Il giuramento
- Autore: Claudio Fava
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Add editore
- Anno di pubblicazione: 2019
Claudio Fava è giornalista, scrittore, politico, sceneggiatore tra l’altro de “I cento passi”ed in questo suo ultimo lavoro, "Il giuramento" ripercorre, con stile asciutto e significante, il travaglio interiore di un uomo la cui coscienza fu duramente messa alla prova.
Il protagonista del libro è il professore Mario Carrara, uno dei dodici professori che si rifiutarono di prestare giuramento al Duce del Fascismo. È un libro che tratta un periodo storico ben preciso, ma che per le sue tematiche di interiorità è estensibile a tutti i tempi. È una vicenda relativamente lontana nel tempo, ma tragicamente attuale nei contenuti, nello spirito e nelle forme.
All’inizio degli anni Trenta, il Fascismo decise di pretendere obbedienza e complicità con un atto che sembrava di pura forma, ma che invece voleva dimostrare la forza e la capacità del Regime di esercitare il controllo sulle vite e sullo spirito. Più di duecento professori universitari dovettero prestare fedeltà non solamente al Re e alla Patria, ma anche al capo del Governo, il cavaliere Benito Mussolini. Un’operazione di acquisizione del consenso diffuso, diretta a dimostrare il sostegno al Regime anche da parte dell’intellighenzia del Paese, degli strati alti della società come era il mondo dei docenti universitari. Quest’ultima isola di disobbedienti, doveva dimostrarsi essere stata definitivamente inquadrata, riassorbita, bonificata.
Furono pochissimi quelli che dissero di no e vi è un testo che ripercorre in maniera analitica queste persone che non rappresentano esempi di eroismo, pregiudizio o convinzione ideologica. È un rifiuto non per conservare la purezza delle proprie ragioni, ma motivato da un sentimento di decenza. Non erano militanti antifascisti, ma gente che non si occupava di politica attiva e riteneva che la scienza non deve giurare fedeltà a nessuno. Un giuramento che risultava ridicolo ed al contempo violento e sgradevole, ma nondimeno molti dissero di sì ed erano coloro che invece avrebbero avuto maggiori ragioni di consapevolezza politica, dal Partito socialista a quello liberale.
Una scelta che fu ponderata, per il timore di essere contati e considerando temporaneo quel Regime, ma si era in un periodo già consolidato di dittatura dopo l’assassinio di Matteotti e quando ormai il Parlamento era stato svuotato di ogni prerogativa. Si pensava di giurare, fingere e restare all’interno dove poter essere in un modo o nell’altro protagonisti. Molti invece giurarono semplicemente perché non volevano essere conformisti in un tempo nel quale il conformismo era una prassi diffusa. Un disperato bisogno di assomigliarsi l’un l’altro, di fingere buoni sentimenti e di conservare da parte i pensieri molesti, come spesso avviene. Giurarono i Cattolici, lo disse il Papa o meglio lo fece sapere attraverso il giornale del Vaticano in cui si scrisse che giurare era permesso, lecito. Dodici non firmarono, perdendo la cattedra, andando qualcuno pure in prigione; pochi riuscirono a recuperare la cattedra molto tempo dopo, ma mille e duecento giurarono e di questo non restò traccia o indizio dopo la caduta del Regime.
Quella che si racconta nel libro è la storia romanzata di Mario Carrara, che non giurò; era uno scienziato dal sapere non conformista, genero di Lombroso, un patologo di chiara fama dotato di pensiero critico nel suo campo del sapere e della ricerca. Non era un antifascista militante, ma ritenne vergognoso sottostare al giuramento per conservare il posto.
Nel raccontare la vicenda di Mario Carrara, questo libro ha il grande merito di riportare alla memoria la storia questi dodici docenti di cui si sono perse le tracce, per lungo tempo dimenticati.
Il giuramento
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