

I biglietti misteriosi di Margaret Small
- Autore: Neil Alexander
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2023
La fascetta rossa sulla prima di copertina presenta Margaret come una protagonista che sta conquistando il cuore dei lettori di tutto il mondo. E dire ch’è è stata discriminata per tutta la vita.
Centro al primo colpo per Neil Alexander, dunque, neo autore inglese all’esordio narrativo con il romanzo I biglietti misteriosi di Margaret Small, edito da Garzanti nella traduzione di Vera Sarzano (maggio 2023, collana Narratori moderni, 300 pagine).
Particolarmente accurate e sinceramente motivate le scelte di marketing del marchio storico del Gruppo editoriale milanese Mauri Spagnol. Nell’abstract dell’edizione italiana, i redattori Garzanti si spingono fino a sostenere con raro calore:
Questo libro è una vera e propria coccola e quando l’avrete finito vi verrà voglia di abbracciarlo. È impossibile non voler bene alla sua protagonista e alla sua profonda umanità. Margaret Small ci mostra la vita attraverso i suoi occhi e il mondo non è mai stato più colorato.
Aggiungono che per la prima volta un romanzo affronta “con grazia e competenza” gli handicap cognitivi. Neil Alexander è peraltro uno specialista dei ritardi nell’apprendimento, collabora con Mencap, ente di beneficenza che si occupa di quei disturbi. Diplomato alla Faber Academy di Londra, insegna inglese nelle scuole secondarie ed è giornalista.
Dice di avere impiegato più di quattordici anni di modifiche, riscritture e revisioni, prima di pubblicare The vanishing of Margaret Small. Aveva cominciato nel 2009, quando lavorava come celebrity manager proprio per Mencap. In quegli anni ha conosciuto Mabel, la “donna straordinaria” che ha ispirato questo lavoro, dedicato alla sua memoria (è stata vinta dal cancro nel 2013, a 68 anni). Soffriva di difficoltà dell’apprendimento e aveva trascorso in una clinica gran parte dell’infanzia e della vita adulta. Era un’appassionata attivista per i diritti delle persone affette dalle stesse difficoltà. Partecipava come relatrice a molti eventi, esprimendosi con un eloquio brillante, coinvolgente, brutalmente onesto. Per tutta la vita, si è battuta perchè la sua voce e quelle di qualunque altro paziente non restassero inascoltate e le loro esperienze non venissero dimenticate.
Sebbene Margaret Small sia un personaggio immaginario, molti degli eventi che descrive derivano da vicende reali di persone come Mabel, nascoste dal sistema degli istituti a causa delle loro difficoltà.
Il libro fa tesoro anche di serie di ricerche di Neil: negli Archivi Metropolitani di Londra ha rinvenuto cartelle cliniche, rapporti, documenti del St. Lawrence Hospital. Innumerevoli i confronti con medici ed esperti.
The vanishing: la scomparsa.
Avevo sette anni quando mi hanno fatta sparire
È quanto rivela la voce narrante del romanzo, in un prologo che data 5 novembre 1947.
È stato l’Acchiappatopi. Mi ha rubato alla nonna.
Margaret viveva con lei, avendo perduto la mamma poco dopo la nascita. Era molto vivace e la nonna l’accusava di essere “maledetta”, non perdeva occasione per ripetere che i suoi capelli rossi erano opera del diavolo, che le fate l’avevano scambiata nella culla per le colpe della madre. Non diceva che cosa avesse mai fatto, però e lei aveva imparato a non chiederlo, a forza di cinghiate sulle gambe, quando si azzardava a farlo.
Tutti nella via lo chiamavano l’Acchiappatopi, ma era il signor Grey, lavorava per la Commissione di Controllo, con il compito di prelevare i piccoli dalle case e portarli al St. Mary di Canterbury.
Non dei bambini qualsiasi, solo quelli come me, quelli diversi.
Sicuramente la nonna sapeva che stava arrivando, perchè aveva preparato la valigia. La passa a quell’uomo, replicando con tono sempre più freddo alle richieste della nipote di andare con lei. Accanto al cancello, si stringe nel cappotto, fumando una sigaretta e salutando con la mano. Per sempre.
“Non è mai venuta a trovarmi, nemmeno una volta. E non mi ha mai fatta tornare a casa per le vacanze. Neanche un bigliettino d’auguri per il mio compleanno o per Natale”.
Quasi sessantotto anni dopo, nell’agosto 2015, l’ex bambina si ripresenta settantacinquenne. Vive sola in una cittadina dai quarantuno anni, dopo averne trascorsi trentaquattro al St. Mary, dove non le hanno insegnato nulla di nulla. Dice che nessuno si è mai meravigliato che non fosse sposata, né le hanno chiesto se avrebbe voluto un uomo, perché:
Tutti sono convinti che le persone come lei non abbiano sentimenti.
Le hanno sempre ripetuto che molte persone vivono sole e non c’è motivo d’avere paura. Si potrebbe credere facile vivere da soli, per chi non ha mai avuto una famiglia. Invece, dopo trent’anni e rotti non si è ancora abituata alla pace e al silenzio di Whitstable, non del tutto almeno. Vivere tra la gente fa uno strano effetto quando si è passata quasi tutta la vita in un ospedale.
Serve tempo per abituarsi. Non che voglia tornare dentro, la vita non è male, adesso. Certo, le cose potrebbero andare meglio, ma anche peggio. Le piace andare di venerdì a prendere un po’ di merluzzo e patatine e sedere a guardare la baia.
Una mattina succede qualcosa di strano. Arriva per posta una busta, con dentro una banconota da cinquanta e una lettera. Continua a guardarla, a rigirarla tra le mani. Non ha amici, il compleanno è passato da qualche mese ed è troppo vecchia per ricevere regali di San Valentino.
La lettera è firmata C. e lei, sola e incolta, non ha modo di leggere e capire... ma il romanzo cresce, dolcemente intrigante.

I biglietti misteriosi di Margaret Small
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