Il respiro della laguna di Alberto Ongaro

Alberto Ongaro, classe 1925, un nome, una certezza nel vasto panorama dell’editoria italiana. Ora torna in libreria con “Il respiro della laguna”, un libro di sicuro e certo fascino, con due protagonisti assoluti: la laguna di Venezia e Damiano Zaguri, capo della Squadra Anticrimine.

Un reato intollerabile oscura la città: il rapimento di un bambino in tenera età, Francesco, e l’uccisione, brutale e violenta, del suo papà. Ma qualcosa non torna: nessuna richiesta di riscatto e la famiglia del rapito non è così ricca da giustificarne il rapimento. C’è dell’altro, ma cosa? Sarà il ritrovamento casuale di un talismano a dissipare le nebbie. Una storia semplice, lineare, dove si respira “una tensione che vibra l’aria della città”. Damiano Zaguri è un personaggio nobile, insolito, abituato a confidarsi con il quadro di un suo antenato, Gerolamo Zaguri, di nobile lignaggio, che sente affine a lui, alla sua personalità. Infatti

“si diceva che quel quadro avesse suggestionato l’ultimo degli Zaguri in modo tale, e fin dalla tenera età, da convincerlo a seguire le orme del suo illustre predecessore”.

Damiano soffre di insonnia, per cui “la notte è il silenzio che mi tiene sveglio”, afferma.
E poi Venezia, Venezia è speciale, ha ragione quel vecchio col cappello di paglia e gli occhiali da sole che afferma :

“La leggenda della laguna come essere umano. I segni, i presagi, il castigo imminente. (…) Ci sono certi luoghi, come Venezia, ad esempio che sembrano parlare, che sembrano essere dotate di…, di…, di… Una certa magia!”.

Quindi tra profezie oscure, il fascino maledetto di una indovina, denominata Natalina Eterno, che sa troppe cose e le manipola a proprio piacimento, gli abitanti della Baia del Re, le calli veneziane, il testo ordisce una propria tela, intrigante e magica. Un libro dal sapore un po’ rétro, dei tempi andati, che l’autore ha saputo tratteggiare con abile maestria, tale da renderlo perfetto e comunque sempre attuale. Un’affascinante e magica lettura!