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Recensioni di libri

L’onore del legionario. Il trionfo dell’impero di K.M. Ashman

Newton Compton, 2021 – Nel secondo titolo della saga dello scrittore gallese, una situazione disperata per il decurione Cassus, in un territorio selvaggio della Britannia invasa dalle legioni di Roma nel 44 d.C.

Felice Laudadio
Felice Laudadio Pubblicato il 08-04-2022
L'onore del legionario. Il trionfo dell'impero

L’onore del legionario. Il trionfo dell’impero

  • Autore: K.M. Ashman
  • Genere: Romanzi e saggi storici
  • Categoria: Narrativa Straniera
  • Casa editrice: Newton Compton
  • Anno di pubblicazione: 2021

“Marte, prepara il tavolo per gli ospiti, perché stasera banchetterò al tuo fianco”.

Il decurione della IX Legione non ha nessuna possibilità di sfuggire ai quattro guerrieri britanni che lo stanno raggiungendo al galoppo. Appiedato ed esausto, è certo di non farcela ma vuole vendere cara la pelle e stringe l’unica arma, il corto pugio. Quel romano è Cassus, il protagonista del nuovo titolo della saga Il trionfo dell’impero, dello scrittore gallese K.M. Ashman: L’onore del legionario (Newton Compton, ottobre 2021, 316 pagine, trad. A. Russo). A quanto pare, però, il secondo episodio della serie si direbbe anche l’ultimo, vista la situazione disperata nella Britannia del 44 d.C.

Gli avversari sono guerrieri della feroce tribù dei Siluri. Questi abitanti del Khimrou indossano pantaloni di lana grezza in tartan, calzano stivali morbidi di cuoio al ginocchio e si coprono con un mantello fermato da una spilla, che sfilano rapidamente per combattere a torso nudo, coperti da strani tatuaggi. Anche il volto è segnato da intricati disegni celtici. I capelli lunghi sono intrecciati alle spalle da fili rossi. Maneggiano micidiali archi corti e grandi spade ancora più letali, con lame sporgenti dal paramano e il pomolo rinforzato, per usare l’elsa come una mazza.

Ashman fa sapere tutto questo attraverso lo sguardo senza speranza, ma nonostante tutto fermo, del giovane invasore isolato. Con poche, essenziali battute, lo scrittore britannico conquista i lettori fin dalle pagine iniziali di un romanzo che si annuncia eccitante. Peccato che Cassus stia per terminare i suoi giorni, combattendo coraggiosamente contro i primi inseguitori siluri che lo stanno raggiungendo.
Sono sempre più vicini. Anche l’incontro con gli dei si avvicina, pensa il romano, correndo verso di loro convinto da sempre che l’attacco sia la risorsa migliore.
Con sorpresa li vede esitare. Frenano il galoppo, poi voltano i cavalli e si ritirano a rotta di collo. Cassus è sorpassato da venti cavalieri ausiliari delle Legioni, che inseguono i Siluri con le lance parallele al suolo. Sulle colline sono apparse due coorti di cavalleria batava, guerrieri arruolati nella Gallia germanica.

L’onore del legionario segue La caduta della Britannia (Newton Compton, 2020), ma può essere consumato a prescindere dal romanzo capostipite della saga (The roman chronicles, nella lingua dell’autore), sebbene leggerlo dopo consenta di conoscere meglio i personaggi. Caratteri e personalità sono descritti compiutamente, Ashman non è uno scrittore superficiale per quanto la sua narrativa abbia il merito di filare come un fuso, dritta allo scopo della trama. I protagonisti sono figure credibili, piene di sfaccettature La trilogia terminerà con The Wrath of Boudicca.

Sul declivio, al prefetto sopraggiunto con i cavalieri ausiliari il redivivo si presenta come Cassus Mecilio, decurione della Legio IX Hispana, unico superstite della coorte inviata dal generale Nasica a scortare un prigioniero verso gli accampamenti romani. Era Carataco, re dei Catuvellani e capo della rivolta britanna contro le truppe dell’imperatore Claudio, sbarcate nella grande isola nel 43 d.C., più di un secolo dopo il primo tentativo d’invasione di Cesare.

Sappiamo che Cassus deve la vita a Prydain, l’ex liberto, amico fraterno d’infanzia nella tenuta paterna di Piceno e commilitone nell’esercito di Roma. Il figlio del padrone e il figlio dello schiavo affrancato sono cresciuti insieme. Hanno condiviso l’addestramento militare, combattuto nelle Legioni contro i Germani, ma in Bretagna il quasi fratello è passato dalla parte del nemico e Cassus se l’è ritrovato avversario nello scontro che aveva visto soccombere la sua coorte.
È Prydain che ha intercesso perché venisse risparmiato rispetto agli altri prigionieri e ottenesse un giorno di vantaggio sugli inseguitori, nella fuga dal Khimrou. Deve la vita a un traditore, ma lo odia lo stesso.

Il prefetto ascolta. Chiede se ci siano altri superstiti e accertato che Cassus è l’unico sopravvissuto ordina il suo arresto. Sarà processato per diserzione. Se quanto dichiarato potrà essere considerato vero non avrà niente da temere. Ma se verrà dimostrato che ha disertato, sarà crocifisso davanti alla Legione. Deciderà Nasica.
Si dovrebbe dire qualcosa anche dei protagonisti britanni del romanzo, ma lette le pagine che riguardano Gwydion e la bellissima Gwenno, l’angoscia è tanta che le lasciamo al pubblico di Ashman, a volte spietato nelle descrizioni di duelli e battaglie. Non risparmia crudeltà e pur asettici dettagli sanguinari.

Vediamo nascere una nuova città, l’ancora piccola Londinium, sulle due rive del fiume Thamesas, intorno al forte costruito nel luogo in cui Claudio ha sorpreso e sconfitto Carataco.
Cos’è il Khimrou? Nell’antica Britannia è la Cambria, oggi Galles, regione relativamente montuosa sud orientale. È la terra dei druidi, i potenti sacerdoti celti che hanno fissato la sede di culto nell’isola sacra di Mona. In Cambria dovrà svolgere una difficile missione Vespasiano, trentaseienne legato della Legio Augusta. Ha saputo che un legionario è stato nel Khimrou e ha visto come combattono i Siluri. Vuole quell’uomo con sé, come guida.

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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: L’onore del legionario. Il trionfo dell’impero

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