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Storia della letteratura

Canzone d’autunno: la poesia di Verlaine che annunciò lo sbarco in Normandia

Il poeta francese Paul Verlaine ci offre una lettura profonda della stagione autunnale in una lirica divenuta celebre: Canzone d'autunno (1866). Ma sapevate che questi versi furono anche utilizzati durante la Seconda guerra mondiale come messaggio in codice per annunciare l'epico D-day, lo sbarco in Normandia?

Alice Figini
Alice Figini Pubblicato il 07-11-2022
Canzone d'autunno: la poesia di Verlaine che annunciò lo sbarco in Normandia

I violini d’autunno cantati da Paul Verlaine ormai ci ammaliano con la loro malinconia non appena soffia il primo vento del Nord. Canzone d’autunno (Chanson d’Automne nell’originale, Ndr), scritta dal poeta francese nel 1866 è uno degli esempi più stupefacenti e riusciti di poesia simbolista.
Impossibile per un lettore non associare il sibilo del vento autunnale al suono struggente dei violini dopo aver letto quest’opera di Verlaine: è un’associazione diretta che giunge dritta all’anima e riesce a incrinare il cuore, come riescono a fare solo certe note musicali capaci di insinuarsi nella percezione senza filtri, superando la barriera della coscienza e della ragione. Paul Verlaine è riuscito a dare una voce e un’immagine precisa a quel sentimento indefinibile di malinconia che l’autunno porta con sé.

Canzone d’autunno, tuttavia, è una poesia importante anche motivi storici: questi versi infatti giocarono un ruolo fondamentale nella Seconda guerra mondiale, diventando parte della strategia tattica della Resistenza francese che ne fece il proprio cavallo di battaglia. La poesia di Verlaine nel 1944 fu il messaggio annunciatore dell’epico D-day, conosciuto dai francesi come Jour-J, lo sbarco in Normandia.

La lirica è contenuta nella raccolta dei Poèmes saturniens (Poesie saturnine) pubblicata da Alphonse Lemerre nel novembre del 1866. Nella prima edizione ne furono stampate solo 505 copie, finanziate economicamente dalla cugina di Verlaine, Elisa Moncomble. L’accoglienza riservata dall’élite letteraria francese in seguito ne decretò il successo portando i versi di quel giovane “poeta maledetto” sino ai giorni nostri.

Scopriamo testo, analisi e commento della Canzone d’autunno di Paul Verlaine e il suo forse meno noto significato storico.

La canzone d’autunno di Paul Verlaine: testo

I lunghi singulti
dei violini
d’autunno

mi lacerano il cuore
d’un languore
monotono.

Pieno d’affanno
e stanco, quando
l’ora batte

io mi rammento
remoti giorni
e piango.

E mi abbandono
al triste vento
che mi trasporta

di qua e di là
simile ad una
foglia morta.

La canzone d’autunno di Paul Verlaine: testo originale francese

Les sanglots longs
Des violons
De l’automne

Blessent mon cœur
D’une langueur
Monotone

Tout suffocant
Et blême, quand
Sonne l’heure,

Je me souviens
Des jours anciens
Et je pleure;

Et je m’en vais
Au vent mauvais
Qui m’emporte

Deçà, delà,
Pareil à la
Feuille morte.

La canzone d’autunno di Paul Verlaine: analisi e commento

Canzone d’autunno di Paul Verlaine viene letta come una poesia anticipatrice della movimento Simbolista. Il paesaggio autunnale descritto è infatti rappresentazione simbolica dello stato d’animo del poeta, lo riflette come uno specchio rovesciato. Verlaine riesce a trasfigurare in immagini il languore, quella sensazione di vuoto e lento abbandono suscitata dall’autunno con i suoi cieli rannuvolati, i colori che sbiadiscono nelle tinte diluite del giallo e del marrone.
L’autunno ha un suono - ed è proprio quel suono peculiare della pioggia che cade, dei singulti del vento freddo che viene da Nord, a rappresentare l’incipit della Canzone d’autunno che ha un preludio simile a una sonata: riuscite a sentire il suono dei violini?
La pioggia e il vento autunnale rintoccano nel cuore del poeta con le note struggenti prodotte dalle corde dei violini. Se ci fosse un suono per esprimere la malinconia sarebbe senza dubbio quello.
Verlaine evoca la musica in ogni verso tramite un fitto intrecciarsi di rime e di assonanze che riproducono l’effetto fonico del suono di uno strumento. Nel finale il pianto silenzioso del poeta e il suono dei violini sono un tutt’uno.
L’autunno conduce l’Io lirico a rimpiangere il tempo passato, a meditare sulle illusioni della giovinezza perdute. Con stanchezza il poeta si abbandona al moto lento dell’autunno, consegnando il suo corpo al vento, al flusso inesorabile del destino, che lo trasporta con sé come se fosse materia inanimata.
La metafora finale della foglia morta ha un ruolo cruciale: l’identificazione sancisce la condizione di precarietà dell’uomo, che è sospinto nell’esistenza con lo stesso peso fragile e precario di una foglia trasportata da un vento triste o “cattivo”, mauvais come lo definisce il poeta.

Il fonosimbolismo insistito da Verlaine sembra comporre una melodia struggente che diventa rappresentazione del difficile percorso esistenziale dell’uomo e anche di tutta la malinconia insita nel vivere. Come musica la poesia di Verlaine riusciva a penetrare nell’emozione viva del lettore, vincendo la resistenza della mente e ogni inutile sforzo di decifrazione sino a entrare in contatto diretto con la sua anima.

La canzone d’autunno di Paul Verlaine e lo sbarco in Normandia

Canzone d’autunno di Paul Verlaine divenne anche un messaggio in codice cruciale per l’azione della Resistenza francese nella Seconda guerra mondiale. Il ruolo storico di questa bellissima poesia è forse poco noto, ma merita di essere riscoperto.
La stazione di Radio Londra nel 1944 era solita trasmettere questo genere di messaggi per informare gli Alleati delle prossime azioni da compiere contro i tedeschi.

Il 1° giugno 1944 Radio Londra trasmise la prima strofa della poesia di Verlaine, in francese:

Les sanglots longs
Des violons
De l’automne

Gli Alleati furono così avvertiti che l’azione avrebbe avuto luogo. Si preparava un evento storico che avrebbe decretato lo sbarco della guerra: lo sbarco in Normandia.
Quattro giorni dopo, alle ore 21 e 15 del 5 giugno 1944, Radio Londra diffuse la seconda strofa della poesia:

Blessent mon cœur
D’une langueur
Monotone

Era un segnale: diceva alla Resistenza francese che l’azione sarebbe stata compiuta in meno di quarantotto ore. Si trattava di un conto alla rovescia. Le navi prepararono gli ormeggi dirigendosi alla volta della Normandia. Il 6 giugno 1944 sarebbe avvenuto ciò che ormai è storia. Sarebbe stato il giorno più lungo della Seconda guerra mondiale, ma anche l’alba della vittoria, il preludio della Liberazione.
Terminata l’invasione Radio Londra avrebbe trasmesso la Quinta sinfonia di Beethoven. Un altro messaggio in codice: V come vittoria. Il messaggio che gli alleati attendevano con trepidazione.

I violini d’autunno di Verlaine avrebbero colpito al cuore anche il Terzo Reich, decretando la sconfitta, l’affondo definitivo dell’ideologia nazista.

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Commenti: 1

  • Marina Pilati
    7 novembre 2022, 17:31

    les violons sanglant d’autumne—blessent mon coeur d’un langueur monoton erano parole d’ordine usate per lo sbarco in Normandia. I l risvolto paradossale :Verlaine era un collaborazionista, favorevole alla Francia di Petain. O è proprio per questo che i suoi versi sono stati scelti?

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