Lo chiamavano “il Macellaio di Praga”. Reinhard Heydrich era il modello di nazista perfetto, una delle menti più perverse dietro il progetto della Soluzione Finale.
La sua storia sarebbe la trama ideale per un romanzo d’appendice; peccato che sia una storia vera e che Heydrich sia stato uno dei personaggi più malvagi che la Storia ricordi, l’uomo più pericoloso del Terzo Reich.
La morte di Reinhard Heydrich non fu certo meno scenografica; la sua vita finì infatti con un brusco colpo di scena, il 4 giugno 1942, in seguito a un attentato denominato con il nome in codice di Operazione Antropoide.
Persino la morte del “nazista perfetto” lasciò dietro di sé una terribile scia di sangue, poiché sarebbe stata vendicata da Adolf Hitler radendo al suolo Lidice, un villaggio sulla Moldava che era ritenuto un covo di partigiani, il luogo dove si era compiuto l’attentato che aveva ucciso Heydrich. Quasi tutti gli abitanti di Lidice furono uccisi: gli uomini furono giustiziati per volere del Führer la mattina del 10 giugno 1942, mentre l’intero villaggio fu messo a ferro e fuoco e donne e bambini deportati nei campi di concentramento. L’episodio passò alla storia come Il Massacro di Lidice; nel 1943 il compositore ceco Bohuslav Martinů compose l’opera orchestrale Memorial to Lidice per commemorare quei tragici avvenimenti.
Numerosi sono i saggi storici e i romanzi dedicati alla storia di Heydrich; ciascuno a proprio modo cerca di indagare cosa si nascondesse dietro la mente sadica di un uomo che non conobbe limiti nel fare il male. Tra i più recenti ricordiamo HHhH. Caccia all’uomo più pericoloso del Terzo Reich di Laurent Binet, riedito da La nave di Teseo nel 2022 (trad. di Margherita Botto), vincitore del Prix Goncourt du Premier Roman nel 2010.
Scopriamo di seguito la vita di Reinhard Heydrich e la magistrale opera di trasposizione letteraria svolta da Binet.
La vera storia di Reinhard Heydrich
Nato in Sassonia nel 1904, Reinhard era il figlio terzogenito di Bruno Heydrich, il direttore del Conservatorio di Salle. Sembrava predestinato a una carriera musicale, sin dalla più tenera età suonava il violino e il pianoforte, inoltre cantava con una voce da usignolo. Lo chiamavano “il figlio della musica”. Cresceva forte e intelligente, rivelandosi anche uno studente disciplinato e un ottimo schermidore. Eccelleva sia nelle materie scolastiche che nelle discipline sportive per le quali, da ragazzo, scoprì di nutrire un’autentica passione. A diciott’anni decise quindi di iscriversi all’Accademia militare, deludendo il padre che sognava per lui un futuro da pianista.
Reinhard Heydrich ebbe una carriera fulminea che lo vide avanzare di grado in grado, divenendo presto ufficiale. L’ascesa professionale di Heydrich andava di pari passo con la salita al potere del Partito nazista, di cui il giovane ufficiale era un fervido seguace. Nel 1933 prese i contatti con Hitler in persona che, avuta la prova della sua fedeltà sottoponendolo a test micidiali, lo pose a capo dell’Ufficio Centrale della Sicurezza dello Stato. Il lavoro di Heydrich nello scovare gli oppositori del Reich era così eccellente che in breve tempo Hitler lo nominò capo della Gestapo. Il tenente aveva soltanto ventotto anni, lo soprannominarono “La Belva Bionda” per la spietatezza con la quale agiva. Fu lui, nel settembre del 1938, a inviare a tutti capi della Polizia di sicurezza la famigerata lettera espresso con la quale Hitler dava inizio alla persecuzione razziale e, di fatto, annunciava l’annientamento della razza ebraica in Europa.
Sempre lui, principale segugio del Führer, nell’agosto del 1939 organizzò l’attacco alla centrale radio di Gleiwitz, passato alla storia con il nome di “Operazione Himmler”, il casus belli che diede il via alla Seconda guerra mondiale, poiché servì a Hitler per giustificare, agli occhi dell’opinione pubblica tedesca, l’invasione della Polonia. Si trattò, di fatto, di una messinscena: per l’occasione furono prelevati prigionieri slavi dai campi di concentramento e vestiti con le uniformi polacche, poi uccisi e lasciati sul posto per simulare l’incursione polacca nel territorio del Reich. Era, naturalmente, solo l’inizio.
Heydrich, il Macellaio di Praga
Dopo aver prestato un onorato servizio nella Luftwaffe, nell’autunno del 1941 Reinhard Heydrich divenne governatore del Protettorato di Boemia e Moravia e pose il proprio sistema di comando nella città di Praga. Da quel momento la capitale ceca non conobbe pace; persecuzioni e repressioni erano all’ordine del giorno, tanto da valere a Heydrich il temibile appellativo de Il macellaio di Praga (Der Henker von Prag, letteralmente Il boia di Praga, Ndr).
Heydrich sottopose la popolazione a delle torture senza uguali, sostituendo il precedente governatore Konstantin von Neurath che era considerato da Hitler troppo “permissivo”. Presto la popolazione iniziò a organizzarsi in gruppi di resistenza per assassinare l’uomo più pericoloso del Reich. Nel frattempo Reinhard viaggiava libero sulle strade a bordo della sua decappottabile, per dimostrare che si sentiva invincibile e che non aveva paura di nessuno. Nel gennaio del 1942 fu sempre lui a presiedere la conferenza di Wannsee nella quale si stabilivano le condizioni per la cosiddetta Soluzione Finale, progettata nel dettaglio da Heydrich, Himmler e gli altri stretti collaboratori di Hitler.
La morte di Reinhard Heydrich a causa di un crine di cavallo
Gli sforzi compiuti dalla resistenza per porre fine alla vita di Reinhard Heydrich andarono a buon fine nel maggio del 1942 quando, in una bella giornata di sole, un gruppo di ribelli attaccò la decappottabile sulla quale Heydrich viaggiava spavaldo senza scorta. Lui reagì immediatamente al fuoco; ma il lancio di una granata da parte dei ribelli rese vana la sua difesa. Heydrich si accasciò sul sedile della sua bella Mercedes e, pare, fu proprio un crine di cavallo che rivestiva l’imbottitura dei sedili a causargli una grave setticemia. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Praga morì pochi giorni dopo, il 4 giugno 1942. Hitler, sconvolto dalla perdita di uno dei suoi più fedeli uomini, si vendicò sul vicino villaggio di Lidice.
Reinhard Heydrich nel libro “HHhH” di Laurent Binet
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HHhH, il travolgente romanzo dello scrittore francese Laurent Binet, vincitore del premio Goncourt, parte proprio da quel 27 maggio 1942 in cui avvenne l’attentato che avrebbe posto fine alla vita di Heydrich. Il titolo HHhH fa riferimento al nome in codice con cui le SS chiamavano il capo della Gestapo, ovvero Himmlers Hirn heisst Heydrich che in queste pagine viene svelato nella sua traduzione, ovvero “il cervello di Himmler si chiama Heydrich”.
Dopo aver analizzato l’esistenza controversa di Reinhard Heydrich - che rivela un’infanzia problematica, segnata da vari traumi - Binet si focalizza sul piano dell’Operazione Antropoide, l’attentato organizzato dal gruppo di ribelli per assassinare il “Macellaio di Praga”. Emergono quindi le figure di Jozef Gabcìk e Jan Kubis, uno slovacco e un ceco, cui fu affidato il compito dell’esecuzione e che si occuparono di progettare nei dettagli l’agguato di via Holesovice.
Laurent Binet scrive il libro sottoforma di diario, tenendo fede alla ricostruzione storica ma commentando anche in prima persona gli avvenimenti e spesso tornando su di essi con postille e correzioni, restituendo così alla narrazione un ritmo avvincente e non cattedratico che rivela al lettore la Storia “nel suo farsi”. Dalle pagine di HHhH emerge la figura poliedrica di Reinhard Heydrich in tutta la sua complessità: chi era davvero il Macellaio di Praga?
Laurent Binet ci mostra i suoi punti di debolezza: era un ragazzino effeminato che, per nascondersi, divenne un uomo violento. Nascondeva, inoltre, delle lontane origini ebree, fatto che lo rese ancora più efferato nelle persecuzioni come se fosse divorato da un male interiore e da un oscuro desiderio di vendetta. La vera faccia del Male spesso è questa: una grande fragilità e debolezza che si cerca in ogni modo di camuffare attraverso un’inutile, spregiudicata e disumana violenza.
Recensione del libro
HHhH. Il cervello di Himmler si chiama Heydrich
di Laurent Binet
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La storia vera di Reinhard Heydrich, il Macellaio di Praga
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