Mastro-don Gesualdo è una delle opere più conosciute dello scrittore, drammaturgo e senatore italiano Giovanni Verga, considerato il maggiore esponente della corrente letteraria verista italiana. Il romanzo è stato pubblicato nel 1889 ed è il secondo libro del "Ciclo dei vinti". Mastro-don Gesualdo uscì a puntate sulla Nuova Antologia dal 1º luglio al 16 dicembre 1888 e poi in volume presso l’editore Treves datato 1890.
L’autore impiegò circa dieci anni per scrivere l’intero romanzo, che venne accolto da subito positivamente dal pubblico (cosa che non era accaduta per il precedente I Malavoglia).
L’opera narra la vicenda dell’omonimo protagonista ed è ambientato a Vizzini, in Sicilia, nella prima metà dell’Ottocento in periodo risorgimentale.
Nel romanzo troviamo una struttura linguistica complessa, dovuta ai molteplici registri linguistici che rappresentano diverse classi sociali. Dal punto di vista dello stile al discorso indiretto libero di Gesualdo che prevale nel corso del romanzo, si accostano interventi ironici e sarcastici del "coro" popolare.
Mastro-don Gesualdo: riassunto dell’opera
Il romanzo è ambientato a Vizzini, paese natale dell’autore. L’opera si divide in quattro parti. La prima parte comprende 7 capitoli; la seconda 5; la terza 4; la quarta 5.
La storia inizia la scena di un incendio notturno che sta distruggendo la casa dei nobili decaduti Trao. All’interno don Diego, don Ferdinando, donna Bianca e il suo cugino amante Ninì Rubiera.
Accorrono molte persone in aiuto e tra loro c’è Gesualdo Motta, un muratore che si era arricchito attraverso la costruzione di mulini. Il padre di Bianca propone un matrimonio riparatore ma la madre di Ninì si oppone, dal momento che lei non ha dote. Sarà Mastro-don Gesualdo a sposare Bianca. La doppia apposizione al suo nome rimanda dispregiativamente e contemporaneamente sia al vecchio lavoro manuale sia al suo nuovo status borghese, che il protagonista s’è guadagnato con la redditizia costruzione di mulini. Anche Mastro-don Gesualdo infatti, come Mazzarò il protagonista della novella La roba, è un uomo che grazie al duro lavoro, al sacrificio e alla fatica ha vissuto un’ascesa sociale che ha cambiato le sue condizioni di vita. Un’ascesa sociale che però, anche qui, si paga a caro prezzo e scendendo a compromessi opinabili: Mastro-don Gesualdo ha una relazione con Diodata, una donna che gli ha dato due figli; eppure non la sposa, per non compromettere la propria reputazione. Sentimenti taciuti, relazioni clandestine, matrimoni dettati da logiche utilitaristiche: i personaggi di questo romanzo sembrano rimanere tutti imbrigliati in piani e progetti dettati dai loro ruoli nella società e dalle loro classi sociali.
Dal matrimonio di Mastro-don Gesualdo e Bianca (che non si amano) nasce una figlia, Isabella, che da giovane adulta diventa la protagonista della terza parte del romanzo. Ma nonostante sia trascorso del tempo, i padri commettono gli stessi errori e anche per lei l’amore viene contrastato in favore di un matrimonio combinato per interessi economici. Nel frattempo in Italia si accendono i moti rivoluzionari del 1848 e Mastro-don Gesualdo perde i suoi beni. Bianca è morta di tisi, Isabella non vuole più saperne di lui e lui muore solo, senza conforto alcuno.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Mastro-don Gesualdo: riassunto e caratteristiche del romanzo di Verga
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