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La scrittura: chimera o realtà realizzabile?

La scrittura è un sogno per molti giovani, ma spesso tale rimane. Certo, c’è chi ce la fa, ma in altri casi l’unica soluzione è il “selfpublishing”, magari con l’apporto della tecnologia di cui si servono molti giovani scrittori. Ecco un'intervista ad una giovane scrittrice che ha scelto questa strada.

Angela Scarpati
Angela Scarpati Pubblicato il 04-12-2013

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La scrittura: chimera o realtà realizzabile?

La scrittura è un sogno per molti giovani, ma spesso tale rimane. Certo, c’è chi ce la fa, ma in altri casi l’unica soluzione è il “selfpublishing”, magari con l’apporto della tecnologia di cui si servono molti giovani scrittori, come Silvia Rognone, scrittrice esordiente. Intervistata sul futuro dell’editoria e sulle reali possiblità per gli scrittori esordienti, ha così risposto sorprendendo per la sua ondata di ottimismo.

  • Pensi che la "digitalizzazione" del mondo dei libri con la nascita di blog, social network dedicati alla condivisione di libri (Goodreads, ad esempio) sia davvero di aiuto per gli scrittori esordienti e più in generale per la "democratizzazione dell’editoria?

Penso che la digitalizzazione sia un processo inevitabile. Non credo che arriveremo presto a "Fahrenheit 451", il libro cartaceo è ancora troppo comodo ed economico rispetto alla sua evoluzione digitale, ma l’eBook, Goodreads, twitter, blog e universo web affine sono ormai realtà più che concrete per uno scrittore emergente. Io, personalmente, ho trovato solo che positiva l’esperienza di pubblicazione online, con i canali di comunicazione gratuiti (mi riferisco alla testata online dailystorm.it, che ospita attualmente alcuni miei lavori). C’è comunque da dire che io non scrivo per vivere, (…) non trovo necessario un contratto con una casa editrice, non ho questo bisogno, attualmente. Certo, non nego che mi farebbe piacere se qualche casa editrice mi trovasse interessante, ma i miei intenti sono diversi e il mondo digitale è un canale ottimale per artisti come me.

  • In fondo, anche tu hai usufruito di questa nuova strada assunta dall’editoria decidendo di pubblicare su un giornale online, no?

Esattamente, ed è stata la cosa più intelligente da me fatta, in ambito artistico, da che ho memoria. Non solo i miei scritti sono stati curati editorialmente in maniera gratuita, ma sono poi stati letti da molte persone. Oltre alla pubblicazione online, dailystorm ha curato la presentazione del racconto (pubblicato gratuitamente sulla loro rivista, un capitolo a settimana) in una libreria di Roma (Assaggi) e in un locale che si occupa anche di divulgazione di opere di artisti emergenti (Le Officine Beat). Entrambe le serate i locali erano pieni di persone. Questo vuol dire che, se utilizzato intelligentemente, il mondo del web può creare davvero qualcosa libero e gradevole.

  • Come giudichi i dati secondo cui in Italia vengono pubblicati ben 60000 libri l’anno se si pensa, poi, che molti giovani scrittori restano comunque sconosciuti?

Credo che uno dei più grandi problemi degli scrittori emergenti sia la loro evidente mancanza di interesse per il lavoro del prossimo. Oggi, chiunque può diventare scrittore e, grazie al web, lo diventa effettivamente dimenticandosi completamente che l’arte, quella vera, quella che poi effettivamente passa di bocca in bocca, non può prescindere dalla condivisione. Il web permette a chiunque di produrre, ma poi tocca a noi scrittori farci conoscere e conoscere gli altri. Il web può essere solo il trampolino di lancio per qualcosa che invece deve necessariamente farsi in maniera umana, "analogica", incontrandosi con altri artisti, parlando, discutendo, facendo esperienza insieme...

  • Dai tuoi racconti sembra quasi che ci sia l’intenzione di guardare al presente attraverso la lente di una realtà surreale in cui piove vodka, ci si muove in aeromobile o il mare può trovarsi in bagno. Si tratta di un approccio ben diverso alla scrittura per un esordiente se si pensa che la maggior parte dei giovani scrittori si presenta in libreria con la descrizione dei drammi adolescenziali e via discorrendo, andazzo segnato da scrittori del calibro di Avena, Avallone... come mai?

Scrivo quello che scrivo perché è la mia individualità. Vedi, tu hai letto "I venerdì dell’assurdo", ma non sono sicuramente tutto ciò che io ho da dire. Ogni vero creativo è un universo, un individuo che viaggia sia dentro di sé che all’esterno, e che ha piacere di raccontare agli altri quello che ha visto. Sicuramente è più usuale che una ragazza di ventitré anni scriva del passaggio alla vita adulta, ma personalmente, non ci trovo niente di affascinante. (…) Come non cerco libri di questo tipo quando voglio leggere qualcosa, così non trovo alcun piacere nello scrivere di certi argomenti.

  • Quali sono le difficoltà che, secondo te, ogni scrittore incontra sul proprio cammino?

Che difficoltà dovrebbe esserci nel fare qualcosa che è naturale? (..). Ma forse ti riferivi al grande dramma degli scrittori e degli artisti in generale, il problema dell’"accorgetevi di me!". Beh, ne abbiamo già discusso, ma credo che non ci sia assolutamente nessuna difficoltà se si è mossi dalla giusta forza di volontà. Gli strumenti ci sono tutti, bisogna solo farsi coraggio e uscire dal proprio bozzolo creativo solipsista. Non tutti hanno il carattere adatto e per questo restano nell’ombra. Bellezze nascoste. Era questo che faceva un editore un tempo, anzi, l’Editore: scovava bellezze nascoste. Oggi di bellezza e buon gusto cosa è rimasto? Editori che ti chiedono soldi per pubblicare le tue opere (ed è capitato anche a me!, ho pubblicato un piccolo libro di racconti, rimasto sconosciutissimo, luoghi del web grotteschi dove tutti possono pubblicare ma nessuno legge). A tutta questa bruttura io ho detto no e continuo a dire no, rinfrancata dalla bellissima esperienza con i ragazzi di dailystorm.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La scrittura: chimera o realtà realizzabile?

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