Per la trasposizione dei fortunati romanzi di miss Alcott, la regista Greta Gerwig ha voluto le giovani e talentuose Saoirse Ronan come Jo, supposto alter ego dell’autrice e Emma Watson nel ruolo di Meg la figlia maggiore e più allineata ai canoni muliebri ottocenteschi mentre non è da meno la scelta di Meryl Streep nel ruolo della zia March, donna forte che sceglie volutamente di rimanere nubile per restare indipendente economicamente.
Il film Piccole donne punta molto sulla fotografia e esalta in particolare le scene ambientate in Francia riproponendo nello sfondo celeberrimi quadri del periodo impressionista, ma anche nell’abbinamento dei colori degli abiti Si privilegia il verde come nel quadro La ghirlandata del preraffaellita Rossetti per identificare lo spirito libero di Jo e al contrario colori più tenui e delicati per le altre sorelle March.
A differenza delle versioni precedenti che si avvalgono di una narrazione diacronica, il film della Gerwig oscilla continuamente tra infinite analessi che potrebbero disorientare chi non conosce o conosce poco le vicende raccontate dalla Alcott.
Occorre sottolineare che tutti i film uniscono i due romanzi Piccole donne e Piccole donne crescono, ma poiché nella sua ultima versione è molto sottile la linea che separa i fatti narrativi nel primo e nel secondo romanzo a causa dei continui flashback la crescita spirituale delle protagoniste viene meno. Piuttosto si sottolinea la forza caratteriale di Jo, femminista inconsapevole e delle altre due donne guida, la mamma March e la ricca zia, bisbetica per non perdere la libertà.
Meno sdolcinato rispetto alle altre pellicole precedenti Piccole donne 2020 risparmia la lacrima facile per analizzare il difficile ruolo delle donne nel passato a prescindere da età e livello sociale.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Piccole donne: dal romanzo al film
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