Se sul vocabolario si cerca la definizione di welfare si trova “sistema sociale che vuole garantire a tutti i cittadini la fruizione dei servizi sociali ritenuti indispensabili; in it. stato sociale”. Il breve il welfare altro non è che lo stato sociale. Ma cosa vuol dire a livello pratico e come funziona? Spesso e volentieri si tende oggi a dare alla parola un significato approssimativo e non del tutto corretto. Per chiarire esattamente di cosa si tratta andiamo a vedere l’esatta etimologia della parola welfare, le origini e cosa è arrivato a significare welfare applicato nei contesti aziendali.
Welfare: cosa vuol dire, come funziona e origini
Questa parola deriva dall’inglese e, come spesso accade, prendere parole in prestito da altre lingue rende nebuloso il significato nella nostra. Se si procede con la traduzione letteraria welfare vuol dire “stare bene, benessere”. Il termine nasce in Gran Bretagna appena dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Il paese era devastato, la popolazione stremata, tutto era da risistemare; il governo laburista mirava ad aiutare le fasce della popolazione più deboli come le donne rimaste vedove, gli orfani, le persone rimaste senza casa e senza soldi. Proprio qui e in questo contesto, con lo stato in fase di ricostruzione, nasce il termine welfare intendendo quel benessere che andava riportato alla parte di popolazione più disagiata che con la guerra aveva perso tutto.
Per welfare state, quindi, si intende uno stato che si prende cura della popolazione debole, uno stato dove la politica si impegna a garantire un reddito minimo alle famiglie e ai singoli perché possano avere un tenore di vita decente e possano reinserirsi nella società. L’idea del welfare è quella di mettere ogni singolo cittadino nelle condizioni di affrontare serenamente malattia e vecchiaia e andare ad aiutare chi, per le ragioni più disparate, si ritrova senza un lavoro. il welfare state mira anche a garantire indistintamente a tutti i suoi cittadini le migliori prestazioni possibili nei vari servizi come sanità e istruzione, ad esempio.
Welfare ieri e welfare oggi: il welfare aziendale
La definizione di welfare che abbiamo dato dipinge l’origine della parola ma non il suo attuale significato; quello che abbiamo detto finora può essere fatto valere in un periodo di tempo circoscritto al dopoguerra, fino alla caduta del governo laburista nel 1951. Cosa vuol dire oggi welfare? Questa parola è stata fatta rinascere e non indica più un determinato tipo di stato come istituzione ma uno stato sociale, uno stato assistenziale, uno stato che vuole eliminare le diseguaglianze economiche e sociali e che assiste le fasce più deboli della popolazione. In Italia, in particolare, il termine è stato preso e riadattato per indicare questo tipo di assistenza che viene erogata dallo stato alle fasce deboli della popolazione come disabili, pensionati, disoccupati. Prima dell’introduzione del termine welfare questo tipo di assistenza veniva chiamata previdenza sociale.
Passiamo ora a parlare del welfare aziendale: cosa vuol dire? Si tratta di un nuovo pilastro della retribuzione che prevede l’introduzione di un sistema di prestazioni non monetarie e servizi a sostegno del dipendente. Si tratta, in poche parole, di facilitare la vita del dipendente andando a fornirgli una serie di servizi e agevolazioni.
Ogni azienda ha un proprio welfare aziendale, quella serie di benefit e iniziative che vengono disposte ed erogate sia per decisione autonoma che per accordo con le rappresentanze sindacali; l’idea che ci sta dietro è quella di sostenere il reddito dei lavoratori con altre forme di pagamento e ricompensa oltre al denaro così da accrescere il benessere lavorativo e familiare rispetto a quando si riceve solo la retribuzione classica (busta paga).
Quando il welfare aziendale è presente il lavoratore ottiene una serie di prestazioni che vanno oltre la componente monetaria, prestazioni che rispondono a varie esigenze della sua vita. Qualche esempio?
- smart working;
- buoni per la spesa;
- libri scolastici;
- copertura spese esami specialistici;
- servizi di assistenza all’infanzia;
- dentista gratis per dipendente e familiari;
- nido aziendale;
- rimborso spese carburante;
- corsi creativi e non;
- sconti per attività sportive di ogni tipo;
- sconti per attività culturali di ogni tipo.
Questo elenco rende bene l’idea di cosa sia, a livello pratico, il welfare aziendale. Cosa ci guadagna, invece, l’azienda? I lavoratori saranno maggiormente stimolati a raggiungere obiettivi e a fornire prestazioni sempre migliori spinti dalla motivazione e dall’aumento di fiducia nell’organizzazione ambientale. Anche l’assenteismo tende a ridursi e la brand reputation migliora. La produttività aziendale aumenta in un circolo virtuoso dato dallo stare bene di tutti quanti, dai piani più alti a quelli più bassi di un’azienda che gioca e vive come una vera squadra.
Si può dire che il welfare aziendale fornisca molteplici vantaggi sia ai dipendenti che alle aziende, in conclusione.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Welfare: cos’è, cosa vuol dire e come funziona
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