Fino al 25 dicembre nella dimora nobiliare alle porte di Torino, gestita dalla Fondazione Cosso, prende vita un percorso d’arte dedicato alla carriera artistica di Giorgio Griffa: il maestro, esponente internazionale della pittura contemporanea, reinterpreta parco e antiche sale in un dialogo tra arte e poesia, tra musica e letteratura. Le sue opere conservano richiami ad Eugenio Montale e al paesaggista e scrittore Paolo Pejrone che a Miradolo ha recuperato storia e vocazione dell’antico orto.
Sarà una lunga estate dedicata all’arte quella che si prepara al Castello di Miradolo. L’occasione è di quelle da cifra tonda: gli oltre 50 anni di attività del pittore Giorgio Griffa, esponente di spicco della pittura contemporanea, nominato “Artista dell’anno 2024” da Il Giornale dell’Arte. Per l’occasione l’antica dimora piemontese, recuperata e gestita dalla Fondazione Cosso, si trasforma e dà vita a una mostra che raccoglie il lavoro di un’intera carriera, mischiando pittura, musica e rimandi letterari.
Nasce così un progetto variegato e multiforme, con una sezione ispirata a Eugenio Montale, poeta e, come amava definirsi, “Pittore della domenica”.
Giorgio Griffa e l’arte ispirata a Montale
Definire mostra quella che, avviata il 25 marzo, proseguirà fino al 25 dicembre, è improprio. Riduttivo perfino. Lo si intuisce fin dal titolo: Giorgio Griffa. Una linea, Montale e qualcos’altro.
Si tratta piuttosto di un vero e proprio itinerario che reinterpreta e ripensa l’intero castello, coinvolgendo interni ed esterni attraverso lo scorrere delle stagioni. E sfidando i visitatori a creare un percorso di vista personalizzato, fatto di emozioni e suggestioni.
Si dice dei luoghi che conservino l’impronta di chi li ha abitati. Una teoria particolarmente adatta a questo antico castello che da secoli è scrigno di arte e sapere. Oltre che di bellezza.
Ecco allora che Giorgio Griffa vi si inserisce in maniera sapiente, creando anche alcune opere appositamente per l’evento, prodotto dalla collaborazione di “Fondazione Cosso” e “Fondazione Giorgio Griffa”, curato da Giulio Caresio e Roberto Galimberti.
Montale e la sua arte povera
Montale è scelta quasi obbligata. Per le affinità che Griffa avverte con il suo modo di fare arte e di interpretare il mondo. E per la sensibilità dei versi immortali. Al poeta sono dedicate le tele trasparenti con il loro corredo di segni che nei prossimi mesi abiteranno gli spazi dell’atelier della contessa Sofia di Bricherasio.
Inizia con lei il legame indissolubile tra il castello e il mondo dell’arte: pittrice, mecenate, filantropa, ad inizio 900 trasforma Miradolo in cenacolo della pittura torinese. Il suo atelier è un luogo vissuto e vitale: laboratorio di pittura, luogo creativo caro, cucina e infine spazio per il convivio. Oggi torna a essere casa di tele impalpabili, parti di un ciclo pittorico iniziato da Griffa negli anni ‘80, dove i versi di Montale diventano segni e scandiscono tempo e spazio, a suggerire quasi il rapporto simbiotico creato a distanza tra il pittore torinese e il poeta ligure.
Il ponte è la poesia intitolata Arte povera in cui, nel 1971, con sublime ironia Montale illustra la sua arte. Una creatività fatta di materiali spesso riciclati: niente tele, ma cartoncino di recupero e carta da pacchi. E poi colori a olio, ma anche vino, cenere e dentifricio a disegnare paesaggi, animali, nature morte.
Sono i ritratti delle piccole cose della vita, le stesse immortalate dalla sua poesia. Come spiega lo stesso Montale:
Ho bisogno di materiale volgare. Il candore della tela mi spaventa.
Su quella linea si instaura l’affinità, il legame tra artisti. È un dialogo a distanza quello che si svolge tra le antiche mura di una dimora nobiliare torinese, sorvegliato dalla contessa Sofia, genius loci benigno ed ispirato.
La mostra di Giorgio Griffa: da Montale alle linee
La mostra però è molto altro: un universo di suggestioni dirette in maniera sapiente da Griffa. Ci sono le tele monumentali del 2023 appese agli alberi del parco: intitolate Sei colori si arricchiranno dei segni prodotti dal tempo, umidità, pioggia, neve.
Poco oltre Una linea frammentata di ceramiche bianche e blu collega una farnia caduta al castello. E poi il ciclo Canone Aureo 980 che comprende 18 tele ospitate nella serra e realizzate nel 2000: sono riferimento al viaggio verso l’ignoto e al superamento della mera ragione che rappresenta il metodo di indagine proprio dell’arte.
Nelle sale degli interni i lavori in cornice su carta e tela attraversano decenni e cicli creativi. Al primo piano ci sono i Bianchi, le tele dipinte di bianco degli anni ’80 immerse nella luce verde proveniente dal parco esterno.
I frammenti di Griffa dedicati a Paolo Pejrone
Ancora, a sorpresa, le sale interne conservano un ulteriore richiamo letterario. Il castello ospita Venti frammenti: si tratta di un ritorno per le 20 porzioni di tela diverse per natura e per forma, dipinte nel 1980 da Giorgio Griffa e installate a Miradolo nel 2021 in occasione della mostra Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone. L’architetto paesaggista, autore di numerosi libri quali La pazienza del giardiniere (Einaudi, 2013) e In giardino non si è mai soli. Diario di un giardiniere curioso (Feltrinelli, 2005), è un’altra presenza irrinunciabile per il castello.
Paolo Pejrone è l’uomo che ha messo mano al complesso e delicatissimo restauro dell’orto diffuso e dell’ermo colle dell’Infinito leopardiano a Recanati. A Miradolo il suo intervento ha ridato vita e fascino all’orto del castello in un’opera di recupero della storia e della vocazione stessa del luogo, condivisa dal vice presidente della Fondazione Cosso Paola Eynard.
Sembra così non avere confini il dialogo tra interno ed esterni, tra passato e presente. E non poteva mancare la musica che fa da sfondo e accompagna l’osservatore completando la visita, grazie all’installazione sonora del progetto artistico Avant-dernière pensée: un omaggio al percorso artistico di Giorgio Griffa che rimane unico, al di fuori di una corrente specifica.
Ma sempre vissuto con coerenza e continuità, vitalità e poesia.
La mostra sarà visitabile secondo i seguenti orari: sabato, domenica e lunedì dalle 10 alle 19.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: “Giorgio Griffa. Una linea, Montale e qualcos’altro”: la mostra al castello di Miradolo in Piemonte
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