

La lingua è un tamburo
- Autore: Opal Palmer Adisa
- Categoria: Poesia
- Anno di pubblicazione: 2025
La raccolta poetica di Opal Palmer Adisa La lingua è un tamburo (Multimedia Edizioni, 2025, trad. di Raffaella Marzano) è un viaggio intenso e necessario tra memoria storica, resistenza femminile e identità culturale. Attraverso una scrittura evocativa e vibrante, l’autrice intreccia tematiche di oppressione coloniale, schiavitù, lotta per la libertà e potere femminile, mantenendo sempre un tono di denuncia e speranza.
La poesia di apertura, No, Women Don’t Cry, è un inno alla resilienza delle donne nere, che trattengono il dolore nel corpo per trasformarlo in forza e resistenza:
Così le donne non piangono
noi non piangiamo
le madri non piangono
quando i mariti strisciano carponi dalla porta di servizio
mentre loro rimangono con lo sguardo fisso
a cantare la libertà in faccia al nemico.
Qui il pianto diventa un’arma silenziosa, la testimonianza di una lotta che attraversa secoli e continenti. Il legame con la storia della diaspora africana è evidente nei componimenti come La pelle: Nat Turner, che ripercorre la tragica vicenda dello schiavo ribelle e il macabro destino della sua pelle trasformata in oggetto. La poesia si fa testimonianza e atto di giustizia poetica:
sarei il fantasma
che ha spinto i loro passi
verso nord
sarei il vento
che li ha richiamati
al mio petto.
La raccolta non è solo un recupero della memoria storica, ma anche una riflessione profonda sulla potenza del linguaggio. In La lingua è un tamburo, Adisa esplora il valore della parola come resistenza, cultura e identità:
la lingua è un tamburo
un tamburo
un tamburo
e suonare il tamburo è stato vietato
specialmente
se non sei un bianco
appositamente se
sei una donna.
La lingua diventa strumento di ribellione, di sopravvivenza, di connessione con le proprie radici, in un mondo che tenta di ridurre al silenzio le voci opprimono.
Un altro elemento ricorrente è la trasformazione, come ben evidenziato nella poesia Trasformazione, in cui Adisa riflette sul dopo-guerra, sulla ricostruzione delle vite e sull’importanza del perdono:
ora che comprendiamo la paura e l’amore
in una luce diversa e ne apprezziamo il costo
ora che una donna può sognare di nuovo
ora che un uomo può sorridere all’idea
di stringere la sua donna fra le mani artritiche
ora che siamo davvero pronti
si spera
a sederci a un tavolo e ascoltare con i nostri cuori
e le vite dei nostri figli.
Qui la poesia si fa strumento di guarigione, un ponte tra passato e futuro, un monitoraggio per le generazioni a venire.
Infine, la scrittura di Adisa trova il suo cuore pulsante nell’idea della poesia come atto di salvezza. In La poesia è magia, l’autrice esprime il suo desiderio di una poesia che possa cambiare il mondo:
voglio sfruttare il decimale della poesia
per porre fine alla fame e ai senzatetto
voglio riempire i cuori e le menti
di tutti gli agenti di polizia
in modo che trattino le persone con rispetto e non con la forza.
La raccolta si distingue per un linguaggio incisivo, ricco di immagini potenti e di musicalità. Adisa mescola l’inglese standard con la lingua nazionale giamaicana, creando un effetto di rottura e al contempo di radicamento nella propria cultura. La sua poesia è un’arte performativa che si nutre di tradizione orale, ritmo e narrazione.
In conclusione, La lingua è un tamburo è un’opera imprescindibile per chiunque voglia comprendere il valore della poesia come atto politico e strumento di resistenza. Opal Palmer Adisa si conferma una voce fondamentale nel panorama della poesia contemporanea, capace di scuotere coscienze e risvegliare ricordi troppo spesso dimenticati.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La lingua è un tamburo
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