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Curiosità per amanti dei libri

Covid e librerie: i libri sono beni di prima necessità? La situazione in Francia e in Italia

La foto dei cittadini francesi in coda fuori dalle librerie prima del lockdown è diventata virale; la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, invita a sfruttare i servizi di consegna a domicilio delle librerie. In Italia le librerie sono ancora aperte, ma i servizi di consegna restano attivi e sono sempre più strutturati.

Eleonora Daniel
Eleonora Daniel Pubblicato il 03-11-2020

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Covid e librerie: i libri sono beni di prima necessità? La situazione in Francia e in Italia

Lo scorso 30 ottobre la Francia è tornata in confinement; unica uscita concessa ai cittadini è quella per accompagnare i figli a scuola, uscire per acquistare beni di prima necessità o fare una breve passeggiata intorno all’abitazione.
Ma cosa si considera bene di prima necessità? Nell’elenco fornito dal Governo francese i libri non sono presenti: Macron ha disposto la chiusura di tutte le librerie. Il Sindacato delle librerie francesi, insieme a oltre 250 editori e personalità della cultura, ha lanciato un appello perché il Presidente della Repubblica rivedesse la sua decisione.

In Italia si attende la firma per il nuovo Dpcm, che tuttavia non dovrebbe toccare le librerie — il che non significa che il mondo della cultura possa tirare un sospiro di sollievo: mostre e musei, nel piano presentato, saranno nuovamente chiusi ai visitatori.

Come hanno reagito i cittadini francesi alla decisione governativa? Qual è la situazione delle librerie in Francia e in Italia? Quale l’alternativa all’acquisto di persona in negozio?

Librerie chiuse in Francia: polemiche e lettori in coda per fare scorta di libri

La reazione alla chiusura delle librerie in Francia non si è fatta attendere. C’è chi, come lo scrittore Sylvain Tesson, ha sottolineato che una scelta di questo tipo è inconcepibile da parte di un Presidente che è stato allievo e collaboratore di uno dei più importanti filosofi del Novecento, Paul Ricoeur; e chi ha dichiarato che il provvedimento non farà altro che “aprire un’autostrada ad Amazon” e, dunque, uccidere le librerie di quartiere.

La protesta non arriva però solo dal mondo della cultura: i sindaci di alcune città francesi si sono uniti all’indignazione. Il sindaco di Digione ha annunciato in un tweet che avrebbe autorizzato le librerie cittadine a restare aperte, nel caso lo volessero, perché “acquistare libri in modo sicuro” è possibile. L’ordinanza ha però risvegliato le stesse perplessità che avevano colpito l’Italia mesi fa: se è possibile uscire solo per acquistare beni di prima necessità e i libri non sono considerati tali, che senso può avere tenere aperte le librerie?

La reazione dei cittadini alla chiusura francesi è diventata virale. Prima che il lockdown fosse definitivo, il 29 ottobre, i lettori hanno scelto di fare il pieno di libri, aspettando in fila il proprio turno per entrare in libreria.
La foto della lunga coda di persone in attesa sotto la pioggia di Lille postata su Facebook dall’editore Stephen Carrière ha fatto il giro del mondo, e lo stesso è accaduto a Parigi, dove i librai di Divan, una delle librerie più grandi di Francia, hanno dichiarato che il flusso di persone in negozio negli ultimi giorni era altissimo, come quello che solitamente caratterizza il periodo natalizio — sempre nel rispetto delle norme previste per il contenimento del virus.

L’appello della sindaca di Parigi

Nonostante le code e il sostegno dei cittadini, la situazione delle librerie è critica, in Francia come altrove. La libreria Shakespeare and Co, una tra le più famose al mondo, a causa delle misure imposte per il contenimento della pandemia rischia la chiusura: i proprietari hanno rivelato che le vendite sono crollate dell’80% e hanno lanciato un appello perché i clienti tornassero a fare acquisti sul sito web della libreria.

Anche la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha ricordato ai cittadini che, anche se costretti a casa, continuare a comprare nelle librerie è possibile. Il libro, ha detto Hidalgo, a Parigi è certamente un “bene essenziale”: l’invito ai parigini è quello di acquistare dalle librerie di quartiere, evitando invece Amazon.

"Amazon significa la morte delle nostre librerie e della nostra vita di quartiere".

La situazione in Italia: librerie aperte e consegne a domicilio

In Italia il nuovo Dpcm in arrivo dovrebbe risparmiare le librerie, e gli editori si sono appellati al Governo perché queste non vengano chiuse. L’appello, firmato tra gli altri da Laterza, e/o, Il Castoro e Gruppo editoriale Mauri Spagnol, riporta:

"Chiediamo al Governo di considerarle essenziali e di tenerle aperte in tutto il paese. Non solo perché la lettura dei libri è requisito fondamentale di una cittadinanza attiva, ma anche per non creare una divisione tra gli italiani, un distanziamento dello spirito: l’ultima cosa di cui il nostro paese ha bisogno, in un momento di solitudine e frammentazione come quello che stiamo attraversando. [...] Il libro è anche il modo meno contagioso di informarsi, approfondire, viaggiare, di imparare a distanza, di crescere e fare esperienza come dimostrato dalla sete di libri che si è manifestata in tutto il mondo appena terminati i lockdown di primavera. [...] Tenere aperto questo spazio di riflessione e di immaginazione è una priorità se vogliamo che tutti partecipino alla creazione di un futuro comune".

Ma come conciliare l’invito a limitare gli spostamenti con quello di riuscire a raggiungere un negozio?
La soluzione c’è. È la stessa proposta da Hidalgo e la stessa che ormai già da mesi è messa in atto da numerosissime librerie indipendenti italiane: la consegna a domicilio.

Le librerie che effettuano consegne in Italia sono davvero moltissime. Mesi fa abbiamo scelto di riunirle tutte in un articolo, in modo che i lettori potessero trovare la più vicina: l’elenco resta ancora un punto di riferimento valido per coloro che volessero fare un ordine o suggerirci di ampliare la lista.

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I servizi di consegna e spedizione sono rimasti attivi in tutti questi mesi e hanno reso evidente quanto servizi di questo tipo siano non solo utili, ma essenziali per i lettori e per i librai.
Da queste considerazioni è nata Bookdealer, la prima piattaforma di e-commerce in Italia a sostegno delle librerie indipendenti.
Le librerie sono “presidi culturali essenziali per il nostro Pese e rappresentano un punto di riferimento insostituibile per il quartiere in cui si trovano” e sostenerle, in un periodo che ha visto tragicamente calare il fatturato di tutta la filiera libraria, deve essere una necessità.
Bookdealer non è però un portale di sola consegna, ma offre la possibilità di visitare virtualmente le librerie (note o nuove che siano) e di scoprire i consigli di lettura dei librai. Insomma, è una vera e propria rete di librerie indipendenti, che trasferisce sul web il rapporto tra lettore e libraio tentando di evitarne spersonalizzazione.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Covid e librerie: i libri sono beni di prima necessità? La situazione in Francia e in Italia

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