Il regno di Op
- Autore: Paola Natalicchio
- Genere: Storie vere
- Anno di pubblicazione: 2012
Storie incredibili dei bambini invincibili di Oncologia pediatrica
Ci sono modi e modi di far piangere con i libri. Ne cito due soltanto, antitetici tra loro: quello sterile, che si rifà ai mezzucci da bassa narrativa rosa e/o pulp, e quello dei libri “necessari”, i libri con un’anima e un corpo, santi e benedetti, dalla prima all’ultima parola.
Ho resistito un’ottantina di pagine - ammaliato dal ritmo delle parole di Paola Natalicchio - prima di arrendermi alla commozione. Poi non ho retto al climax della morte di Bernardo, uno dei “bambini-soldato” nei gironi del dolore dell’Oncologia Pediatrica dell’ospedale Gemelli di Roma, uno dei “bambini invincibili” (come recita il sottotitolo del libro) che però non ce l’ha fatta. Di loro e, tra le righe, di diverso altro ancora, racconta “Il Regno di OP” (edizioni la meridiana, 2012).
Titolo e disegno di copertina a prima vista sembrano innocui, quasi lievi, da libro per ragazzi: attenti che si tratta di un abbaglio. Le storie comprese nelle sue pagine non appartengono al regno fatato della fantasia perché sono successe e succedono davvero e sanno come prenderti: ti afferrano alla gola e non ti mollano più. Sono racconti crudeli di bimbi ammalati di tumori dai nomi difficili e dei loro medici-maghi che fanno di tutto per sottrarli a un finale altrimenti già scritto. Sono racconti di padri e madri-coraggio, vite sospese tra una seduta e l’altra di chemioterapia. Sono racconti di infanzie comunque interrotte, di banchi di scuola, cortili e palloni abbandonati controvoglia, capelli che cadono, TAC, letti e peluche che dovrebbero convivere soltanto tra le pareti di camerette, trasferiti, invece, nel reparto di un ospedale. Le storie racchiuse dentro lo scrigno segreto di OP sono vere e non tutte spaventose (alcune per fortuna finiscono bene, a cominciare da quella di Angelo, il neonato dell’autrice, sopravvissuto a una neoplasia pediatrica), raccolte e raccontate, di volta in volta, con rispetto, empatia, complicità, pudicizia di stile.
Attenzione che “Il Regno di OP” è molto diverso dal resoconto piagnone-piacione della serie lotta per la vita. Il libro è il ritratto di gruppo di (r)esistenze emblematiche, la comprova, inoltre, di come certe situazioni ti riconducano, vuoi o non vuoi, alla dimensione essenziale delle relazioni, dei valori, delle cose che contano veramente. In ultima analisi: la forma di questa discesa all’inferno e ritorno dal cancro precoce (oggi come oggi il 70% dei bambini-soldato ce la fa) è soffice, distillata, quasi poetica, malgrado i contenuti risultino spesso di peso insostenibile. Un libro difficile, redatto con abnegazione da un’autrice capace di addentrarsi tra gli stati d’animo (propri e altrui) più controversi e di uscirne infine vittoriosa. L’ottima prefazione è di Concita De Gregorio.
Il regno di OP
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Libro che si fa leggere tutto di un fiato. Si passa la nottata in sua compagnia e se ne esce dopo ore sicuramente più maturi. Bravissima l’autrice che pure se direttamente coinvolta non si fa avvolgere dalla sua storia personale e descrive con una lirica emozionante e contestualmente cruda il Regno di OP, fortunatamente sconosciuto ai molti. Brava Paola gran libro.
Caro Mimmo e caro Kikko, sono io a ringraziare voi per questa recensione e per questo commento, che mi fanno sentire pienamente compresa. Che dire? Grazie davvero
E’ vero. Un libro con un’anima. Scritto benissimo, coinvolgente, ed anche commovente. Ci ho messo 4 mesi per finirlo, ma poi l’ho riletto e riletto di nuovo. Sembrava che non me ne potessi più staccare.
letto in due volte....ma solo per riprendere fiato.solo chi passa per questi reparti lo sente fino in fondo!!!complimenti una testimonianza che insegna.