Teorema Catherine di John Green

"In materia di donne (e nel caso di Colin era una materia molto importante), tutti hanno un tipo.
Il tipo di Colin Singleton non era fisico ma linguistico, a lui piacevano le Catherine.
Non le Cathy, Katie, Kitty, Rynn, Trina, Kay, Cate o, Dio ci scampi, le Katherine.
Le C-A-T-H-E-R-I-N-E.
Aveva avuto diciannove storie.
E tutte con ragazze che si chiamavano Catherine.
E tutte – nessuna esclusa – l’avevano mollato."

Teorema Catherine (Rizzoli, 2014), creatura partorita dalla mente sagace di John Green, si apre in questo modo.
Colin Singleton, ex ragazzo prodigio e forse futuro genio matematico, nonché amante degli anagrammi sarebbe un ragazzo comune, se trascurassimo la sua spiccata intelligenza e la passione per le Catherine: diciannove Catherine che inconfutabilmente gli hanno spezzato il cuore.

Il protagonista di questo allegro romanzo (no, forse non potremmo definirlo allegro, tuttavia potremmo utilizzare il termine singolare) dopo le svariate delusioni che gli hanno invariabilmente distrutto le prospettive di una felice relazione amorosa decide di utilizzare i suoi emisferi cerebrali per sviluppare un Teorema, capace di fornirgli preventivamente le informazioni sufficienti per determinare l’esito che potrebbero avere le sue storie.
Non sarebbe fantastico?
Avere tra le mani una formula del genere rivoluzionerebbe completamente il nostro pianeta, togliendo tuttavia quel pizzico di magia che più ci caratterizza.

Dunque, in un’estate afosa, Colin partirà per realizzare il progetto scientifico tanto idealizzato, insieme al suo fidato amico Hassan, in cerca della giusta ispirazione.
Tuttavia lungo la strada incontrerà diversi personaggi tra cui Lindsey Lee Weels, l’unica ragazza a non chiamarsi Catherine che colpirà il nostro baldo giovane, la ragazza che nel corso del romanzo più mi ha insegnato cosa vuol dire essere se stessi.
Forse è proprio questo che vuole trasmettere John Green, autore che, a mio parere, non riesce a scoccare una freccia tale da far divampare un incendio, bensì è capace di far brillare la fiammella e mantenere accesa la scintilla dentro cui ogni lettore può rispecchiarsi.

Notevoli sono i commenti a fine pagina, con divertenti aneddoti su presidenti e scienziati, formule matematiche di cui l’intero romanzo è intriso, anche se non in modo pedissequo così da permettere anche ai più restii nei confronti del mondo matematico di poter seguire i ragionamenti senza perdersi nei meandri più bui dei numeri.

Un racconto veritiero ed esemplare, profondo in diversi momenti, che ad una prima occhiata potrebbero apparire banali e comuni.