

Secondo un report presentato dall’Associazione Italiana Editori in occasione di Più Libri più liberi 2024 l’editoria italiana registra nei primi dieci mesi del 2024 un netto arretramento: calano le copie comprate (-2,1%) nelle librerie indipendenti, nella grande distribuzione e negli store online, così come i ricavi lordi (-1,1%). Nel rapporto illustrato alla fiera della piccola e media editoria di Roma stupisce soprattutto il calo delle vendite online che in tempo di pandemia aveva registrato una sensibile crescita: ad aggravare lo scenario è, poi, il fatto che a questa riduzione non corrisponde una crescita degli altri canali di vendita; parte della domanda è, dunque, persa, anche se le librerie fisiche conquistano quote di mercato maggiori.
A soffrire maggiormente sono soprattutto i piccoli e medi editori, mentre se la passano meglio i gruppi editoriali e le case editrici controllate e collegate.
Per quanto riguarda i generi più venduti tiene la narrativa italiana, ma anche straniera, che conferma il suo ruolo trainante nel mercato librario mentre si registra un sensibile calo delle vendite nella saggistica scientifica e universitaria. Minori anche le vendite di fumetti, di libri per bambini e ragazzi e di testi autoprodotti.
Al di là dei dati pare essere una convinzione diffusa anche tra gli addetti ai lavori: in una sconsolata lettera di fine anno a Dagospia lo scrittore Paolo Di Paolo rifletteva sugli ultimi dati che attestavano la scomparsa di circa un milione di lettori italiani nel 2024 e notava, impietosamente, come in quell’insieme neanche troppo ristretto confluissero scrittori con le case piene di copie omaggio che rimangono intonse, editor, redattori e caporedattori di giornali, insegnanti, e finanche studenti universitari di Lettere, insomma tutti quelli che i libri si sforzano di promuoverli.
Di fronte a questo sconfortante scenario abbiamo chiesto ad Allen Straffi, libraio indipendente di Viterbo, di condividere con noi il suo punto di vista e di raccontarci quali sono le strategie che la sua realtà sta mettendo in campo in questo momento.
Intervista a Allen Straffi, libraio indipendente
- Buongiorno Allen e grazie per il tempo che hai deciso di dedicare a Sololibri.net. Partiamo dallo scenario più attuale: il mercato librario sta davvero perdendo punti negli ultimi mesi? Hai riscontrato anche tu un trend negativo nella tua attività quotidiana?
Sì, è sostanzialmente vero: anche noi abbiamo riscontrato un calo delle vendite abbastanza netto nell’anno che si è appena concluso, un fenomeno che rientra nel trend nazionale e che posso motivare solo riguardo ad alcuni segmenti specifici.
I fumetti, ad esempio, hanno vissuto un vero e proprio boom negli ultimi due anni, dopo tanto successo è normale che le vendite, ad un certo punto, calino: per le nuvole parlanti siamo di fronte a un assestamento del mercato che ora è in una fase discendente.
Per quanto riguarda i libri per bambini e ragazzi, invece, le motivazioni vanno ricercate nello stesso campo editoriale: in questo caso tutti pubblicano tantissimi volumi, probabilmente troppi, e le grandi case editrici sottraggono fette di mercato all’editoria di qualità. Noi in libreria riserviamo molto spazio a queste pubblicazioni ma è sempre difficile riuscire a posizionarle tutte.
Un ultimo, enorme, problema è quello della saggistica scientifica universitaria: in questo caso dobbiamo considerare che i fruitori sono gli studenti che, in qualche modo, oggi riescono sempre più spesso a scaricare online questo tipo di testi, ed evitano, quindi, di comprare. In quest’ultimo segmento possiamo realisticamente prevedere che gli ebook conquisteranno quote sempre crescenti di mercato, diversamente da quanto avviene negli altri generi.
Di certo questo dato non è imputabile al mercato degli ebook. Nonostante una crescita lenta, e talvolta altalenante, negli ultimi quattro anni il mercato degli ebook ha oscillato tra i 70 e i 90 milioni di euro che, grossomodo, corrispondono al 6-7% del totale, una porzione che sostanzialmente non influisce in modo marcato sui risultati delle librerie.
- Molti addetti ai lavori del settore librario ed editoriale considerano ancora oggi i mesi della pandemia come un vero e proprio spartiacque. La tua realtà come ha vissuto i mesi di COVID-19? Cosa è cambiato, poi, nei mesi successivi, nelle vendite e nelle abitudini dei clienti?
In questo caso ci siamo trovati di fronte a un fenomeno inaspettato: c’è stato, infatti, un sensibile aumento delle vendite dopo la pandemia e un calo più recente. Anche in questo caso credo si tratti del ritorno a un equilibrio fisiologico, da collegare al fatto che le persone hanno gradualmente riscoperto abitudini che per circa un paio d’anni avevano messo da parte.
- La tua libreria ha da poco festeggiato i 16 anni di attività. Se dovessi tracciare un provvisorio bilancio quali sono state le azioni e le strategie che l’hanno resa un punto di riferimento non solo a Viterbo, ma in tutta la provincia?
La differenza la fa la scelta dei libri che decidiamo di tenere a catalogo: gli scaffali di una libreria dovrebbero essere l’estensione della biblioteca personale del libraio, quindi in libreria dovrebbero esserci, almeno idealmente, tutti i volumi che vorremmo avere a casa nostra. In linea di massima questo è ciò che cerchiamo di proporre, tenendo ovviamente presenti anche le dovute concessioni a un mercato in costante iperattività.
Altro aspetto essenziale – per quanto scontato possa sembrare – è l’attenzione verso il singolo cliente, quando viene a trovarci in libreria, la cortesia con cui lo trattiamo e che i nostri habitué ci riconoscono.
Ci fa davvero piacere quando qualcuno che frequenta assiduamente la nostra libreria condivide nelle stories di Instagram la sua presenza qui e anche i social, con le loro differenze, sono canali che, per quanto impegnativi – si tratta di un lavoro vero e proprio –, cerchiamo di ravvivare costantemente, dal momento che rappresentano una vera e propria vetrina a portata di tantissimi.
Ultimo ma non meno importante, il nostro sito web, una necessità ormai, con un catalogo che è difficile tenere sempre aggiornato ma che ci permette di effettuare vendite online in tutta Italia. Vorremmo dedicargli maggiore cura e attenzione in futuro, pur nella consapevolezza che non possiamo certo essere competitivi con i grandi store online.
- Questa libreria ha da sempre dedicato grande spazio e attenzione alle pubblicazioni per bambini e ragazzi. Si è rivelata una scelta vincente? Le nuove generazioni di nativi digitali che rapporto hanno con l’oggetto libro?
Sì, è stata veramente una scelta che nel tempo ci ha dato grandi soddisfazioni: a noi piacciono molto i libri per bambini, a volte sono dei veri e propri capolavori artistici, e bambini e ragazzi sono spugne, se gli proponi un libro lo accettano volentieri e a volte ne rimangono incantati.
Il problema non sono i nativi digitali quanto, piuttosto, il fatto che in molte case non entrano i libri: quando questo avviene è difficile anche per i più piccoli familiarizzare con l’oggetto libro. A volte, poi, ci troviamo di fronte a un atteggiamento assurdo da parte degli adulti: non si può dire a un bambino: «Il libro non te lo compro perché non sai ancora leggere». Chi fa affermazioni del genere dimostra di non aver mai letto un libro ai propri figli, anche se ormai è appurato da studi scientifici che leggere libri ai bambini, dai primissimi mesi, sviluppa maggiormente la sfera cognitiva e nella quasi totalità dei casi saranno ottimi lettori.
Un libro per i bambini di pochi mesi è come un gioco, andrebbe utilizzato in quel modo, è un aspetto importantissimo. Poi crescono e noi adulti dobbiamo solo adottare qualche accortezza: proprio per questo ho appeso, qui in libreria, il manifesto che illustra i novi modi che Gianni Rodari aveva individuato per insegnare ai bambini a odiare la lettura: presentare il libro come un’alternativa alla televisione (vedi oggi tablet o videogame), dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più, rifiutarsi di leggere al bambino, ecc. Sono consigli scritti negli anni Settanta eppure ancora oggi rimangono di una attualità sconvolgente.
- Quali sono i generi preferiti dai lettori di un piccolo capoluogo di provincia? Quali sono stati i libri che quest’anno hanno registrato le migliori performance di vendita?
Oltre ai libri per bambini e ragazzi, la narrativa, italiana e straniera, è senz’altro il genere più apprezzato. Alla fine di dicembre stiliamo sempre una classifica delle vendite annuali della libreria ed è sempre motivo di soddisfazione dal momento che i primi posti sono sempre occupati da scrittori di qualità, spesso assenti dalle classifiche nazionali.
Quest’anno il podio se lo è aggiudicato Zerocalcare con Quando muori resta a me, un fumetto che, ancora una volta, conferma la sensibilità dell’autore e delle sue storie. Secondi, a pari merito, La vegetariana del Premio Nobel Han Kang e Bebelplatz di Fabio Stassi, due libri che ho letto e apprezzato molto, consigliandoli, poi, anche ai clienti e questo è un elemento che ha sicuramente influito sulle vendite.
Un decimo posto di tutto rispetto se l’è conquistato Intermezzo, la quarta prova di Sally Rooney, un fenomeno in ascesa, una scrittrice ancora giovane che per noi è stata una bella sorpresa, i suoi romanzi riescono a fotografare una generazione, quello che pensa, che fa e come si muove in questo presente ipertecnologico. Al di là delle classifiche, poi, le vendite quest’anno hanno certificato il successo di Michela Murgia e anche i finalisti del Premio Strega, in genere, sono sempre molto apprezzati dai nostri clienti.
- Per il prossimo futuro quali sono le principali sfide che le librerie indipendenti si troveranno ad affrontare?
Una sfida degna di questo nome potrebbe essere quella di convincere i grandi editori a pubblicare meno ma è di fatto una sfida impossibile perché ormai il ciclo di vita di un libro ha tempi ridottissimi e le scelte dei grandi nomi dell’editoria italiana dipendono dai numeri realizzati dalle grandi librerie.
Di questa superfetazione è complice anche la stampa digitale, che consente tirature molto basse: ormai, di fatto, per un editore (grande) sembra non ci sia più rischio d’impresa e quindi si pubblica di tutto e di più sperando di beccare qualche best seller.
Un altro problema connaturato al mondo editoriale sono le grandi, sempre più grandi, concentrazioni di editori: in molti casi gli stessi soggetti – tra l’altro sono sempre di meno – sono allo stesso tempo gruppi editoriali, distributori e librai, ovviamente di catena...
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Perché calano le vendite di libri? Intervista ad Allen Straffi, libraio indipendente
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La confusione nasce dal fatto che tutti pubblicano: attori, giornalisti, stelle della TV,
mentre la scrittura è patrimonio soltanto di autentici scrittori e il lettore va in confusione.
Non si proomuove più la elevata letteratura e la colpa è anche degli svedesi che assegnano il Nobel ad autori mediocri (eclatante il caso di uno scrittore al quale fu dato il Nobel ignorando che collocò la tragedia di Dresda in GIUGNO!!anziché al 25 febbraio 1945.)Non fu dato il Nobel a Philip Roth e lo attendono ancora (ma invano) Margaret Atwood, Elizabeth Strout e la Allende. Per rimediare ci vorrebbe una commissione di intellettuali capaci di selezionare le opere, INDIPENDENTEMENTE dai troppi premi letterari.
Luigi Guidi, scrittore di short stories.
Vi siete mai posti il problema, per quanto riguarda
la narrativa italiana, della bassa qualità ( eufemismo) degli scrittori e scrittrici contemporanei?