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Recensioni di libri

Giovanni Battista Guccia: Pioneer of International Cooperation in Mathematics di Benedetto Bongiorno e Guillermo P. Curbera

Springer Nature, 2018 - La biografia dell’uomo che riuscì a far diventare Palermo uno dei centri mondiali della ricerca matematica.

Aldo Scimone
Aldo Scimone Pubblicato il 17-01-2020

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Giovanni Battista Guccia: Pioneer of International Cooperation in Mathematics

Giovanni Battista Guccia: Pioneer of International Cooperation in Mathematics

  • Autore: Benedetto Bongiorno e Guillermo P. Curbera
  • Genere: Storie vere
  • Categoria: Saggistica
  • Anno di pubblicazione: 2018

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Si attendeva da tempo una biografia di Giovanni Battista Guccia, nato a Palermo nel 1855 da un ramo cadetto della ricca famiglia dei marchesi di Ganzaria. Benedetto Bongiorno e Guillermo P. Curbera, autori di questo affascinante ritratto biografico, Giovanni Battista Guccia. Pioneer of International Cooperation in Mathematics (edito in inglese dalla Springer Nature), hanno offerto un quadro a tutto tondo non solo del personaggio Guccia ma anche del contesto sociale e culturale che ne segnò l’epoca. Ma chi fu in sostanza Giovanni Battista Guccia e perché è rilevante conoscerne la vita?

La risposta risiede nell’Istituzione Circolo Matematico di Palermo, da lui fondato nel proprio palazzo il 2 marzo 1884 quando ancora a Palermo non esisteva nemmeno un corso di laurea in Matematica. La sua residenza sorgeva in via Ruggero Settimo n. 30 e venne distrutta durante il bombardamento di Palermo da parte degli americani nella notte del 9 maggio 1943, distruggendo e facendo disperdere in gran parte la biblioteca che era stata il luogo sacro dell’attività editoriale di Guccia e della famosa rivista Rendiconti del Circolo Matematico di Palermo (il cui primo fascicolo uscì un anno dopo la fondazione del Circolo) che sarebbe diventata una delle più importanti riviste di Matematica di livello internazionale. Guccia era stato allievo a Roma del grande matematico Luigi Cremona e sulle orme del Maestro aveva cominciato a produrre lavori di Geometria, ereditandone anche la metodologia scientifica, la sensibilità artistica nella scelta e redazione delle proprie ricerche e soprattutto l’apertura verso i rapporti internazionali. Fu proprio questa sua dote che riuscì a fare convergere l’attenzione dei matematici più famosi della sua epoca verso i Rendiconti e a pubblicarvi lavori importantissimi che hanno segnato lo sviluppo della Matematica. Basti pensare che alcune delle ricerche più notevoli portavano la firma di matematici del calibro di H. Poincarè, D. Hilbert, E. Landau tra gli stranieri e di E. Castelnuovo, F. Enriques, F. Severi e Levi Civita tra gli italiani.

Ma ogni medaglia ha il suo rovescio, perché, se da un lato Guccia ebbe il grande merito di offrire alla sua città con il Circolo e i suoi Rendiconti un prestigio scientifico internazionale senza eguali, dall’altro non ebbe vita molto facile nell’ambiente scientifico palermitano. Infatti, benché fosse diventato ordinario di Geometria Superiore presso l’Università di Palermo, ben presto ebbe contrasti con alcuni colleghi decidendo di punto in bianco di non partecipare più al consiglio di facoltà. Ciò fu dovuto in massima parte al suo carattere molto rigoroso, spigoloso e intollerante (forgiato sull’esempio di Cremona) che non ammetteva compromessi o basse manovre clientelari, come da sempre succede negli ambienti universitari, e che lo portò a litigare con tutti, compresi i matematici grandi e meno grandi che gli sottoponevano le loro ricerche da pubblicare. Ebbe pure contrasti in generale con tutta la società palermitana, evidenziandone la grettezza e l’invidia, pur essendo amico di molti rappresentanti della Palermo bene, come i Florio e i Whitaker, con Pietro Lanza di Trabia e Giuseppe Pitrè. Questo suo atteggiamento venne ripagato da un eguale odio da parte dell’establishment scientifico tanto che l’Università bocciò la sua proposta di ufficializzare il Circolo e non da meno il Comune di Palermo si rifiutò di aderire ad una sottoscrizione per offrirgli una medaglia d’oro per i trent’anni della sua attività nella quale aveva profuso tutta la sua vita oltre ad una parte ingente del proprio patrimonio personale. Fu tale la sua dedizione alla sua rivista da fondare nel 1893 una tipografia ad hoc perché i simboli matematici venissero stampati con la migliore esattezza e nitidezza possibili. Trascorreva intere giornate e notti a rileggere i lavori da pubblicare con meticolosità certosina.

Dopo la sua scomparsa, il 29 ottobre del 1914, il Circolo cominciò inesorabilmente a declinare anche se il testimone venne preso da un matematico di valore come Michele De Franchis. Il Circolo oggi continua la sua storia presso il Dipartimento di Matematica di Palermo, ma certamente sono ormai lontani i tempi del suo prestigio internazionale. Purtroppo oggi pochi palermitani e italiani conoscono questo spaccato della storia scientifica nazionale (anche se già nel 1996 A. Brigaglia e G. Masotto avevano dato alle stampe un bel libro sul Circolo matematico di Palermo) ed è un bene che essa sia stata portata alla luce dal libro di Bongiorno e Curbera perché, come scrisse il Foscolo, non involva “tutte cose l’obblio nella sua notte.”


© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giovanni Battista Guccia: Pioneer of International Cooperation in Mathematics

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