

"O Signore fa’ di me il tuo strumento” è l’incipit di un testo religioso cristiano conosciuto come Preghiera semplice spesso attribuito a San Francesco.
In realtà l’autore di questi versi tanto essenziali quanto profondi nel significato e negli intenti è a tutt’oggi sconosciuto e non ha nulla a che vedere con il "Poverello" più amato della cristianità.
La Preghiera semplice, infatti, è stata composta in epoca relativamente recente e neanche il francescanesimo c’entra nulla in merito.
La falsa assegnazione nasce da un equivoco, adesso lo chiameremmo fake news, sorto poco più di un secolo fa, diffusosi e divenuto popolare in breve tempo.
Una precisazione, tuttavia, è d’obbligo: per quanto la preghiera sia totalmente estranea al santo di Assisi e ai suoi seguaci, esprime comunque concetti, aspirazioni e pensieri che potrebbero riferirsi al modo di intendere la vita e il sacro propri degli ideali propugnati dal movimento francescano.
L’anelito alla pace, la professione di amore universale e la visione di Dio e della Fede come luce che illumina le tenebre, ne sono un chiaro esempio.
Vediamo il testo, le origini e il significato della Preghiera semplice.
“Preghiera semplice”: il testo
O Signore, fa’ di me uno strumento della tua Pace:
Dove c’è odio, fa’ ch’io porti l’Amore.
Dove c’è offesa, ch’io porti il Perdono.
Dove c’è discordia, ch’io porti l’Unione.
Dove c’è dubbio, ch’io porti la Fede.
Dove c’è errore, ch’io porti la Verità.
Dove c’è disperazione, ch’io porti la Speranza.
Dove c’è tristezza, ch’io porti la Gioia.
Dove ci sono le tenebre, ch’io porti la Luce.
O Maestro, fa’ ch’io non cerchi tanto:
Essere consolato, quanto consolare.
Essere compreso, quanto comprendere.
Essere amato, quanto amare.
Poiché è dando, che si riceve;
Dimenticando se stessi, che si trova;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si resuscita a Vita Eterna.»
Perché la Preghiera semplice non è di San Francesco e come è sorto l’equivoco
L’autore del bellissimo Cantico delle Creature o di Frate Sole, che a distanza di secoli non smette di ammaliarci, non ha scritto la Preghiera semplice.
L’attribuzione di quest’ultima a San Francesco, come anticipato, è del tutto sbagliata.
Ma come è nato il fraintendimento?
In pratica dal fatto che il testo, la cui versione originale è in francese, una volta venne stampato sul retro di un santino con l’effigie del frate assisiate.
L’orazione fece la sua prima comparsa in pubblico nel Paese d’Oltralpe a Dicembre del 1912 su La Clochette (La Campanella), bollettino mensile della Lega della Santa Messa.
Nonostante l’anonimato, si ritiene che essa si possa attribuire al prete poligrafo Esther Auguste Bouquerel, direttore della rivista.
Le parole, che nel loro apparente candore esprimono invero le più grandi speranze dell’umanità, fecero presa sulla gente e cominciarono fin da subito a diffondersi.
Nel 1916 vennero riprese dall’Osservatore Romano, organo ufficiale di stampa della Santa Sede, che le impresse come invocazione di pace sulla prima pagina.
L’abbinamento vero e proprio, nonché definitivo, con il Poverello d’Assisi risale al 1918.
Fu allora, infatti, che il cappuccino padre Etienne Benoit fece stampare la Preghiera semplice sul retro di un santino raffigurante il Fondatore, accompagnandolo con la seguente frase:
"Questa preghiera riassume meravigliosamente la fisionomia esterna del vero figlio di San Francesco".
Nel 1927 i protestanti accettarono ufficialmente la suddetta paternità apocrifa, che al contrario i cattolici, almeno fino agli anni ’50 dello scorso secolo, rifiutarono.
Attualmente, anche navigando nella rete, ci si può imbattere in numerosi siti che citano la preghiera assegnandola a San Francesco, ma la storia vera dice tutt’altro.
Preghiera semplice: analisi e significato del testo
Non bisogna confondere la semplicità con la banalità.
La Preghiera semplice racchiude tutta la levatura e l’universalità dei principi cristiani, che esprime con estrema chiarezza ma senza alcuna traccia di superficialità.
In tal modo la sua comprensione risulta immediata e accessibile a chiunque.
Un mondo governato dall’amore e dalla pace non è forse quello che tutti vorremmo, che non dovremmo mai smettere di sperare e per il quale vale la pena lottare?
Nonostante il testo abbia soltanto poco più di cento anni, possiamo dirlo con certezza, a San Francesco sarebbe piaciuto molto.
Sebbene la suggestività del suo meraviglioso Cantico, un solenne e grandioso inno a Dio attraverso la lode del creato, sia probabilmente insuperabile, la Preghiera semplice incanta i cuori per la speranza che riesce ad infondere, poiché in essa si comunica con dolce fermezza la volontà di trasformare positivamente tutto ciò che è negativo.
Colui che prega, infatti, chiede a Dio di utilizzarlo come strumento del bene contro il male, così che l’odio diventi amore, l’offesa perdono, la discordia unione, il dubbio Fede, la tristezza gioia.
La generosità è protagonista della seconda parte della preghiera, in cui si afferma che consolare è meglio che essere consolati, comprendere è meglio che essere compresi, amare è meglio che essere amati e dare è meglio che ricevere; pochi versi che spiegano con estrema limpidezza il concetto di empatia, ovvero la capacità di "mettersi nei panni degli altri", nonché la predisposizione ad anteporre sempre il prossimo a se stessi, in quanto è "Dimenticando se stessi, che si trova", idee cardine della dottrina cristiana.
La chiusura del componimento ricorda l’importanza del perdono, di saper perdonare quando siamo noi a subire innanzitutto, e ci invita a non aver paura della morte, dopo la quale ci attende la vita eterna.
La pace, menzionata in apertura di preghiera, sembra esercitare una sorta di predominio sul resto: la concordia fra i popoli è la base stessa della convivenza fra genti e culture diverse, nonché l’ideale più nobile verso il quale tendere.
Era anche il sogno al quale San Francesco dedicò l’intera sua esistenza e che ancora oggi non siamo riusciti a realizzare, tanto da risuonare con forza nel primo discorso di Papa Leone XIV.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “O Signore fa’ di me uno strumento”, la “Preghiera semplice” attribuita a San Francesco: testo e significato
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