La immaginiamo con il volto scolpito e lo sguardo felino di Anne Bancroft, ma in realtà Helene Hanff, la scrittrice protagonista di 84, Charing Cross Road, è esistita davvero. Aveva due occhiali tondi, lo sguardo altero che forse un poco assomigliava a quello di colei che sarà per sempre la Mrs Robinson del cinema. La raccolta epistolare di Hanff, pubblicata nel 1970, fu di ispirazione per il celebre film del 1987 diretto da David Hugh Jones. Il titolo, del libro così come del film, era 84, Charing Cross Road e faceva riferimento all’indirizzo della sede di una reale libreria di Londra, la Marks & Co.
La scrittrice statunitense Helene Hanff e il libraio britannico Frank Doel (nel film interpretato da Anthony Hopkins, Ndr) si scrissero per circa un ventennio, tra il 1949 e il 1968, senza mai conoscersi di persona. Helene si recò a Londra soltanto nel 1971, dopo la morte di Frank, scoprendo che ormai la libreria antiquaria era chiusa.
Ora solo una piccola targa in ottone ricorda che in quel luogo ci fu la libreria Marks & Co, al suo posto è stato aperto un fast food. Ma il libro di Helene Hanff - e il film che ne è stato tratto - avrebbero conservato la memoria di quella piccola libreria antiquaria e del suo libraio per sempre.
Chi era Helene Hanff, la scrittrice di “84, Charing Cross Road”
Helene Hanff, nata a Philadelphia il 15 aprile 1916, trascorse tutta la sua vita a New York dove si era trasferita giovanissima per inseguire il sogno di diventare scrittrice. Nella Grande Mela era stata infatti assunta come lettrice di manoscritti per la Paramount Pictures, presto affiancò a questo lavoro anche quello di sceneggiatrice - molto retribuito in quegli anni pioneristici per il cinema - scriveva polizieschi per una serie televisiva gialla e le puntate di una trasmissione storica. Amava i libri e di libri viveva, mantenendosi scrivendo libri per bambini e anche alcuni saggi a tema politico e sociale.
Il vero discrimine della sua vita fu, paradossalmente, l’incontro mai avvenuto con Frank Doel, commesso della libreria antiquaria Marks & Co di Londra, cui Helen scrisse per ottenere informazioni a proposito di un libro introvabile. All’inizio il suo scopo era solo ottenere libri a prezzi il più possibile stracciati - giacché con la sua vita da freelance lei non navigava certo nell’oro, ma alla letteratura non avrebbe rinunciato - eppure la loro corrispondenza durò oltre vent’anni.
Quando apprese della morte di Frank Doel, Helene aveva cinquant’anni ed era sopraffatta da un senso di fallimento per il suo sogno svanito di fare la drammaturga a Broadway. Si era impegnata tanto, aveva scritto forsennatamente, come una dannata; ma non l’aveva realizzato, doveva prenderne atto. La notizia della scomparsa dell’amico fu un colpo duro per lei e decise di reagire nell’unico modo che conosceva, ovvero scrivendo.
Nelle sue intenzioni sarebbe dovuto essere un piccolo libro, invece, una volta raccolta la sua intera corrispondenza con Frank, Helene scoprì che non si trattava affatto di un’opera insignificante. In quelle lettere passava la storia di un uomo - Frank - l’amore per i libri e, non da ultimo, il riflesso di un’epoca e i contrasti tra due Paesi, America e Inghilterra, tra gli anni Quaranta del dopoguerra e la rivoluzione sociale degli anni Sessanta.
Inoltre Helene Hanff dovette accorgersi, con commozione crescente, leggendo quelle centinaia di lettere, di aver vissuto una storia d’amore seduta sulla poltrona del suo salotto spostandosi di tanto in tanto sulla sedia scricchiolante della sua scrivania. Gli scrittori lo sanno che l’ingrediente principale di cui si nutre l’amore è l’immaginazione. 84, Charing Cross Road, pubblicato nel 1970, fu il maggiore successo di Helene Hanff. L’autrice ne avrebbe scritto anche un seguito dal titolo La duchessa di Bloomsbury Street, il diario di viaggio della sua visita a Londra, nel 1971, compiuta in ricordo di Frank. Helen avrebbe scritto per il resto della vita, sino alla sua morte, avvenuta nel 1997. Eppure, nonostante tutto quello scrivere di sé, sarebbe rimasta per sempre un personaggio enigmatico, misterioso, sfuggente. Nessuno poteva dire di conoscere davvero Helene Hanff. Ha tentato di ricostruirne la vita la cugina Jean Hanff Korelitz redigendo una sua biografia, in cui Helene appare come una donna minuta, con i capelli tagliati alla paggio e tinti di uno strano color ruggine. Ma forse non è nella descrizione fisica che dovremmo cercare Helene Hanff, né tantomeno nel bel volto di Anne Bancroft che la interpreta nel film, ma nelle sue parole e in quelle di Frank - che non l’aveva mai conosciuta, eppure di lei sapeva tutto ciò che era necessario, e forse anche di più.
“84, Charing Cross Road”: la vera storia dietro il film
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Il famoso film dunque è tratto da una storia vera. 84, Charing Cross Road, la corrispondenza tra Helene e Frank fu pubblicata in Inghilterra nel 1970 e ottenne uno straordinario successo. Possibile che una raccolta epistolare potesse riflettere un legame così spirituale, così profondo?
Ciò che ci commuove della corrispondenza tra Helene e Frank è proprio la pervicace resistenza degli amori impossibili. Anche se forse definirlo “amore” parrebbe eccessivo; ma forse non lo è se inteso nel senso platonico del termine.
Helene Hanff era una donna sola, una scrittrice e sceneggiatrice freelance, mentre Frank Doel aveva famiglia, una moglie, Nora, e due figlie cui era legatissimo. Il libraio inviava regolarmente foto dei suoi familiari all’amica Helene, testimoniando con orgoglio progressi, traguardi, piccoli successi. Lei avrebbe scritto anche a Nora, la moglie di Frank, che conosceva la sua esistenza e non provava gelosia nei suoi confronti, anzi, la stimava.
Ed è così che il dialogo tra la scrittrice e il libraio, iniziato con la semplice richiesta di un libro da parte di Helene, diventa sempre più intenso e appassionato, lettera dopo lettera. In un ventennio si sono scambiati più riflessioni, idee, ricette, fotografie di quanto potrebbero farlo due persone che si guardano negli occhi e si parlano tutti i santi giorni. C’è la conoscenza - e poi c’è l’intensità della conoscenza, un altro livello di profondità, ed è quest’ultima che in 84, Charing Cross Road ci fa sospirare.
La profondità si regge sulla conversazione scritta, sullo scambio epistolare, come se attraverso ogni lettera i due si scambiassero l’anima.
Sullo sfondo della corrispondenza tra i due emergono anche problematiche storico-sociali: l’Inghilterra nel secondo dopoguerra non se la passava bene, a differenza della ricca America, erano i tempi del razionamento. Helene, commossa dalla situazione difficile vissuta da Frank e dalla sua famiglia, invierà all’amico generi alimentari cercando così di espiare la colpa della “sleale America”.
Non è tuttavia solo questo ad affascinarci, come spettatori e come lettori, del loro intenso scambio epistolare, sono soprattutto i libri: la passione bibliofila è al centro della narrazione.
Sullo sfondo invece emerge la crisi del libro e le difficoltà patite dalle librerie antiquarie, costrette a differenziare la produzione con libri di testo, manuali scolastici e altra letteratura di consumo per mantenersi. Fa riflettere, in effetti, anche la richiesta iniziale di Helene di ottenere una prima edizione - si tratta di una prima edizione dei saggi del cardinale Newman - al prezzo stracciato di sei dollari. Accanto alla storia di Helene e di Frank si snoda anche la storia della libreria Marks & Co, costretta ingiustamente alla chiusura come molte altre situate nello stesso quartiere.
84, Charing Cross Road la corrispondenza tra Helene Hanff e Frank Doel è stata riportata di recente in Italia grazie alla nuova traduzione di Giuliana Schiavi per Bordo Libero Edizioni, nel luglio 2023.
“84, Charing Cross Road”: il film
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chi è Helene Hanff, la scrittrice che ha ispirato il film “84, Charing Cross Road”
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