Nella traccia di TIPOLOGIA C (riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità) dell’Esame di Maturità 2024, si invita a riflettere su un brano del Premio Nobel per la Medicina nel 1986 Rita Levi-Montalcini che elogia l’imperfezione. Nel brano la scienziata cita anche una famosa poesia di Yeats, dal titolo "The choice" ("La Scelta"): il pensiero di due Premi Nobel a confronto sulla dicotomia tra perfezione della vita e perfezione della vita lavorativa e possibili soluzioni per raggiungere la felicità.
Ecco il brano che si sono trovati a commentare gli studenti per l’Esame di Maturità:
Considerando in retrospettiva il mio lungo percorso, quello di coetanei e colleghi e delle giovani reclute che si sono affiancate a noi, credo di poter affermare che nella ricerca scientifica né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell’una e nell’altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e più acuti, non affronterebbero.
Senza seguire un piano prestabilito, ma guidata di volta in volta dalle mie inclinazioni e dal caso, ho tentato di conciliare due aspirazioni inconciliabili, secondo il grande poeta Yeats: ‘Perfection of the life, or of the work’. Così facendo, e secondo le sue predizioni, ho realizzato quella che si può definire ‘Imperfection of the life and of the work’. Il fatto che l’attività svolta in modo così imperfetto sia stata e sia tuttora per me fonte inesauribile di gioia, mi fa ritenere che l’imperfezione nell’eseguire il compito che ci siamo prefissi o ci è stato assegnato, sia più consona alla natura umana così imperfetta che non la perfezione.”
Per comprendere meglio il concetto di Yeats da cui parte Rita Levi-Montalcini, leggiamo e analizziamo il breve testo della poesia.
The Choice: testo integrale della poesia “La Scelta” di Yeats
The intellect of man is forced to choose
perfection of the life, or of the work,
And if it take the second must refuse
A heavenly mansion, raging in the dark.
When all that story’s finished, what’s the news?
In luck or out the toil has left its mark:
That old perplexity an empty purse,
Or the day’s vanity, the night’s remorse.
Traduzione della poesia
L’intelletto dell’uomo è costretto a scegliere
la perfezione della vita, o del lavoro,
e se sceglie la seconda deve rifiutare
una dimora celeste, che infuria nell’oscurità.
Quando tutta quella storia sarà finita, quali saranno le novità?
Nella fortuna o nella sfortuna la fatica ha lasciato il segno:
quella vecchia perplessità, una borsa vuota,
o la vanità del giorno, il rimorso della notte.
Perfezione della vita: il pensiero di Yeats
Secondo il poeta irlandese William Butler Yeats, Premio Nobel per la Letteratura nel 1923, ogni uomo è chiamato a scegliere tra la perfezione della vita e la perfezione del proprio lavoro, in particolare l’opera artistica.
The intellect of man is forced to choose
perfection of the life, or of the work.
Il poeta vive nel dilemma esistenziale profondo tra quella che sia una vita felice e il duro lavoro di perseguimento della realizzazione come artista/poeta. Secondo Yeats, la vita artistica o il lavoro in generale impongono delle rinunce alla vita familiare o al resto delle attività che ci fanno bollare la vita come "felice", rendendo una alternativa e inconciliabile all’altra.
Elogio dell’imperfezione di Rita Levi-Montalcini
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Se per Yeats perfezione della vita e del lavoro sono due aspirazioni inconciliabili e l’uomo non può che scegliere l’una rinunciando all’altra, Rita Levi-Montalcini dà la sua testimonianza di come proprio nell’imperfezione di entrambe risieda la loro conciliazione e il raggiungimento della felicità. Nel brano tratto dalla sua autobiografia, partendo dalla frase di Yeats, Rita Levi-Montalcini dichiara di aver perseguito
imperfection of the life and of the work
e come quest’attività vissuta in modo imperfetto sia diventata addirittura “fonte inesauribile di gioia”.
Nel libro, pubblicato da Baldini&Castoldi nel 2017, la scienziata spiega come
L’imperfezione ha da sempre consentito continue mutazioni di quel meraviglioso quanto mai imperfetto meccanismo che è il cervello dell’uomo.
La stessa ricerca scientifica si muove tra sbagli ed errori, che consentono di imparare e spesso hanno costituito la scintilla che ha dato il via al progresso della scienza. Basti pensare alla scoperta di Alexander Fleming della penicillina, avvenuta in modo totalmente fortuito e accidentale. Se lo scienziato si fosse mosso in maniera perfetta e non avesse lasciato aperta una piastra di coltura batterica, su cui crebbe un fungo, non avrebbe mai scoperto che la sostanza prodotta dal Penicillium era in grado di uccidere le colonie batteriche. Il risultato della sua imperfezione fu la scoperta scientifica che più ha cambiato la storia della medicina e salvato la vita di milioni di persone nel mondo.
Per non dimenticare che le mutazioni del DNA, imperfezione del sistema di replicazione cellulare e correzione degli errori, sono state alla base dell’evoluzione biologica e sono quelle che hanno permesso lo sviluppo dell’Homo Sapiens. Nel libro, la scienziata ricorda come, a differenza dell’uomo, proprio la perfezione degli insetti nella gestione delle loro funzioni e della loro sopravvivenza, nonostante il cervello grande come la punta di uno spillo, ha loro impedito un’evoluzione.
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L’uomo è imperfetto per sua natura e deve convivere e sfruttare come risorsa l’imperfezione, senza demonizzarla.
Di fronte al blocco che molti perfezionisti potrebbero opporre alla prosecuzione di uno studio, ravvisando difficoltà che credono insormontabili all’attuale stadio di conoscenza umana, il “chiudere gli occhi davanti alle difficoltà” sottolineato da Levi-Montalcini potrebbe sembrare segno di superficialità o di non avvedutezza, ma potrebbe rivelarsi la chiave per sormontare piccoli dossi che nascondono nuove vedute e orizzonti per la scienza e la comprensione del funzionamento della natura, in tutti i campi scientifici.
In un mondo di stereotipi e modelli omologati, l’imperfezione è anche quanto più ci rende unici: sta ad ogni individuo riconoscerla, accoglierla e comprendere come poterla trasformare in un punto di forza, in alcuni casi anche a beneficio della collettività.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’elogio dell’imperfezione di Rita Levi-Montalcini (che cita anche Yeats) nella traccia della Maturità 2024
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perfection is the essence of life
man is perfect
insects are perfects
the entire is accomplished - and perfect