
È stato presentato al caffè letterario “Parentesi letteraria” di Palermo l’ultimo numero della rivista “ Kalós”, seconda serie, nella sua nuova veste monografica e con un nuovo formato, stavolta dedicata al Cineturismo nel territorio siciliano.
Presenti il direttore della rivista Francesco Paolo Campione, il geografo Giovanni Messina, lo storico Francesco Paolo Tocco, l’architetto Giuseppe Scuderi e il geografo Girolamo Cusumano.
Il numero due, che porta il titolo Cineturismo in Sicilia. Luoghi e paesaggi, raccoglie contributi di: Sonia Malvica, Giovanni Messina, Enrico Nicosia, Carmelo Maria Porto, Mattia Spanò e Giovanna Giulia Zavettieri. Curatore della Rivista è il professor Enrico Nicosia, professore ordinario di Geografia presso il Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e Studi Culturali dell’Università degli Studi di Messina, dove insegna Geografia del turismo, Cineturismo e territorio e Health Geography.
“Cineturismo in Sicilia”: cinema, serie tv e territorio
È il secondo numero di una rivista che vanta una storia molto importante di ben trentacinque anni, che indaga la cultura siciliana nei suoi diversi aspetti e nella sua accezione più ampia. Vengono trattati anche argomenti di attualità declinati secondo l’estrazione dei diversi autori e secondo la prospettiva che è più congeniale alla formazione e agli interessi degli stessi.


Link affiliato
Il numero che si è presentato, a differenza di quello precedente su Santa Rosalia, patrona di Palermo, raccoglie differenti autori, mantenendo una vocazione pluralistica propria della rivista. Si indaga da una varietà di visuali in specie geografiche; sono difatti geografi gli specialisti che si sono occupati della materia in argomento, trattando la peculiarità del paesaggio siciliano.
Si tratta del Cineturismo in Sicilia, un aspetto della declinazione del turismo prettamente legato al rapporto che il territorio intrattiene con il prodotto filmico nel suo aspetto più generale, che sia il film propriamente detto come pure le serie cinematografiche. Queste serie, di recente, hanno un rapporto molto stretto con il paesaggio siciliano e su di esso e ne hanno fondato la loro fortuna e il loro successo, come ormai da oltre venticinque anni “ Montalbano”, un vero evento, un unicum, un prodotto di punta che ha procurato un notevole indotto turistico. Ma non bisogna dimenticare “ Makari” ed in genere diversi film tutti ambientati in Sicilia, come in ultimo quelli di Roberto Andò, quale “ La stranezza” con Ficarra e Picone e Tony Servillo come protagonista.
Nel film di Roberto Andò vi è una buona rispondenza della fotografia e della scenografia alla vocazione di Erice, una cittadina invernale, nebbiosa, silenziosa; pertanto la realizzazione cinematografica ha rispettato la località nella sua essenza con un ottimo rapporto tra film e luogo che lo ospita.
Da un punto di vista architettonico, vi è la presenza in Sicilia di luoghi che consentono di attraversare almeno tremila anni di storie che possono divenire prodotto cinematografico. Si ricorda il film “I paladini” (1983) di Giacomo Battiato, girato nel Parco dell’Etna, un film straordinario con una regia dinamica all’interno del parco che diveniva parte sensoriale.
Poi si ricorda come, quando si girava il Commissario Montalbano, si operava in luoghi sottoposti a tutela da parte dell’Assessorato Beni Culturali. E questo era finalizzato non solo alla tutela del paesaggio ma anche alla valorizzazione del prodotto filmico e alla valorizzazione del territorio che molti siciliani nemmeno conoscevano. Fu fatta una dettagliata ricognizione e raccolta di documentazione fotografica dei diversi luoghi che potevano essere messi a disposizione delle produzioni cinematografiche. Vennero fotografati, i boschi, le masserie, le trazzere e raccolti in una data base di immagini di sicuro ausilio ai produttori suscitando possibili scenari di storie ambientate in questi luoghi.
“Cineturismo in Sicilia”: limiti e sviluppi del legame fra uomo e ambiente
Le serie, come pure i film, sono indubbiamente uno stimolo per visitare i luoghi filmati, in quanto la gente cerca di rivivere quelle emozioni che ha provato ma che sono prodotte da fiction, cioè sono costruite e che quindi non ritroverà. Ma questo da un punto di vista turistico non è rilevante.
Le riprese con i droni creano una disumanizzazione dell’uomo, in quanto vede tutto dall’alto, quasi come una divinità, ed è una manifestazione dell’ipertrofizzazione della rappresentazione tipica dei nostri tempi. Se vi è una cifra che caratterizza la modernità dall’Ottocento in poi, è il mondo divenuto sempre più rappresentazione, per cui non è più importante come il mondo è in sé ma come lo si rappresenta. Il Cineturismo è uno dei momenti più alti, o forse più popolari e più diffusi di questo rapporto con il mondo.
Sullo specifico del rapporto tra cinema e luoghi, è stato ricordato il film di Pietro Germi, “ Sedotta e abbandonata” (1964), in cui la protagonista del film è la cittadina di Sciacca (Ag) negli anni Sessanta. Ma è straniante vedere quella Sciacca, che è un luogo solare e meraviglioso, qui ritratta in quel bianco e nero in cui la regia rappresentava un mondo che forse non esiste più. È il mondo del rapimento al fine del matrimonio riparatore, con tutta manifesta l’ipocrisia di una società.
Il piano di San Michele è il luogo di Sciacca dove si svolge la scena in cui la Sandrelli è assediata da tutta la gente ma si vede un mondo che non c’è più. E in questo senso forse il Cineturismo sarà in futuro una fonte storica, consentendo di conoscere una realtà trascorsa.
È stato altresì rilevato come il Cineturismo, al di là delle indubbie influenze positive sul turismo, produca inesorabilmente processi di omologazione, nei comportamenti e nella fruizione del bene turistico.
Molte le tematiche in discussione e tra l’altro si è rilevato altresì come sovente vi sia un tradimento, una trasfigurazione del topos, in quanto alcuni luoghi non sono quelli reali e sovente vengono mutate le location. Appare eclatante il caso della serie americana “The White Lotus”, girata in parte in Sicilia, che ha fatto aumentare a dismisura le presenze a Taormina ma le cui riprese nel lungomare sono state fatte a Cefalù.
La lettura del paesaggio esercitata del regista e/o dell’attore può inoltre essere diversa rispetto alla realtà fattuale. Da un punto di vista turistico spesso i luoghi servono solo da sfondo di selfie in una civiltà che privilegia l’immagine superficiale a discapito di una vera, autentica e complessiva conoscenza.
Il tema del rapporto tra il cinema ed i luoghi approfondisce il tema del rapporto tra uomo e ambiente, uno dei grandi temi della geografia che oggi è visto non in una chiave univoca ma poliedrica di relazioni complesse. La Geografia si è mano a mano impadronita, dopo la letteratura, di un altro prodotto della creatività umana quale il Cinema, per approfondire il suo sostanziale interesse, quello del rapporto fra uomo e ambiente.
Si tratta di un volume godibilissimo, che affronta la relazione fra cinema e paesaggio attraverso tutta una serie di esempi che sono geolocalizzati, risultando di certo più che apprezzabile e soddisfacente nei contenuti, nella forma e nell’esposizione degli argomenti trattati.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Cineturismo in Sicilia. Luoghi e paesaggi”, il secondo numero della rivista Kalós
Lascia il tuo commento