In un contesto in cui si parla di tutto e naturalmente anche di molta fuffa, ogni tanto emergono delle notizie che dovrebbero essere sostenute di più e con maggiore attenzione. Una di queste riguarda la chiusura di molte librerie indipendenti che non riescono a sostenere il caro affitti.
Il libero mercato non si può limitare e dunque nessuno può impedire che i prezzi salgano, a volte anche in modo assurdo, come a Milano e in altre città. Tuttavia, la politica, che combatte a volte battaglie ridicole per gettare fumo negli occhi, potrebbe immaginare, come è già stato fatto in altre città europee, un intervento per limitare questi danni.
Affitti agevolati per le librerie: la soluzione attuata a Barcellona
Tra le possibili soluzioni a questo problema, un Comune, con l’aiuto del Governo e della Regione, potrebbe acquistare alcuni immobili e affittarli a prezzo agevolato a chi porta avanti un commercio, come la vendita di libri, con una valenza anche culturale e a mio modo di vedere necessaria per la vita civile e sociale di un paese. Questo permetterebbe di aiutare anche il miglioramento di quelle vie, strade, quartieri e zone che sono magari degradate o frequentate da attività commerciali di basso livello. Per esempio, in una città come Barcellona, dove alcune botteghe storiche hanno chiuso, invece che lasciare l’immobile libero per un’attività uguale a tante altre, il comune ha deciso di acquisire lo spazio e di affittarlo ad un prezzo controllato ad attività che abbiano una valenza culturale (n.d.r. o ha previsto specifici sussidi per sostenere gli affitti).
Ora se io metto sullo stesso piano una marca di scarpe e una libreria faccio un errore logico: uno è un bene utile e facile, necessario e comune, l’altro è un bene difficile, non per tutti, ed erroneamente considerato superfluo. Ma è invece necessario. Non posso andare solo in biblioteca, se questa è presente nella zona dove abito e nemmeno frequentare sempre le librerie delle catene editoriali più forti, perché l’offerta di un libraio indipendente o di un libraio che vende con cura libri usati, come la libreria Scattisparsi di Ravenna, è insostituibile.
Perché non ci sono proposte concrete per evitare che le città vengano invase solo da un certo tipo di prodotti? Per carità la mia non è una critica al consumismo e nemmeno alle realtà commerciali che hanno la forza di pagare qualsiasi affitto. Ma credo che sarebbe necessario ragionare sul fatto che sostenere le librerie indipendenti in quartieri centrali e periferici aiuterebbe anche l’integrazione fra lettura, scuola, tempo libero e cultura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il caro affitti colpisce le librerie indipendenti: una possibile soluzione
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