


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il pulcino bolscevico

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Commenti: 2

  • CARLO DEFFENU
    12 febbraio 2013, 14:42

    Peccato sia impossibile trovarlo. :-(

  • Claudia Graziani
    12 febbraio 2013, 15:06

    Ne esistono alcune rimanenze in qua e in là. SU alcune librerie on line risulta ancora disponibile. LA libreria sotto casa mia mi disse che forse ce l’avrebbero fatta a reperirlo. Però se interessa, magari lo possiamo richiedere in tanti, così lo ristampano oppure qualche nuova casa editrice può essere interessata a ripubblicarlo!

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