Il dramma verista In portineria fu ricavato dalla novella Il canarino del n. 15, pubblicata per la prima volta nella “Domenica letteraria” del 12 maggio 1882. L’anno seguente uscì per Treves nella raccolta Per le vie, di ambientazione milanese. Scopriamo insieme riassunto e analisi della novella di Giovanni Verga.
Sinossi
Il canarino del n. 15 è il soprannome che i vicini affibbiano alla figlia paralizzata dei portinai, di nome Malìa. Costretta a stare tutto il giorno seduta davanti alla finestra per assaggiare uno spicchio di luce, Malìa osserva la vita degli altri. Ma gli altri, specialmente i suoi familiari, non la guardano perché non la vedono. Ciononostante la sua acuta sensibilità le permette di apprezzare briciole di mondo alla sua portata. Ogni dettaglio visivo e sonoro della stradicciola buia e umida su cui si affaccia la finestra: le canzoni storpiate dal padre alticcio, la confusione che proviene dalla strada, i cartelloni della stamperia di fronte, un fiore che si ostina a vivere. Non rinuncia nemmeno a modesti vezzi di civetteria.
Un giorno, per i capricci del caso, gli equilibri del suo nucleo familiare cambiano per sempre. Malìa si innamora segretamente del Carlini, un operaio fidanzato con la sorella Gilda, superficiale e ambiziosa. Una passione, la sua, vissuta in un silenzio rassegnato: sa bene che la malattia la condanna all’invisibilità. A differenza della sorella che vuole e può evadere dal suo grigiore – a costo di condurre una vita disonesta –, Malìa può solo vivere il momento dell’attesa di essere vista.
Quando Gilda manda all’aria il fidanzamento per fare la mantenuta, il Carlini e il padre delle ragazze diventano compagni di bevute all’osteria. Il primo cerca di dimenticare la giovane che lo ha lasciato. Il secondo, la figlia che ha disonorato la famiglia. Una sera l’operaio – che nel frattempo perduto il lavoro si dedica a lavori saltuari –, bacia Malìa sulla bocca. Complici l’ubriachezza, la confusione emotiva o una superficiale tenerezza per la sua condizione di reclusa? Chissà. In ogni caso questa effusione per lui non significa nulla. Per Malìa significa tutto, tanto che la passione inizia a consumarla fino alla morte. A questo punto la famiglia, che non ha mai smesso di aspettare il ritorno della figlia ribelle, si disgrega definitivamente. Perché solo alla morte di Malìa i genitori si accorgono disorientati di quanto la ragazza garantisse la tenuta del nucleo familiare per il solo fatto di esistere.
Analisi
Questa novella propone all’attenzione del lettore alcuni temi presenti anche in altri testi della raccolta. Condivide con Conforti gli spunti a seguire: l’attesa miracolistica che si verifichi un evento desiderato, l’abbrutimento all’osteria di uomini onesti, la condanna di una malattia senza scampo, il braccio di ferro tra logica economica e logica degli affetti che sabota la vita di coppia.
Di contro il deserto affettivo abitato da Malìa mi ricorda quello di Femia, protagonista di Semplice storia.
L’osteria è una costante della raccolta. In questa novella e in Conforti compare indirettamente come luogo di abbrutimento per chi di sogni non ne ha più. Ne L’osteria dei buoni amici è il quartier generale di un gruppo di ragazzi che vivono alla giornata.
Quanto all’organizzazione spaziale e temporale riporto le osservazioni del docente universitario Gianni Oliva:
“In relazione alla protagonista i personaggi si muovono in uno spazio interno (il bugigattolo della custodia, il vano della finestra) ed esterno (la galleria del centro, l’osteria, la stamperia) separati da una frontiera (la stradicciola). Da un lato l’interno è sinonimo di malattia e infelicità; dall’altro l’esterno, da cui Malìa è esclusa, è il luogo di trasgressione, evasione che attrae e distrugge inesorabilmente."
A Malìa non rimane che consumarsi in silenzio come un canarino malato nella gabbia. Simbolo di sopravvivenza, capacità adattativa e speranza, pur nell’inazione della prigionia. Una beffa del destino dal momento che lei sola sa vedere e apprezzare i colori del suo mondo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il canarino del n. 15: riassunto e analisi della novella di Giovanni Verga
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