

Giovanni Grasso, il poeta siciliano del candore religioso, in questo poemetto intitolato La Matri Santissima dû Lumi con l’abilità del cantastorie narra poeticamente la storia della Madre Santissima del Lume e la devozione per Lei diffusa in molti paesi dell’isola, e non solo.
Ntȏ 1722, ‘na matina, chi vi pari,
mentri ca ȃ la Madonna ci prijava,
a sta arriminavintùra ìu a truvari
(Nel 1722, una mattina, che vi sembra,
nel mentre che pregava alla Madonna,
a questa chiaroveggente andò a trovare.)
la Vìrgini Santa ci s’apprisintava,
sutta ‘nfasciu di luci luccicanti,
era ȃ Màtri di Diu ca ci spuntava
(La Vergine Santa ci si presentava,
sotto un fascio di luce abbagliante,
era la Madre di Dio che le appariva).
Sono i versi del lungo poemetto, in terzine incatenate e con traduzione in lingua, con cui Giovanni Grasso, che utilizza la lingua parlata dell’area jonica, racconta la storia della Madonna del Lume a partire della sua apparizione fino alle feste che in suo onore si celebrano in tanti continenti.
“La Matri Santissima dû Lumi”: un poemetto devozionale
Un’affascinante poesia devozionale quella di Giovanni Grasso che non finisce di sorprendere il lettore per la ricchezza dei dati conoscitivi e per l’invenzione ritmica e sensoriale a essi data.
L’opera, edita da Sicilgrafica di Agrigento in data settembre 2022, ha una complessa elaborazione, giacché comprende anche una scrittura d’archivio in prosa. Sono le note esplicative, paese per paese, a costituire un valore aggiunto: sicché il lettore ha così ulteriori opportunità di approfondimento dell’argomento.
Belle le immagini in bianco e nero di tele che piacevolmente coinvolgono la visività. Si può dire che è un’accurata documentazione storica e testimoniale a mettere in moto l’energia creativa del poeta, indirizzata a solide costruzioni, fra cui in primo luogo l’origine del culto e la spiegazione del perché fosse stata chiamata così.
La poesia rievoca, descrive, rappresenta con grande passione e con forza travolgente. Si esplica e si sviluppa come excursus, cercando ogni appiglio per svolgersi. Interessano al poeta le varietà delle situazioni, congiungendole in modo da salvaguardare l’unità del narrato.
L’invocazione è sincera. Scevra di ogni retorica, si conclude come preghiera perché la Madonna rivolga lo sguardo sul dramma del mondo, sulla sua realissima condizione attuale.
La devozione, lungi dal risolversi in una mera operazione di folclore, diviene pertanto una seria operazione di valutazione della condizione umana oppressa dalla stoltezza dello smarrimento. Lo scenario è di una fervida riverenza; è la vittoria della fede e della speranza di cui si fa interprete il cantore Giovanni Grasso, e sapiente è nei suoi versi il percorso spirituale di conversione e di abbandono.
È questo il motivo di fondo del poemetto che manifesta attraverso la fede mariana il desiderio della rinascita. È la conclusione del più radicale e candido ottimismo ad incantare, facendo ritrovare l’anima, ormai smarrita, del fanciullino poetico che fiduciosamente s’apre all’intervento miracolistico.
La Madonna dei Lumi: un viaggio alla scoperta della fede popolare
Così, il poemetto è un viaggio di scoperta della fede popolare che nei luoghi tipici del bene sa mantenere e tutelare nel sacro l’identità collettiva.
In tale ottica, viene evidenziato quel che Voltaire non sarebbe riuscito a comprendere. Non è un caso che questa storia inizi proprio in pieno secolo dei lumi, tanto irriverente nei riguardi della trascendenza.
È la festa che occupa lo spazio di atteggiamenti fideistici quali danno valore alla scrittura con immagini di intensa corposità e segna la conclusione di un percorso da cantastorie come arte del dettaglio verso la capacità di guardare oltre la ragione:
Comu l’unni dû mari quannu amminazza,
e li cavadduni tra d’iddi viditi assicutari,
finu ca ȃ la praia sprajunu ȃ so’ scumazza
(Come l’onda del mare quando minaccia,
e i cavalloni tra di loro si rincorrono,
fino che nella riva finisce la loro schiuma,)
accussì viditi tanti manu sciddicari,
lu Quàtru dȃ Madonna finu ca veni pusàtu,
dintra la “vara” unni û mastru po’ sistimari.
(così vedete le tante mani fare scivolare,
il Quadro della Madonna fino che viene posato,
nella “vara” dove il maestro lo può sistemare.)
Le chiese e i santuari dedicati alla Madre SS. del lume, i quadri che pittori ignoti hanno ricavato da quello originale avuto in sogno e le statue della Vergine, le processioni e il tripudio collettivo, il sacro mescolato al profano, la banda musicale e i giochi d’artificio sono le tessere di un ampio mosaico nel quale al centro si può immaginare il poeta che evoca un episodio familiare: quando, ancora nella culla, fu portato dalla madre alla festa della cittadina di Linèra.
…e mia madre, già mi ci ha portato: // con gioioso immenso piacere, dentro una culla tutto ben coperto, / per le grida di gioia farmi sentire!
Episodio, questo, che ha lasciato tracce indelebili nel flusso della memoria e che sicuramente va letto come la genesi vissuta della sua complessa e raffinata scrittura. Andando avanti nella lettura, si incontra San Calogero di Naro, di Agrigento, di Sciacca, che nell’etimo greco significa “bel vecchio”: il più povero dei santi, un unico santo in luoghi diversi a cui si chiedono a squarciagola miracoli.
Allo stesso modo della Madonna dei Lumi: perché l’onora ciascun paese.
Siamo a Palma do Montechiaro, la cittadina che accoglie il monastero di cui si parla nel Gattopardo.
E qui il poeta intrattiene il lettore parlando del quadro, tesoro di famiglia dei Tomasi, somigliante a quello della Madonna SS. del Lume.
Il sacro, dunque, come transito da una località all’altra è allora il motivo conduttore delle plurime descrizioni che fanno principalmente conoscere una sorta di “altrove” siciliano in un racconto poetico di particolare fascino.
Sono, queste, soltanto alcune indicazioni sull’importanza della pubblicazione e si dovrebbe sperare che il volume, data la sensibilità, la serietà, il rispetto e l’impegno metodologico con cui è stato costruito, possa raggiungere il maggior numero di lettori.
È infatti sulla condivisione che poggiano le ricerche culturali, in caso contrario resterebbero mute senza che nessuno possa decifrarle.

Recensione del libro
A Vinirazioni di Sammastianu
di Giovanni Grasso
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La storia della Madonna Santissima dei Lumi nella poesia di Giovanni Grasso
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