Il cavaliere della rosa di Hugo von Hofmannsthal

"Il cavaliere della rosa" di Hugo von Hofmannsthal è un libretto d’opera di primo Novecento, che racconta una storia d’amore e tradimento ambientata nel 1700.
La Marescialla, donna matura, ama un giovane, che a sua volta la ama, ma è consapevole che lui la lascerà quando incontrerà una donna più giovane.
Durante un convegno amoroso irrompe sulla scena il cugino di lei, il Barone Ochs, che annuncia il suo matrimonio con la giovanissima Sophie, figlia di un mercante malandato di salute, chiaramente un matrimonio di convenienza. Il barone durante la conversazione con la cugina si accorge della presenza di una bella cameriera (che altri non è che l’amante fatto travestire da donna) e la corteggia apertamente.

La Marescialla concede al suo amante di portare la rosa d’argento a Sophie a nome del barone Ochs. Sophie accoglie la rosa, ma s’innamora del portatore e da qui discendono una serie di guai e peripezie che preparano ad un finale pieno di sorprese che non rivelo.
L’opera è leggera, frizzante, persino scabrosa per l’epoca, ma mette in rilievo temi importanti come il passare del tempo, la condizione della donna (Sophie ad esempio dice "io come donna devo appartenere a qualcuno per essere qualcuno"), le barriere sociali.

"Il cavaliere della rosa" è un affresco sicuramente azzeccato della società dell’Antico Regime. La nobiltà trionfante, la borghesia emergente e il popolo ignorante sono rappresentati efficacemente e con personaggi ben delineati.
Le battute veloci ne fanno un’opera tipicamente teatrale, che, all’inizio del 2000, una scrittrice americana, Jean Hanff Korelitz, ha anche trasposto in un romanzo, "Il venditore di rose", sostanzialmente la stessa storia opportunamente ammodernata con esiti inferiori, ma che ci fa capire la vitalità del racconto.
Da consigliare a chi ama l’opera.