L’amore è un’interezza condivisa, secondo Erri De Luca. Ogni testo poetico dell’autore propone un’intensa riflessione sul valore delle emozioni e delle esperienze. Parlando d’amore, Erri De Luca ci invita a riflettere sulla possibilità di un legame che supera l’individualità tanto da operare una fusione tra due esseri.
In questa poesia, dal titolo emblematico Due, spesso conosciuta con il primo verso Quando saremo due, De Luca definisce l’amore come un’unità sdoppiata, contraddicendo ogni regola matematica che vede nell’unità un singolo elemento che costituisce l’insieme, invece ecco che Erri De Luca vede nell’unità l’insieme ed è questo ciò che chiama “amore”. È un pensiero che sfida ogni logica e certo pone in discussione il nostro sacro individualismo: forse è la lezione più ardua da imparare, che tuttavia a volte è in grado di sopraffarci con la tempesta dell’innamoramento.
La risposta è nell’intero o nella metà? Nella visione romantica di Erri De Luca è nell’intero che equivale alla metà che è contenuta la chiave del mistero.
La visione dell’amore di Erri De Luca travalica la sfera terrena e ci trasporta nel mondo onirico e surreale, proprio come un quadro di Magritte, vediamo perché nell’analisi della poesia.
Quando saremo due è contenuta nella raccolta Solo andata. Righe che vanno troppo spesso a capo (Feltrinelli, 2014).
“Due” di Erri De Luca: testo
Quando saremo due saremo veglia e sonno
affonderemo nella stessa polpa
come il dente di latte e il suo secondo,
saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,
come i cieli, del giorno e della notte,
due come sono i piedi, gli occhi, i reni,
come i tempi del battito
i colpi del respiro.
Quando saremo due non avremo metà
saremo un due che non si può dividere con niente.
Quando saremo due, nessuno sarà uno,
uno sarà l’uguale di nessuno
e l’unità consisterà nel due.
Quando saremo due
cambierà nome pure l’universo
diventerà diverso.
“Due” di Erri De Luca: analisi e significato
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Due di Erri De Luca ricorda il bacio surreale nel celebre dipinto di René Magritte, Les amants, Gli amanti, in cui il pittore belga raffigura due teste avvolte in un panno bianco ritratte nell’atto di baciarsi.
Sul quadro aleggia un inafferrabile sentore di mistero; ma il segreto è contenuto nell’immagine stessa che sfida i canoni di rappresentazione tradizionale. Mostrandoci le teste dei due amanti bendate, René Magritte di fatto cancella l’individualità dei soggetti e rende quel bacio, simbolo della loro unione, una specie di sintesi metafisica di anime.
L’amore ritratto da Magritte appartiene a un universo onirico, surreale, sembra trasfigurato al di là dal tempo e dallo spazio, in cui gli amanti appaiono perpetuamente uniti in un attimo di passione. Così è la poesia di Erri De Luca che trasfonde in parole il medesimo concetto: ovvero il momento in cui gli amanti, per la prima volta, si scoprono come unità indivisibile.
Nella realtà le due metà esistono ed è bene ricordarlo, perché amore non è mai annullarsi o perdersi nell’altro, ma Erri De Luca in questa sua poesia-visione romantica vuole trasfigurare il mistero dell’amore, che è dato proprio da quella sensazione che sfida ogni logica matematica e fisica, quella pazzia momentanea che fa sentire il nostro cuore battere in un corpo diverso dal nostro.
Tutti prima o poi hanno provato, almeno una volta, questa sensazione folle ed estatica, inesprimibile, che Erri De Luca rende dicibile attraverso lo scambio di un sentimento muto che si esprime con un linguaggio non verbale, che appartiene solo al corpo, proprio come accade nel quadro di Magritte.
La grande domanda che il pittore belga pone all’osservatore nel dipinto Gli amanti è: come possono baciarsi senza labbra? Magritte ci sta mostrando un bacio privato dell’elemento essenziale del bacio, ovvero la bocca; eppure, guardandolo, non abbiamo alcun dubbio che quel bacio sia reale, anzi, abbiamo la sensazione che siano due anime a sfiorarsi e a confondersi.
La stessa spiegazione ce la offre Erri De Luca con il suo bizzarro sillogismo: “Quando saremo due, nessuno sarà uno” e pure quando dice:
Uno sarà l’uguale di nessuno
Il poeta, come il pittore, ci sta fornendo una visione filosofica dell’amore, qualcosa che travalica la sfera dell’essere e raggiunge il piano metafisico. Dicendo che “uno è uguale a nessuno”, De Luca ci sta spiegando che l’amore è il contrario della solitudine.
De Luca esprimeva la stessa idea nel libro Il contrario di uno (Feltrinelli, 2013), quando affermava che:
"Due non è il doppio ma il contrario di uno, della sua solitudine. Due è alleanza, filo doppio che non è spezzato".
Quando saremo due. L’amore, secondo l’autore, è questo doppio che diventa unità: è un “essere due” che, a ben vedere, è molto più del doppio di uno.
Recensione del libro
Il contrario di uno
di Erri De Luca
La sfida non consiste tanto nel comprendere se sia giusto o possibile - così come non interrogheremmo in questi termini il quadro di Magritte - ma nell’intuire che con queste parole ci sta descrivendo una sensazione che solo chi l’ha provata può comprendere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Quando saremo due”: il significato della poesia d’amore di Erri De Luca
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L’opera di Magritte "gli amanti", sembra avere a che fare con aspetti autobiografici e con la necessità di mettere un confine piuttosto che inneggiare alla fusionalita’. L’artista è stato segnato in eta’ precoce dalla morte della madre, suicidatasi nel fiume Sambre e ritrovata, secondo alcune fonti, con il volto ricoperto dalla camicia da notte.
Pertanto esaltare l’amore fusionale come qualcosa di straordinario, in realtà è come parlare di morte, della scomparsa dei confini. L’amore fusionale crea un magma indifferenziato che equivale alla morte psichica e fisica. Ristabilire i confini, le differenze, l’accesso alla differenziazione riattiva i sensi, il pensiero , conduce alla vita. Probabilmente per Magritte, l’utilizzo di un tessuto come confine tra i corpi è la strada per non soccombere a pensieri fusionali, per differenziare la morte dalla vita. E.R.
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