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Storia della letteratura

Ludwig Feuerbach: vita, opere e pensiero

Scopriamo insieme vita, opere e pensiero del filosofo tedesco esponente della sinistra hegeliana e critico della religione.

Eleonora Daniel
Eleonora Daniel Pubblicato il 12-06-2020

1

Ludwig Feuerbach: vita, opere e pensiero

Ludwig Andreas Feuerbach (1804-1872) è stato un filosofo tedesco, esponente sinistra hegeliana1 e tra i più influenti critici della religione, nonché padre del celebre motto “L’uomo è ciò che mangia”. Inizialmente affascinato da Hegel (dopo averne seguito le lezioni sceglie di iscriversi alla facoltà di filosofia), presto Feuerbach se ne distanzia ed elabora una propria visione filosofica e del rapporto tra filosofia e religione.
Scopriamone insieme vita, opere e pensiero.

Vita e opere

Feuerbach nacque nel 1804 in Baviera, in una numerosa famiglia protestante (il padre era giurista e presidente della Corte d’Appello, la madre vantava ascendenti nobili). Una volta terminato il ginnasio, Ludwig fu incoraggiato a iscriversi alla facoltà di teologia, ma presto si rese conto che quella disciplina non faceva per lui. Iniziò così a seguire i corsi di logica, metafisica e filosofia della religione tenuti da Hegel all’Università di Berlino e nel 1825 si iscrisse contro il volere paterno alla facoltà di filosofia.
La sua tesi di laurea, De ratione, una, universali, infinita, che sosteneva l’esistenza di una ragione unica in cui le coscienze dei singoli si risolvono, fu inviata a Hegel, accompagnata da una lettera in cui Feuerbach esponeva le sue convinzioni: la filosofia doveva prendere il posto della religione, ormai inadeguata.

Feuerbach iniziò a insegnare filosofia, tenendo lezioni su Cartesio, Spinoza, logica e metafisica, accentuando via via le contrapposizioni in essi presenti (finito-infinito, natura-spirito) e attenuando invece la soluzione dialettica degli opposti in una sintesi. Il filosofo dovette però interrompere il suo corso quando la pubblicazione, avvenuta anonima, dei Pensieri sulla morte e l’immortalità fu ricondotta a lui. Negare l’immortalità individuale e affermare che l’individuo con la morte si dissolva nello spirito, e andare dunque contro l’ortodossia religiosa, in un clima politico già di per sé complesso, era visto come attentato all’ordine e all’autorità stessa.

Feuerbach continuò a scrivere e pubblicare. Sono di questo periodo i testi Storia della filosofia moderna da Bacone a Spinoza, Abelardo ed Eloisa, Esposizione, sviluppo e critica della filosofia di Leibniz, Lezioni sulla storia della filosofia moderna (ques’ultimo lasciato manoscritto).
Il loro contenuto è piuttosto omogeneo: Feuerbach constata che dal Rinascimento in poi la filosofia e la cultura si sono progressivamente emancipate dalla religione e dalla teologia, tanto per quanto riguarda la visione negativa che queste ultime hanno dell’uomo, quanto per il rinato interesse nei confronti dello studio della natura e un atteggiamento positivo nei confronti della libertà umana. Il fallimento della filosofia di Leibniz dimostra l’impossibile conciliazione di filosofia e religione.

Dopo aver rinunciato definitivamente all’insegnamento, Feuerbach sposò Bertha Löw, benestante proprietaria di una piccola fabbrica di porcellane. Il filosofo si ritirò nel castello della moglie, circondato da uno splendido parco, intraprese studi di botanica, zoologia e geologia e continuò a sviluppare le sue teorie, mantenendo contatti con l’ambiente progressista germanico e pubblicando sulla rivista della sinistra hegeliana “Annali di Halle per la scienza e l’arte tedesca”. Su questa rivista, che aveva l’obiettivo di liberare la Germania dall’oppressione di “trono e altare”, Feuerbach pubblicò nel 1839 la Critica della filosofia hegeliana.

Nel 1841 pubblicò L’essenza del cristianesimo, sulle cui tesi tornò nel 1845 con L’essenza della religione, che lo rese punto di riferimento della sinistra hegeliana e del movimento radicale politico tedesco. Con le successive Tesi preliminari sulla riforma della filosofia e Principi della filosofia dell’avvenire sostenne la necessità di aprirsi a una nuova filosofia, essendo ormai esaurita la metafisica.
Fallite le prospettive di liberazione, però, Feuerbach si ritirò e si dedicò intensamente alla geeologia. Solo nel 1857 tornò a concentrarsi sul tema religioso e pubblicò la Teogonia.

Una relazione extraconiugale del filosofo e il fallimento della fabbrica della moglie causarono sconvolsero la famiglia Feuerbach, che fu costretta a trasferirsi in un borgo vicino a Norimberga in condizioni di povertà estrema. Ludwig Feuerbach ebbe un primo ictus nel 1867, che superò, e un secondo nel 1870, da cui rimase paralizzato. Morì nel 1872.

Pensiero

Il rapporto con Hegel e la Critica della filosofia hegeliana (1839)

La filosofia di Feuerbach, pur prendendo le mosse da Hegel, presto se ne distanzia, maturando la convinzione che la filosofia non abbia il suo compimento in Hegel, ma anzi che i suoi migliori esponenti siano coloro che si sono battuti per la libertà di pensiero, tra cui Bruno, Spinoza e Fichte.
Se ogni filosofia tenta di esprimere il proprio tempo, dal momento che il tempo non si arresta anche un singolo sistema filosofico, per quanto ricco, universale e logico, non può essere considerato come assoluto e definitivo, nemmeno quello hegeliano.
Così, la filosofia deve andare avanti, procedere oltre Hegel per costituirsi da sé: l’unica filosofia priva di presupposti è quella che ha come obiettivo la libertà di pensiero e che mette in dubbio persino se stessa.
La filosofia di Hegel non è solamente estremamente radicata e dipendente dalla sua epoca e dunque superabile, ma, per Feuerbach, è teologia filosofica. In particolare, Feuerbach critica la concezione hegeliana di nulla, articolata nella Scienza della logica: Hegel conferisce al nulla una consistenza ontologica, ma il nulla è semplicemente la negazione dell’essere, non può avere consistenza.

La religione e l’uomo: L’essenza del cristianesimo (1841), L’essenza della religione (1845) e Teogonia (1857)

L’essenza del cristianesimo è l’opera più importante di Feuerbach. In essa il filosofo riduce teologia e religione ad antropologia - l’obiettivo di risolvere compiutamente la teologia nell’antropologia sarà portata avanti con le Tesi preliminari sulla riforma della filosofia e i Principi della filosofia dell’avvenire.
A interessare Feuerbach è l’uomo, inteso nella sua componente naturale, corporea e sensibile, fatta di bisogno. È dall’uomo che si arriva a Dio, perché è l’uomo che crea Dio e non viceversa, proiettando su un essenza superiore le qualità che egli stesso vorrebbe: eternità, onniscienza e onnipotenza. Ai bisogni materiali che non può soddisfare in vita l’uomo ha trovato soluzione elaborando un sistema in cui dopo la morte, grazie all’azione di Dio, potrà trovare realizzazione. Se Dio non è altro che una proiezione dell’uomo, l’immagine divina non fa altro che riflettere l’uomo, i suoi bisogni e i suoi desideri: l’essenza della religione non è così un semplice antropomorfismo, ma l’evoluzione dei desideri e dei bisogni umani attraverso l’immagine di Dio.
Presupposto necessario alla religione è il senso innato di dipendenza umana nei confronti della natura, che l’uomo può superare solo rendendosi indipendente da essa, tramite i benefici del progresso e della vita civile. In questo modo, non è più la natura a essere divina e animata, ma l’esistenza umana in una religiosità antropologica.
Partendo da osservazioni linguistiche condotte sui poemi omerici e su testi sacri ebraici, Feuerbach dimostra la stretta connessione tra gli dei, sempre intenti a esaudire o contrapporsi ai desideri umani, e il desiderio. La fede nasce dal bisogno (dai limiti) dell’essere umano, dunque si ha fede solo nel desiderare a qualcosa: se il desiderio umano fondamentale è quello di rimuovere ostacoli e dolori dalla sua vita, la fede non può che risiedere in un dio onnipotente. Al paganesimo, ancora vincolato ai fenomeni naturali, si è sostituito così il cristianesimo, con la sua prospettiva di una vita ultraterrena beata e immortale.

1 Sinistra hegeliana: corrente che si formò tra alcuni intellettuali e filosofi discepoli di Hegel dopo la sua morte. La differenza fondamentale tra destra e sinistra hegeliana si situa nel loro modo di concepire il rapporto tra filosofia e cristianesimo e la loro visione politica. I “giovani hegeliani” della sinistra sostenevano che lo Spirito assoluto hegeliano, sovrapersonale, non avesse nulla a che fare con Dio, che la struttura dialettica non confermasse la Trinità e che la religione nel suo complesso fosse sempre subordinata alla filosofia.

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