Siate cauti con le parole, scriveva Anne Sexton e, in un momento storico come il nostro, in cui il potere stesso del linguaggio e il significato del lavoro culturale vengono così spesso sminuiti e ridotti ad attività di poco conto, è importante ricordarlo.
Le parole hanno un peso e nessuno lo sa meglio di scrive, che è abituato a maneggiarle ogni giorno. Chi scrive sa che le parole possono essere leggere e soffici come piume, affilate come coltelli, laceranti come proiettili. Le parole sono importanti, sino alla loro ultima vocale, perché hanno il potere di nominare e, dunque, di forgiare il nostro immaginario. Hanno una potenzialità immensa che sfocia nel sortilegio e quindi vanno utilizzate con cura, con senso della misura, con accortezza.
Lo sapeva bene la poetessa americana premio Pulitzer Anne Sexton, che con le parole viveva, delle parole si nutriva, e proprio a quella che era l’essenza stessa della sua vita dedicò una delle sue poesie più famose Words, tradotta in italiano semplicemente come “Parole”, contenuta nella raccolta The Awful Rowing Toward God (1975).
La poesia di Anne Sexton
La chiamavano “la strega borghese” - e forse un poco strega Anne lo era visto che con le parole riusciva a compiere per davvero i suoi incantesimi, come scrisse nella splendida poesia Her Kind (1964) in cui non a caso si definiva “a possessed witch”, “a lonely thing” e folle “out of mind”. Cercarono di incatenarla al modello di una donna isterica, rifiutata dalla società convenzionale a causa del suo vivere eccentrico; la imbrigliarono nella sua depressione, nello schema della poesia “confessionale” consacrata da un’altra poetessa morta suicida, Sylvia Plath. L’immagine della tragedia privata di Plath la seguiva come un’ombra e un giorno Sexton ne avrebbe davvero emulato il destino, il 4 ottobre 1974, quando si suicidò nel suo garage inalando monossido di carbonio. Indossava soltanto una pelliccia; fu una morte dolce ed elegante.
Prima, però, Anne Sexton aveva vissuto e riannodato il filo della sua psiche spezzata attraverso la scrittura, servendosi delle parole come di una tela di ragno capace di imbavagliare la realtà. Sapeva che nelle parole era contenuto il prodigio della Creazione - le cose iniziano ad esistere quando diamo loro un nome - e, al contempo, il pericolo rovinoso della distruzione. Questi due estremi opposti convivono nella sua poesia Parole in cui Anne Sexton dischiude al lettore l’universo della sua mente creatrice e dà alle parole una consistenza materica e magmatica.
Scopriamone testo , analisi e traduzione.
“Parole” di Anne Sexton
Siate cauti con le parole,
anche con quelle miracolose.
Per le miracolose facciamo del nostro meglio,
a volte sciamano come insetti
e non lasciano una puntura ma un bacio.
Possono essere buone come dita.
Possono essere sicure come la roccia
su cui incolli il culo.Ma possono essere margherite e ferite.
Io sono innamorata delle parole.
Sono colombe che cadono dal tetto.
Sono sei arance sacre sedute sul mio grembo.
Sono gli alberi, le gambe dell’estate,
e il sole, il suo volto appassionato.Ma spesso non mi bastano.
Ci sono così tante cose che voglio dire,
tante storie, immagini, proverbi, ecc.Ma le parole non sono abbastanza buone,
quelle sbagliate mi baciano.
A volte volo come un’aquila
ma con le ali di un passero.Ma cerco di averne cura
e di essere gentile con loro.
Le parole e le uova devono essere maneggiate con cura.
Una volta rotte sono cose impossibili da aggiustare.
Parole di Anne Sexton: testo originale inglese
Be careful of words,
even the miraculous ones.
For the miraculous we do our best,
sometimes they swarm like insects
and leave not a sting but a kiss.
They can be as good as fingers.
They can be as trusty as the rock
you stick your bottom on.But they can be both daisies and bruises.
Yet I am in love with words.
They are doves falling out of the ceiling.
They are six holy oranges sitting in my lap.
They are the trees, the legs of summer,
and the sun, its passionate face.Yet often they fail me.
I have so much I want to say,
so many stories, images, proverbs, etc.
But the words aren’t good enough,
the wrong ones kiss me.
Sometimes I fly like an eagle
but with the wings of a wren.But I try to take care
and be gentle to them.
Words and eggs must be handled with care.
Once broken they are impossible
things to repair.
“Parole” di Anne Sexton: analisi e commento
Le parole non sono solo parole, questo ci dice Anne Sexton nella sua poesia Words che contiene un ammonimento rivolto ai lettori:
Siate cauti con le parole.
Le “parole” nella poesia hanno una consistenza materica diventano oggetti e poi sensazioni e, nel finale, Anne fa un paragone audace, le compara alle uova e si raccomanda di “maneggiarle con cura” perché una volta rotte “sono impossibili da riparare”, poiché diventano altro.
Il linguaggio è davvero capace di aprire squarci nella realtà, di dischiudere prospettive, ma anche di creare ferite irreparabili.
Si possono combattere intere battaglie con le parole; rivoluzioni ideali sostenute unicamente dal baluardo del pensiero.
Non c’è niente che possa entrare così in intimità con il pensiero di un individuo come le parole che creano il suo mondo mentale, il suo immaginario. Lo dice anche Anne Sexton, dopotutto: possono essere margherite e ferite e hanno la stessa luce vitale, totalizzante del sole. Dapprima le parole nominano gli oggetti e - così facendo - danno forma e consistenza alla realtà tangibile, poi passano al piano più astratto e allora riescono a dar voce a qualcosa di fluttuante, inafferrabile come le emozioni e gli stati d’animo. Le parole sono “miracolose” perché possono descrivere un mondo visibile e anche un altro invisibile che, solo attraverso l’incantesimo intessuto dalle parole, diventa vivo e reale.
Al potere creativo del linguaggio Anne Sexton associava anche la sua intima frustrazione di scrittrice:
volo come un’aquila con le ali di un passero
dice facendo emergere la scissione insanabile tra il sogno e realtà, tra la vastità sconfinata dell’immaginario e la pochezza del reale. Le parole sono limitate, si strugge Sexton, non sono abbastanza per dire tutto ciò che un essere umano ha dentro. Ci sono storie e proverbi e pensieri, c’è così tanto da dire e un alfabeto così scarno per dirlo.
Anne Sexton con la sua poesia Parole, Words, sprigiona la forza segreta, onirica e occulta del linguaggio, ce ne fa avvertire nelle mani la potenza creatrice. Le parole non sono mai neutre, né insignificanti, né inutili, hanno un peso sempre perché hanno la capacità di nominare e dunque di fare esistere, persino quello che non avevamo neppure il coraggio di immaginare.
Per questo vanno utilizzate con cura, perché nascondono un potere sovversivo, un germe di ribellione, la capacità - straordinaria e terribile - di definire l’umano.
Nell’originale inglese Anne Sexton chiude la sua poesia con una strofa in rima, che suona come la formula segreta di un incantesimo, come se stesse mischiando gli ingredienti per la pozione nella sua pentola magica, da strega. Chissà se l’incanto alla fine si sarà compiuto, oppure se era il principio di una maledizione.
Noi che leggiamo oggi le sue parole sentiamo la forza di un sortilegio che attraversa il tempo e le epoche per narrarci una verità sacra, immortale, che pare scolpita nella pietra.
Words and eggs must be handled with care.
Once broken they are impossible
things to repair.
Ricordiamoci di avere cura del linguaggio, di dare alle parole il giusto peso: Anne Sexton se ne raccomandava perché sapeva che, altrimenti, si sarebbero potuti creare danni irreparabili. Per questo aveva posto alla lingua un sigillo esplicativo “handle with care”, che si riserva alle cose fragili e preziose.
Recensione del libro
Poesie d’amore
di Anne Sexton
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Siate cauti con le parole”: la lezione in poesia di Anne Sexton
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