

Ogni mostra che si rispetti ha un’opera che più di altre attrae l’osservatore. Il risultato varia a seconda di gusto, interessi, formazione del soggetto coinvolto. Flora. L’incanto dei fiori nell’arte italiana dal Novecento a oggi, la grande esposizione in corso fino al 29 giugno presso la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo (Parma), non fa eccezione. Alla Flora Magica di Fortunato Depero, collocata all’ingresso della Villa dei Capolavori, va di certo la palma dell’installazione di maggiore impatto: la scultura accoglie i visitatori e colpisce per colori, dimensioni e presenza scenica. E perché è ispirata da un libro o, meglio, da una fiaba: L’usignolo dell’imperatore di Andersen il cui canto, secondo la storia, commuove la Morte e salva il sovrano della Cina.
Flora Magica. Scenografia de Le Chant du Rossignol: la storia dell’opera di Fortunato Depero


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Singolare è la storia dell’installazione che l’artista definisce nata per essere una festa inesauribile. Nel 1916 Fortunato Depero si vede affidare le scenografie e i costumi per lo spettacolo Chant du Rossignol, un balletto ispirato alla famosa fiaba L’usignolo dell’imperatore di Andersen. Il committente è Sergei Diaghilev, impresario dei Balletti russi. Non avrà una scenografia tradizionale con il fondale dipinto. Non a caso ha scelto uno degli esponenti più eclettici e visionari del movimento Futurista. Depero crea per lui una vegetazione fantastica, fatta di fiori e foglie di cartapesta stilizzate e tridimensionali che richiamano la foresta orientale dove vive l’usignolo della celebre fiaba. O forse rappresentano in maniera tangibile la meraviglia del suo leggendario canto. Come i suoi contemporanei è attratto dalle novità della tecnica, ma è affascinato dalla natura, dalle sue geometrie ed architetture spontanee. Sono quelle ad ispirare il progetto di cui per lungo tempo resteranno solo maquette e disegni. Lo spettacolo infatti non va in scena. Nel 1981 la Flora magica viene realizzata comunque e oggi è parte delle collezioni del Mart di Rovereto. E in questi giorni della mostra Flora. L’incanto dei fiori dal Novecento ad oggi.
Depero stesso la descrive come
una gigantesca flora metallica, foglie cristalline di 7 metri, corone di campanule geometriche, merlettate, dentate, tronchi, aste giallissime e rigide; intricato giardino di selvaggia zona tropicale, costruzione floreale spinosa e solida, rosa, azzurra, giallona, arancione, una festa orgiastica di colori e forme.
La mostra Flora. L’incanto dei fiori dal Novecento ad oggi
Nell’esposizione Flora. L’incanto dei fiori dal Novecento ad oggi, realizzata dalla Fondazione Magnani Rocca in collaborazione con il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, l’installazione di Depero è in buona compagnia. Le sale della villa, nel cuore del Parco Romantico di recente ristrutturazione, accolgono una primavera tutta artistica. Fatta di ortensie, gerani, gladioli, tulipani, ciclamini, viole e girasoli. Una corsa di 150 opere attraverso Simbolismo, Futurismo, Realismo magico, Astrazione e forme espressive contemporanee. Ci sono Boldini, Segantini, Previati, Chini, Balla, Boccioni, Severini, Wildt, de Chirico, Savinio, Casorati, Donghi, Morandi, de Pisis, Carrà, Campigli, Mafai, Guttuso, Fontana,Schifano, Kounellis, Paolini. Perché, come dice Daniela Ferrari curatrice assieme a Stefano Roffi,
Non c’è pittrice o pittore del Novecento che non abbia dipinto fiori.
E un fiore non è mai solo un fiore.
La mostra è visitabile secondo il seguente orario: da martedì a venerdì dalle 10 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19. Lunedì chiuso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La Flora magica di Depero ispirata alla fiaba di Andersen in mostra a Parma
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