Che cosa serve per crescere, se non la giusta dose di esperienze assorbite e il coraggio di non invecchiare troppo presto? Basterebbe la giusta combinazione alchemica di questi elementi per sentirsi bambini dentro e uomini coriacei fuori, pronti ad affrontare qualunque nuovo mostro interiore o in carne e ossa.
Ad aiutare in questo percorso, a metà fra l’iniziazione e l’avventura, fra l’epica e il fantastico vagabondare dei più piccoli, sono le fiabe che più hanno scavato negli archetipi, rendendoli protagonisti meravigliosi di tutte quelle storie sopravvissute al mutare della storia umana, dei destini collettivi, degli immaginari culturali. Una fra tutte Il meraviglioso mago di Oz, pubblicata da L. Frank Baum in un anno cruciale dell’età moderna, quel 1900 da cui sarebbero derivati attentati e conflitti mondiali, scoperte scientifiche e tragedie di interi popoli, rivoluzioni del pensiero e nuovi equilibri geopolitici.
"Il bambino dei giorni nostri cerca solo il divertimento nelle fiabe", appuntava nell’introduzione l’autore, quando certi fantasmi erano ancora lontani dall’immaginazione dei suoi contemporanei, "e fa felicemente a meno di tutti gli avvenimenti spaventosi", quasi che solo lì, nel tempo di una fiaba da leggere a poco a poco, o da ascoltare raccontata dai più grandi, ci si potesse proteggere da quanto nel mondo stava andando per il peggio.
Eppure, l’arco narrativo che vede protagonista la piccola Dorothy è tutt’altro che innocuo, come ben sa chi è cresciuto in sua compagnia, o l’ha poi conosciuta per vie traverse e suggestive quando non pensava più di imbattersi in lei lungo la strada. La differenza tra la vita reale e la sua vicenda, allora, sta forse piuttosto nella certezza che qualcuno possa prendersi cura di lei, mentre si allontana da casa e va alla scoperta di un Kansas inedito, in cui teste-martello e scimmie con le ali possono convivere nella stessa pagina di un cagnolino di nome Totò.
E se vi sembra di sapere già tutto dello Spaventapasseri o del Leone Codardo, se avete sgualcito i passaggi in cui entra in scena il Taglialegna di Latta o in cui, dopo tanta attesa, la protagonista arriva finalmente alla Città di Smeraldo, è perché il potere della rievocazione si sta dissolvendo e ha bisogno di un aiuto nuovo, di una maniera diversa dal solito per coinvolgere grandi e bambini nel suo universo surreale e imprevedibile.
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Ecco allora che entra in scena un elemento aggiuntivo, una sorpresa ipertestuale, portata in Italia da L’ippocampo grazie al progetto grafico di MinaLima: un’edizione de Il meraviglioso mago di Oz non solo illustrata, ma arricchita da decine di inserti cartotecnici mirabolanti, colorati, raffinati. L’opera diventa così un portale verso altri mondi, sconosciuti perfino nel caso in cui si conoscessero a memoria i 24 capitoli del libro, e si fa forziere dai tesori di carta, scrigno di stupore, conoscenza da collezione.
Dalle foreste al campo di papaveri, virando poi verso sud fino a raggiungere il fragile Paese di Porcellana e poi il Paese dei Grassoni, Dorothy si anima di una vita più tridimensionale, interattiva, per la quale oltre all’attenzione e all’empatia servono la cura delle mani, l’esplorazione visiva, la rara capacità di ammirare senza scappare via da un paragrafo verso il successivo. Un sentiero tortuoso e affascinante che re-insegna il gusto artistico della lentezza, in altri termini, il regalo inestimabile derivato dall’ascolto meditato, capace di farsi strada agevolata per chi muove i primi passi nella lettura e di sciogliere le briglie arrugginite di chi, invece, della lettura ha ormai fatto il proprio stile di vita.
È meraviglioso per davvero, questo mago di Oz, e stavolta nel senso più letterale della parola. Risplende nella traduzione di Luca Lamberti, fa luccicare e rivivere le frasi più celebri del romanzo di formazione che ha inaugurato il XX secolo, incoraggiando in ogni suo aspetto, e fin nei più elaborati dettagli, quel "sano e istintivo amore per le storie fantastiche, prodigiose e palesemente irreali" che sa "rallegrare i cuori dei bambini (e non solo, ndr) più di qualsiasi altra creazione umana".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Il meraviglioso mago di Oz: il classico di L. Frank Baum torna in libreria per L’ippocampo
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