Anche se non conosciutissimo a livello popolare, Angiolo Silvio Novaro (1866-1938) è stato uno dei letterati italiani più significativi del periodo a cavallo fra il XIX e il XX secolo. Celebre soprattutto per le filastrocche dedicate ai più piccoli, Novaro è stato un poeta, uno scrittore, un uomo di cultura e anche un’attivista politico in ambito socialista.
Per ricordare Eugenio Montale nel giorno dell’anniversario della nascita avvenuta a Genova nel 1896, ci avvaliamo dei versi che Novaro gli dedicò in lode della sua persona e della sua arte.
Vediamo la spiegazione e l’analisi della poesia A Montale.
“A Montale”: testo della poesia
Si dice, Eugenio, che non hai saputo
guardare oltre la muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Per me quell’oltre tu l’hai percepito
l’hai collocato nel luogo sconosciuto
dove vapora la vita quale essenza.
Ora che vivi tra bionde trasparenze
il tuo messaggio sul futuro si è chiarito.
Non mostreremo più
agli azzurri specchianti del cielo
l’ansietà del volto giallino.
Vivremo un nuovo destino
come fiori impazziti di luce.
Tutto m’è raro, impreveduto dono.
Grazia fiorita,
O vita!
“A Montale”: spiegazione e analisi della poesia
A Montale di Angiolo Silvio Novaro è essenzialmente una lode alla persona e all’arte del collega e conterraneo Montale. La dedica esplicita, nonché la scelta di rivolgersi a lui chiamandolo con il nome di battesimo, Eugenio, rende l’idea del rapporto di amicizia, stima e affetto che evidentemente intercorreva fra i due.
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Il componimento fa parte della raccolta Il piccolo Orfeo (Treves, 1929), uscita solo qualche anno dopo la montaliana Ossi di Seppia (1925).
Una particolarità della poesia di Novaro consiste nel fatto che essa si compone per gran parte di versi tratti dallo stesso Montale e, nello specifico, da Meriggiare pallido e assorto ("una muraglia / che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia") e Portami il girasole ("l’ansietà del suo volto giallino; dove sorgono bionde trasparenze / e vapora la vita quale essenza; agli azzurri specchianti / del cielo; il girasole impazzito di luce").
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Ne risulta una sorta di poesia nella poesia la cui essenza sta nell’"oltre" invocato da Novaro, che vuole essere una risposta, solare e positiva, alla negatività che pervade l’intera produzione montaliana.
Tutti possiamo, e anzi dobbiamo prendere coscienza che è possibile un’altra esistenza, carica di luce e di felicità, in contrapposizione al "male di vivere" che, invece, è l’asse portante della poesia di Montale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “A Montale”: la poesia di Angiolo Silvio Novaro dedicata al grande poeta ligure
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