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Recensioni di libri

Nazisti a Cinecittà di Mario Tedeschini Lalli

Nutrimenti, 2022 - Tedeschini Lalli raccoglie le storie di personaggi sinistri e vicende che a distanza di molti anni dai fatti sono ancora in grado di inquietare e disorientare (non solo gli amanti del cinema).

Giovanni Graziano Manca
Giovanni Graziano Manca Pubblicato il 03-06-2022
Nazisti a Cinecittà

Nazisti a Cinecittà

  • Autore: Mario Tedeschini Lalli
  • Genere: Storie vere
  • Categoria: Saggistica
  • Casa editrice: Nutrimenti
  • Anno di pubblicazione: 2022

Vicende che potremmo definire incredibili, quelle raccontate da Mario Tedeschini Lalli nel libro Nazisti a Cinecittà (Nutrimenti, 2022), e sarebbe ancora poco. Negli anni del dopoguerra, cioè in quello spazio temporale in cui il cinema e i film di produzione italiana vivono il periodo di maggiore splendore, alcuni degli alti ufficiali nazisti che ricoprono un ruolo attivo nell’ambito del massacro delle Fosse Ardeatine (spararono all’interno di quelle antiche cave di pozzolana che vennero scelte quale luogo di esecuzione di 335 tra civili, militari, prigionieri politici, ebrei e detenuti italiani comuni trucidati per rappresaglia a seguito dell’attentato partigiano di Via Rasella, il 24 di Marzo del 1944, agli ordini del tenente colonnello Herbert Kappler) sono coinvolti nella realizzazione di opere cinematografiche italiane (in qualche caso si tratta di autentici capolavori) tra le più conosciute dell’epoca.

Borante Domizlaff e Karl Hass nei decenni Cinquanta e Sessanta riciclano se stessi interpretando parti da militare tedesco in pellicole che rimarranno per sempre nella storia del nostro cinema, come Una vita difficile di Dino Risi, La ciociara di De Sica, Tutti a casa di Comencini, La caduta degli dèi di Luchino Visconti.
Mario Tedeschini Lalli è giornalista e storico contemporaneista; il suo certosino e documentato addentrarsi nei fatti parte da una scoperta casuale:

"Da quando ho appreso della presenza di Borante Domizlaff nel film Una vita difficile, fino al momento della consegna di questo testo all’editore sono passati esattamente cinque anni. La prima curiosità si è trasformata in una lunga ricerca che non avrebbe potuto essere neppure immaginata se non avessi incrociato in questo lungo percorso un gran numero di persone disponibili a scrivermi, a parlarmi e a incontrarmi di persona; mi hanno fornito informazioni e documenti, mi hanno aiutato a scoprire, a comprendere, a correggere."

Scrive ancora l’autore che "questo non è un libro di storia, è piuttosto un libro di storie": le storie, appunto, di personaggi sconcertanti come Borante Domizlaff, maggiore delle SS, soprannominato "il giurista" per via della sua laurea in giurisprudenza, nelle SS fin dall’Ottobre del 1933, processato dopo il secondo conflitto bellico mondiale per l’eccidio delle Ardeatine e assolto perché i giudici ritennero che agì nell’esecuzione di un ordine. Borante Domizlaff all’inizio degli anni Sessanta recita la parte di un militare tedesco con Alberto Sordi in Una vita difficile di Dino Risi.

O come Karl Hass, militare e criminale di guerra, spia al servizio di almeno tre servizi di intelligence (compreso quello americano di controspionaggio militare), condannato all’ergastolo per l’eccidio delle Ardeatine, che recita ne La caduta degli dèi, il grande film di Luchino Visconti uscito nel 1969; o ancora Otto Von Wachter, ufficiale delle SS di nazionalità austriaca, già governatore di Cracovia e firmatario dei decreti per la costruzione del ghetto, dove saranno ammassate decine di migliaia di ebrei prima di essere deportati e massacrati, che per riuscire a cogliere occasioni di inserimento nelle numerose produzioni cinematografiche italiane dell’immediato dopoguerra si fa spedire i vestiti eleganti che avrebbero potuto aiutarlo a trovare lavoro come comparsa a Cinecittà. Scrive Tedeschini che ne La forza del destino, film di Carmine Gallone del 1950, Von Wachter "forse è uno dei tanti soldati che si confondono nelle scene di massa delle battaglie", e che quel primo ruolo per il cinema lo ottenne grazie a una signora tedesca che lo aveva ospitato a Roma.
E Anton Bossi Fedrigotti, austriaco, nel partito nazista dal 1933, ufficiale di collegamento in Jugoslavia, Bielorussia e Ucraina, autore di romanzi storici e di letteratura bellica che affermano l’ideologia nazista, consulente militare del regista Duilio Coletti, uomo di fiducia di Goebbels per la cinematografia nonché autore di cinema e di film di propaganda antisemitica.

Storie di personaggi sinistri e vicende, quelle narrate da Tedeschini Lalli in Nazisti a Cinecittà, che a distanza di molti anni dai fatti sono ancora in grado di inquietare e disorientare (non solo gli amanti del cinema).

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Nazisti a Cinecittà

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