Profili di Luigi Malerba

Il romanziere Luigi Malerba, come se fosse stanco delle sole parole, crea un libro di figure e di aforismi. Tout se tient. Sempre stato sensibile ai paradossi e alle novità della narrativa italiana, lo scrittore riempe di parole oggetti che lui stesso ha disegnato. Paolo Mauri nell’introduzione del libro scrive:

"Certi profili sono dunque citazioni: il cucchiaino
che dichiara di non essere un cucchiaino, ma un omaggio a Magritte, libera il campo al profilo di una pipa, che invece è solo una pipa, pur non essendo affatto
una pipa, ma solo il disegno di una pipa. Come voleva Magritte. «Ho cercato di disegnare anche il profilo del fumo», ma senza riuscirci, ammette l’autore".

I profili di Malerba eccitano pensieri quasi sempre trasversali.
Novanta oggetti, novanta pensieri, non spontanei, molto studiati, con una certa ossessione per il filosofo Karl Jaspers, magari finito in una tazza o un cucchiaino.
Lo scrittore sembra il primo ad essere stupito di poter fare anche in questo modo letteratura, non necessariamente solo divertissement, ma anche spunti di riflessione di natura illuminista. Nella prefazione lo scrittore ci dà delle coordinate, dei punti fermi, affinché questo testo non si riduca a solo paradosso:

"Tracciare con il pennarello il profilo intorno agli oggetti
che stanno sul nostro tavolo o in giro per la casa può significare qualcosa. Forse prima di tutto una frustrazione: invece dei profili con il pennarello
forse l’autore avrebbe preferito impegnarsi converi disegni rappresentativi, che però non è in grado di fare.
Circondare un oggetto sia pure con un pennarello si può interpretare come un gesto di affetto (si circonda con le braccia, mai con un pennarello, la donna amata). Seguire le curve o anche gli spigoli di un oggetto è più di un abbraccio, è come insinuarsi con il pennarello nei luoghi off limits dove hanno
diritto di ingresso solo i sentimenti."

Una lettura suggestiva e poetica, ma, in fondo, vogliamo di nuovo un vero romanzo dell’amato Luigi Malerba.