Barbara Baraldi vive in provincia di Modena. Esordisce nel 2007 con ‘La ragazza dalle ali
di serpente’ pubblicato sotto lo pseudonimo di Luna Lanzoni. Nel 2008 Mondadori le dedica
un’uscita del periodico Il Giallo Mondadori pubblicando due romanzi: ‘La Bambola dagli occhi
di Cristallo’ e ‘Il giardino dei bambini perduti’. Per PerdisaPop, in una collana a cura di Luigi
Bernardi, già fondatore con Carlo Lucarelli della collana Einaudi Stile Libero Noir, esce nel 2007
‘La collezionista di sogni infranti’ a cui segue nel 2009 la novella noir ‘La casa di Amelia’. Tra
il 2006 e il 2009 vince alcuni premi letterari, tra cui il Mario Casacci (2006 e 2007), Orme gialle
(2009) e il prestigioso Gran giallo città di Cattolica nel 2007. Nel 2008 ‘La collezionista di sogni
infranti’ è finalista nella cinquina del pubblico al Premio Scerbanenco. Il suo romanzo ‘Lullaby –
La ninna nanna della morte’ inaugura nel marzo 2010 la nuova collana Le Torpedini dell’editore
Castelvecchi. ‘Scarlett’ (Mondadori), ambientato a Siena, esce a maggio del 2010 nella collana
Shout dedicata agli Young adults; prima ancora della sua uscita italiana, il romanzo è stato venduto
all’estero.
Barbara, intanto ti do il benvenuto a quella che non sarà la solita intervista chilometrica, ma
solo 4 chiacchiere contate.
- Prima chiacchiera: La tua biografia letteraria parla chiaro: un lunghissimo elenco di successi
in pochi anni. Il momento in cui tutto cambia nella vita di un artista è quasi sempre uno e ben
preciso. Qual è stato il tuo, quello in cui hai avvertito che ce la stavi facendo sul serio?
Non credo ci sia stato un momento preciso in cui tutto è cambiato. Nella mia vita, a dire la verità,
non ha mai funzionato così. Ogni traguardo, ogni cambiamento, è stato raggiunto grazie a piccoli
passi, fatiche giornaliere affrontate con dedizione. All’inizio coltivavo la scrittura segretamente,
come un fiore troppo delicato per essere svelato. Poi ho deciso di proporre il primo manoscritto per
la valutazione. Dopo una serie infinita di rifiuti o di proposte da parte di editori a pagamento (che
ero io rifiutare, confidando che prima o poi qualcuno avrebbe creduto in me senza chiedermi di
sborsare soldi) è arrivata quella che aspettavo: un editore di nicchia, ma serio e reperibile, almeno
su richiesta, in libreria. Ispirandomi a ciò che facevano le band musicali, ho creato una pagina
promozionale su Myspace. Ho cominciato con le presentazioni. Sono arrivate le prime mail da parte
di lettori che mi spronavano a continuare a scrivere, regalandomi le loro emozioni scaturite dalla
lettura. Contemporaneamente, ho tentato la via dei concorsi letterari. Penso che rappresentino un
ottimo modo per essere letti dai professionisti del settore. Così, è arrivata la vittoria al Gran Giallo
Città di Cattolica, uno dei concorsi di “genere” più importanti in Italia. È stata una grande emozione
sapere che scrittori come Carlo Lucarelli, Andrea G. Pinketts o Valerio Massimo Manfredi, avevano
letto e apprezzato il mio racconto; una vera e propria botta di adrenalina. Ho continuato a scrivere
con passione. Scrivevo la notte, la domenica o a volte la mattina prestissimo, prima del lavoro
canonico “che mi toccava fà, pe’ campà”, come direbbe un caro amico. Penso che per proseguire in
questo cammino, la passione sia necessaria quanto la determinazione, unita a una certa incoscienza.
Passo dopo passo, sono arrivata alla pubblicazione con Mondadori. Ma il cammino è ancora lungo.
E la strada sempre in salita.
- Seconda chiacchiera: ‘Lullaby’ racconta di vite ossessionate, che nascondono le proprie
pulsioni agli occhi degli abitanti della provincia, incapaci di vedere oltre la veste di apparente
normalità che mostrano. Uno scrittore che non trova l’ispirazione, una studentessa in
continue crisi di autolesionismo, una famiglia modello che custodisce un segreto ancorato
nel passato. Cosa può spingere una persona normale a trasformarsi in un assassino? E cos’è
normale?
Spesso mi capita che l’idea per un romanzo nasca da una visione, da cui scaturiscono delle
domande. Difficilmente, al termine della stesura, mi trovo in mano le risposte; più spesso, altre
domande. I personaggi di Lullaby sono in bilico tra le loro aspirazioni e la cruda quotidianità, fatta
di frustrazioni e di esistenze al margine. La violenza è palpabile, nel microcosmo esistenziale del romanzo. Attraverso i resoconti dettagliati dei telegiornali, entra nelle case senza alcun filtro. Si
insinua e si propaga attraverso un segreto terribile custodito gelosamente. Penso che non esista la
normalità, e che ricercarla in maniera ossessiva, possa portare alla pazzia.
- Terza chiacchiera: Sul tuo sito definisci ‘Scarlett’ un libro urban fantasy/supernatural
romance. Aiuto! Vieni in soccorso a chi come me non è pratico di catalogazioni. Cosa deve
avere un romanzo per essere tutto questo contemporaneamente?
Sono sempre stata in difficoltà nel definire i miei romanzi, e Scarlett non fa eccezione. E così, per
fortuna, mi sono venuti in soccorso gli appassionati di fantasy. Qualcuno l’ha definito un urban
fantasy perché il fantastico e il quotidiano, in Scarlett, si fondono. Niente draghi, né orchi, ma una
vita ordinaria che diventa straordinaria. Altri, l’hanno inquadrato come un supernatural romance,
sottolineando la storia d’amore a sfondo soprannaturale tra l’introversa Scarlett e il bassista della
band più popolare del liceo, Mikael. Dove sta il soprannaturale in tutto questo? Leggete Scarlett, e
lo scoprirete.
- Quarta chiacchiera: Scarlett ha sedici anni e si è appena trasferita a Siena. Nella nuova scuola
conosce Mikael, un ragazzo con gli occhi chiari come il ghiaccio che nascondono il fuoco di un demone. Leggendo la trama del libro, di quest’amore impossibile provato per una creatura appartenente a un altro mondo, attratta, ma allo stesso tempo timorosa che con la sua natura possa metterla in pericolo, ho pensato a Twilight. Non hai paura che ‘Scarlett’ possa passare,
agli occhi di lettori e critica frettolosi come me, come il tentativo di imitare un filone letterario
fortunatissimo e niente più?
Credo che non ci sia modo di difendersi dalla superficialità, particolarmente insidiosa se proviene
addirittura dalla critica. Trovo comunque divertente il fatto che Lullaby e Scarlett, usciti in
libreria a poco più di un mese l’uno dall’altro, abbiano avuto un destino clamorosamente opposto:
il primo ha atteso anni per trovare un editore perché considerato difficilmente catalogabile,
mentre qualcuno paragona il secondo a uno dei più grandi successi letterari dell’ultimo decennio!
Scherzi a parte, in realtà, in pochissimi hanno accostato Scarlett a Twilight. C’è stata una breve
discussione in merito su internet, cessata quando i partecipanti hanno cominciato a leggere
il romanzo. Provengo da un diverso background e se devo citare fonti di ispirazione penso
piuttosto, tra le tante, a Buffy l’ammazzavampiri. Adoravo quel serial, che comincia proprio con il
trasferimento della protagonista in una nuova scuola, dove conosce nuovi amici e deve affrontare
una realtà soprannaturale, per poi innamorarsi del vampiro Angel. E se vogliamo parlarne con
superficialità, Twilight racconta essenzialmente la storia d’amore tra una ragazzina e un vampiro
e vampiri, in Scarlett, non ce ne sono: la trama richiama creature dell’universo fantastico e dalla
suggestione “manga”, per non parlare del forte ancoraggio con le tradizioni e le leggende della
nostra penisola. E il retro di copertina, in questo senso, non è ingannevole: Scarlett è chiamata a
scegliere tra l’amore e l’amicizia, una tematica molto forte nel libro. Devo ammettere che sono
anni che coltivo il desiderio di scrivere una storia d’amore impossibile tra un essere umano e un
vampiro, sulla falsariga di un film che adoro: Dracula di Francis Ford Coppola, ma l’inflazione del
fenomeno mi trattiene. Scarlett appartiene a un filone del fantastico per ragazzi che all’estero ha
raggiunto proporzioni interessanti ma che, inspiegabilmente, in Italia viene identificato sempre e
solo con Twilight.
Questa era l’ultima chiacchiera: non mi resta che salutarti e ringraziarti per aver accettato il
mio invito, facendoti molti in bocca al lupo per il tuo futuro. Se vuoi lasciare un messaggio al
mondo intero, qui puoi farlo.
Evviva il lupo! E grazie per l’ospitalità! Ho racchiuso il mio messaggio in una bottiglia di vetro e
gettato in mare. Prima o poi, confido che qualcuno lo troverà.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Barbara Baraldi
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