Giorgos Seferis cantò la storia, attraverso la voce delle sue rovine. Le liriche del poeta greco danno parola al marmo che trattenne le memorie delle epoche che furono, sussurri e grida, lamenti e segreti; alle pietre che attraversarono i secoli, portatrici di una promessa tenace e inestinguibile di eternità; alle colonne, simbolo del mito, da attraversare per mare per varcare i confini dell’ignoto, perpetui viaggiatori in cerca di un senso, come Ulisse dal multiforme ingegno.
Moriva il 20 settembre 1971 Giorgos Seferis, uno dei maggiori poeti Greci moderni insieme a Costantino Kavafis e Ghiannis Ritsos. Proprio come Kavafis e Ritsos, Seferis era un moderno dalla voce antica, un “naufrago del tempo” che seppe fare tesoro del privilegio umano della memoria traducendolo in una poesia ermetica capace di fare luce nell’oblio.
Chi era Giorgos Seferis, il poeta greco Premio Nobel
Quando fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1963, Giorgos Seferis ringraziò l’Accademia di Svezia con un discorso commovente in cui affermava che avevano premiato un “Nessuno”, naturalmente da intendere nel senso omerico del termine. Il suo memorabile discorso iniziava così:
Nel momento in cui vi parlo mi sento una contraddizione vivente.
Seferis poneva l’accento sulla sua lingua - una lingua famosa nei secoli, ma non diffusa nella forma attuale - e, in seguito, la estendeva a un intero pensiero, facendo dell’ermetica lingua greca l’origine della cultura occidentale.
“Io appartengo a un piccolo paese, un promontorio roccioso nel Mediterraneo.”
Proseguiva Seferis, con falsa modestia, utilizzando una retorica antica: presto avrebbe trasformato quel “piccolo paese” in un regno di imperitura grandezza. Da quel “piccolo paese” infatti, aggiungeva Seferis, proveniva una tradizione immensa diffusa proprio attraverso la sua lingua. La tradizione greca ha forgiato l’amore per l’umano e per la giustizia, possiamo dunque considerarla la patria d’elezione dell’umanità, ciò che ha dato fondamento all’Umanesimo da intendersi non come corrente artistica, ma nel senso più pieno e necessario del termine. La grandezza della Grecia eternamente risorge nella tragedia classica di Sofocle, Eschilo, Euripide, nelle figure mitologiche dei Ciclopi, delle Erinni, delle Amazzoni, nelle sentenze proclamate dal filosofo Eraclito, fondatore della teoria del Panta Rei.
La poesia che trova la sua culla nella Grecia antica e affonda le sue radici nel “respiro umano” e si manifesta, eternamente, come “un atto di fiducia”. La Grecia rappresentava la patria stessa della poesia e il suo poeta ne tramandava la voce.
Nel finale del suo trionfale discorso alla cerimonia del Premio Nobel infatti Giorgos Seferis concluse che la soluzione all’enigma della Sfinge fu “L’uomo”. Ed è quindi sempre necessario partire da lì, dall’umano.
Giorgos Seferis: vita e migliori poesie
Link affiliato
Giorgos Seferis (il suo vero nome era Giorgos Seferiadis, Ndr), nato a Smirne in Turchia il 13 maggio del 1900, fu un uomo errante, condannato a un perenne nomadismo: studiò legge a Parigi, divenne diplomatico, viaggiò per gran parte della sua vita tra la Grecia, l’Inghilterra e il Medio Oriente. A Londra conobbe i migliori letterati del tempo, tra cui Thomas Eliot, da cui si lasciò ispirare e di cui divenne amico. Pubblicò la sua prima raccolta di poesie, dal titolo La svolta, nel 1931, in quei versi si riverberava l’eco dell’evento traumatico che aveva segnato, senza ritorno, la sua vita, ovvero la Catastrofe dell’Asia minore, la disfatta greco-turca che, nel 1922, comportò la distruzione della città di Smirne e condusse le comunità greche ad abbandonare l’Anatolia. La poesia di Seferis è, con ogni probabilità, figlia di quel trauma, del dolore di non avere più una patria che il poeta cercò ostinatamente di ricucire o risanare attraverso la sua poetica densa di simboli millenari.
Nelle sue poesie rivive il mito della classicità, l’arcaico viene ammantato di un modernismo inatteso che ci consente di leggerlo attraverso una nuova consapevolezza.
Tra le sue poesie più famose troviamo Efeso, La luce, Ho lasciato, tutte tese a indagare il rapporto tra presente e passato, l’imperituro enigma della memoria che è, al contempo, tradimento e salvezza.
Tutto che amai s’è perso con le case
che l’altra estate erano nuove, e sono
dirupate nel vento dell’autunno.
La poetica di Giorgos Seferis: le caratteristiche tra mito e storia
La condizione dell’erranza accompagnerà Giorgos Seferis per tutta la vita e lui ne fece la propria stella polare, attraverso l’incessante interrogazione al destino contenuta nei suoi versi. Tutta la poesia greca è un tentativo, inesausto, di definire un’idea di destino. E Seferis non è da meno, fa delle parole una bussola utile a orientarsi nel buio.
Il poeta greco interroga il futuro dalle profondità della Storia: il suo lirismo è intessuto di rovine, statue e pietre che si fanno custodi del mito.
Il paesaggio della Grecia raccontato da Seferis è intessuto di classicità, abitato di figure segrete della mitologia, quali le Erinni e la Gorgone, e della tragedia, come Eteocle e Polinice:
Luce angelica e nera,
risa di onde sulle vie del mare aperto,
risa lacrimose,
il vecchio supplice ti vede
mentre varca il lastricato invisibile
luce riflessa nel suo sangue
che ha generato Eteocle e Polinice.
La poesia è utile, secondo Seferis, nel sancire questo dialogo, nello stabilire un continuum significativo con il passato. Le rovine parlano, nelle poesie dell’autore greco, non sono mai mute: questo perché la Storia non cessa mai di dire, è un filo rosso che ci ricongiunge con la più acuta percezione dell’umano e, così facendo, si rende testimone di un ideale.
Parlandoci del passato, Giorgos Seferis ci narra del presente, di un “presente eterno” che vive nell’inesausta avventura compiuta da ogni uomo attraverso il mare periglioso della vita. Un mondo di terra e di mare, dove si avvera la catarsi dell’umano.
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Giorgos Seferis: vita e opere del poeta greco che seppe riscrivere il mito
Naviga per parole chiave
Approfondimenti su libri... e non solo Giorgos Seferis News Libri Storia della letteratura
Lascia il tuo commento