Il cadavere di Nino Sciarra non è ancora stato trovato
- Autore: Davide Morganti
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Se a un lettore avessero chiesto di entrare in una casa a cercare un cadavere non ancora trovato, la richiesta lo avrebbe fatto semplicemente rabbrividire e senza alcuna esitazione avrebbe rifiutato. Sono certa, però, che, dopo aver conosciuto il protagonista dell’ultimo libro di Davide Morganti e ascoltato quanto gli accade in una grande villa a Lago Patria, forse ci penserebbe due volte e il suo no non sarebbe così secco.
Immagino, caro il mio lettore compulsivo, che ti starai chiedendo il perché, secondo me, ti sarebbe piaciuto essere il protagonista di “Il cadavere di Nino Sciarra non è ancora stato trovato”, ma visto che tale fortuna non è toccata a te, non esitare a tuffarti in quelle 112 pagine edite da Wojtek e di scoprire l’arcano.
I due fratelli Sciarra, di origine siciliana, si sono trasferiti a Napoli e hanno vissuto nella villa di cui ti ho accennato prima. Non sappiamo molto altro di loro, se non che uno dei due era cieco e l’altro gli leggeva dei libri. Sono entrambi morti: un corpo è stato trovato sotto la finestra, tra un mobile e pile di giornali, quello di Nino non ancora, perciò a un uomo, di cui l’autore non ci svela alcun particolare, è stato affidato il compito di cercarlo nella grande villa, nelle numerose stanze avvolte dal buio, tra migliaia di oggetti accumulati negli anni e sparsi ovunque e soprattutto fra colonne di libri che sembrano star lì con la speranza di essere notati, presi e riportati alla luce.
E mentre si muove dall’atrio, nei diversi vani, passando per la cantina, il protagonista scopre di non avere a che fare con la morte, ma con la lunga vita di una letteratura dimenticata dai più a cui, forse, proprio il corpo di Nino Sciarra, scomparendo, vuole dare una seconda possibilità. Un patrimonio culturale e letterario lasciato in donazione a un’umanità troppo presa a dimenticare, a camminare nei luoghi illuminati, senza essere in grado di guardare attraverso l’oscurità, di ascoltare le voci taciute, di fermarsi a vedere dove è inciampato. E il libro di Morganti è un incedere in un luogo privo di luce, dove gli occhi dell’io narrante imparano a scegliere ciò che vale la pena vedere e riescono persino a leggere libri, che gemono afflitti dalla solitudine.
Non hanno tregua, nemmeno implorano, solo emettono un lamento lungo che non mi dà pace; da quando sono entrato le loro voci sono aumentate: vogliono essere letti, presi in mano, sfogliati; non lo fa più nessuno.
I libri chiamano in questa opera di Morganti, che ci guida, da grande cicerone, nel mondo della letteratura dell’Italia di un tempo, invitandoci ad ascoltare, fra i tanti, la scrittura delicata e potente di Nedda Falzolgher, o i libri di Coccioli, che hanno forza e tepore, sofferenza e ribellione; o il raffinato scrittore catanese, Enzo Marangolo; oppure ancora la punta aguzza, la scrittura tesa, nervosa, decisa di Giovanni Amedeo. Fino a farci provare la pena di un lettore commosso per un libro con pagine strappate o copertine rotte. E stanza dopo stanza, come il personaggio nato dalla penna dello scrittore e giornalista napoletano, dimentichiamo di essere lì per cercare un cadavere, perché assorbiti dalla vita che si respira fra quelle:
parole che sono state per troppo tempo in solitudine, imparando a fare a meno degli occhi e della voce degli uomini.
Fino a capire, però, che serve a noi, ancora oggi, tendere l’orecchio verso quell’alta letteratura coperta dagli anni e dall’umidità per risvegliare lo spirito critico e prendere fra le mani dei veri capolavori di audacia e idee, invece di accontentarci di pagine che volano via senza farci uscire dall’ombra del nostro essere ed esistere.
Non ti svelerò, caro il mio lettore, se e dove sarà ritrovato il cadavere di Nino Sciarra, di cui conosciamo quasi niente, ma che incontriamo nei libri custoditi nella sua immensa villa e che sono (forse) i veri protagonisti di questo prezioso libello, cassaforte e nel contempo gioiello di vera letteratura.
Il cadavere di Nino Sciarra non è ancora stato trovato
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