Risposta sbagliata di Paolo Domenico Montaldo

Risposta sbagliata di Paolo Domenico Montaldo (Yowras Editrice, 2020) è la prima avventura con cui facciamo la conoscenza del commissario Incantalupo. Il commissario è stato trasferito “in quella città che ricorda Parigi, in quel piccolo commissariato di periferia”.

Il commissario detto Lupo è sconvolto dopo aver fatto conoscenza con i luoghi e le persone con cui è costretto a interagire:

“Siamo io, il mio vice Santini, Marianna Morando, agente scelto di appoggio, un criminologo laureato che tutti considerano una testa fina, uno che fa le statistiche sui morti ammazzati per molti commissariati e che non ho ancora capito bene a cosa servano, e un agente di rimpiazzo, oltre ai due agenti di pattuglia e ad una seconda agente che assiste un po’ tutti e fa un po’ di tutto, ma del resto anche io faccio un po’ tutto e assisto un po’ tutti.”

Lui che:

“Era nato a Milano, anche se suo padre era pugliese, originario di un paese sistemato lontano dal mare come può essere un posto piatto, depresso, pieno di caldo carico di sole. Lui era sui quaranta, forse qualcosa meno, forse qualcosa di più, ed era già un po’ grigio di capelli, brizzolato, anche se ancora folto di capigliatura. Un fisico asciutto, quasi secco. I suoi vecchi colleghi, quelli del suo commissariato che un po’ rimpiangeva, lo chiamavano Lupo, un po’ per il suo profilo che, con il pizzetto corto e preciso e i baffi, anche loro molto corti, come irrigiditi e sottili, ricordava proprio quello di un lupo, ma soprattutto per il suo cognome che era Incantalupo.”

Il commissario Incantalupo inizialmente ha a che fare con un brutale omicidio la cui vittima è fatta a pezzi e smembrata, i suoi intestini calpestati fino a ridurre il tutto a una massa sanguinolenta. Chi ha potuto commettere un atto simile? E perché? A questo seguiranno ben altri trentaquattro omicidi efferati, prima di giungere a una sofferta risoluzione del caso.

Un giallo dalle atmosfere truci e sanguinolente, dove il male giunge a un pericoloso confine con la pazzia. L’autore è particolarmente abile nella descrizione di fatti e persone, sempre descritti minuziosamente. La trama sempre coerente e ben costruita unita a una prosa fresca e semplice costituisce il prodromo per una lettura di genere particolarmente densa e sanguinaria. Per gli amanti del thriller a tinte forti.