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E’ morto Sebastiano Vassalli, il cantore della strega di Zardino

Lo scrittore Sebastiano Vassalli è morto la scorsa notte a Casale Monferrato (Alessandria) al termine di una malattia dal decorso rapido e fulminante a 73 anni. Avrebbe dovuto ritirare a settembre il Premio Campiello alla carriera.

Alessandra Stoppini
Alessandra Stoppini Pubblicato il 27-07-2015

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E' morto Sebastiano Vassalli, il cantore della strega di Zardino

Sebastiano Vassalli, scrittore nato a Genova il 24 ottobre 1941 da madre toscana e padre lombardo, è morto la scorsa notte a Casale Monferrato (Alessandria) al termine di una malattia dal decorso rapido e fulminante a 73 anni. Avrebbe dovuto ritirare a settembre il Premio Campiello alla carriera.
I libri di Sebastiano Vassalli - Abitare il vento (1980), La notte della cometa (1984), dedicato al “poeta maledetto” Dino Campana, La chimera (vincitore del Premio Strega nel 1990, finalista al Premio Campiello), dove la chimera del titolo è riferita al Monte Rosa come si vede dal novarese, Marco e Mattio (1992), rievocazione di un caso psichiatrico nel XVIII Secolo, Il Cigno (1996), ricostruzione dello scandalo al Banco di Sicilia avvenuto alla fine dell’Ottocento. 3012: l’anno del profeta (1995), Cuore di pietra (1996), La notte del lupo (1998), Le due chiese (2010), Terre selvagge (Rizzoli 2014) e fino all’ultimo, Il confine. I cento anni del Sudtirolo in Italia (Rizzoli 2015). Sono questi i libri più noti dell’autore vissuto sin dall’infanzia in provincia di Novara, luogo al quale si sentiva molto legato, che si era laureato in Lettere all’Università di Milano con Cesare Musatti, affrontando i rapporti fra arte contemporanea e psicanalisi. Poi l’insegnamento, tra gli anni Sessanta e Settanta insieme a un’intensa attività artistico letteraria senza tralasciare l’amore per la pittura. Ma tutta l’opera di Vassalli che aveva aderito alla neoavanguardia del “Gruppo 63”, si è distinta per un preciso lavoro di ricerca storica che si è mossa dal Medioevo alla Controriforma fino al Ventennio fascista e al Sessantotto italiano, arrivando anche a un ipotetico futuro.

Uno degli autori più tradotti all’estero, candidato al Premio Nobel per la Letteratura 2015, commentatore e opinionista per diversi giornali, tra cui La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa, una vita all’insegna della riservatezza e dell’impegno, aveva iniziato la propria carriera con alcune prose sperimentali come Narcisso (1968), Tempo di massacro e L’arrivo della lozione (Calypso), e Il millennio che muore (Einaudi (1972). Da citare il pamphlet Sangue e suolo. Viaggio tra gli italiani trasparenti (1985), in cui lo scrittore aveva denunciato le distorsioni della proporzionale etnica in Alto Adige/Sud Tirolo.

Vassalli sarà ricordato soprattutto per il suo capolavoro La chimera, romanzo storico-sociale nel quale l’autore genovese tra il 1987 e il 1988 scrisse la tragica vita di Antonia, la strega di Zardino e del vescovo zelante Carlo Bascapè in un XVII Secolo così somigliante al Terzo Millennio. Per la stesura della trama del volume Vassalli aveva seguito l’esempio e l’insegnamento di Alessandro Manzoni “che credeva di dover scoprire nel Seicento le radici dell’Italia moderna e del carattere degli italiani”.

“Il mio è un mestiere antico come il mondo, che risponde a una necessità degli esseri umani: raccontarsi”

è questo il testamento spirituale di Sebastiano Vassalli, il cantore della strega di Zardino.

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