

9 storie luminose in cui il bene è male
- Autore: Jo Güstin
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2024
Jo Güstin è nata a Douala, nel Camerun, e il libro pubblicato in Italia è solo il primo, per ora; si tratta di 9 storie luminose in cui il bene è il male (Il ramo e la foglia edizioni, 2024, traduzione di Luca Bondioli), dove l’orrore più puro, in alcuni racconti, è attraversato da un humour disturbante. Solo a fine lettura capiamo che noi occidentali non sappiamo nulla del Camerun; quelli che vivono in Europa si chiudono a riccio anche per motivi di illegalità.
Come il primo racconto dal titolo Marie-Lise o l’iniziativa. La bambina è così contenta di andare a Douala; un giorno avrebbe avuto un autista personale, soldi in quantità, si sarebbe liberata da Ibrahima, che in ogni caso l’aveva tolta da una miseria spaventosa. Douala è piena di gente, l’uomo la porta dal prete di zona che la violenta. Marie-Lize ritorna in macchina. Dolore e sangue. La bambina chiede a Ibrahima, che è quasi un padre, quanto ci vorrà per andare a Douala, e lui risponde che ci andranno presto, ma se vuole per ora può intrattenere dei turisti bianchi in albergo. Marie-Lize diventerà una prostituta di tredici anni.
Una parte dei racconti sono sulla violenza sulle bambine, ma anche sui bambini, che poi diventano guerrieri, eppure Jo Güstin non narra molto sull’orrore perpetrato, perché ci dice “ma cosa vi aspettate da una tredicenne poverissima?” I gruppi di olandesi e francesi, tutti maschi non più giovani, vanno veramente in Camerun come turisti assetati di cultura? Ma la scrittrice non vuole e non può spiegare perché il paese africano sia così marcio, anche se non mancano persone di grande cuore.
Si ha la sensazione che donne e uomini pregano per morire, per andare in un altro posto o da nessuna parte. Come può vivere un pedofilo se la scrittrice non mette sulla bilancia anche un humour nerissimo, come la pelle che hanno i bambini che guardano altri ragazzini che sono meticci, molto invidiati perché la vergogna tocca solo i neri come la pece. Improvvisamente Jo Güstin cambia registro, quando scrive di donne che sono entrate in politica o in comunità di lusso: le prende in giro con la borsa Vuitton e i foulard di Prada.
Chi scrive non capisce appieno la possibilità di cambiare registro stilistico in pochi racconti, ma in Camerun non si possono fare osservazioni moralistiche di stampo europeo, perché la morale annaspa e le ricette per portarla in auge sono pressoché in affanno.

9 storie luminose in cui il bene è il male
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