

A Tahiti potrò ascoltare, nel silenzio delle belle notti tropicali, la dolce musica sussurrante degli slanci del mio cuore in amorosa armonia con gli esseri misteriosi che mi saranno attorno. Finalmente libero, senza preoccupazioni di denaro, potrò amare, cantare e morire.
Lo scrive Paul Gauguin in una lettera indirizzata alla moglie Mette, prima della partenza per i mari del Sud. Quel viaggio, che è insieme evasione e ricerca, lo farà davvero nel 1891. Di ritorno a Parigi dalla Polinesia francese, realizza un memoir pubblicato due anni dopo. Il libro diventa una mostra intitolata Il diario di Noa Noa e altre avventure, ospite nel Museo Storico Nazionale d’Artiglieria dell’Esercito Italiano - Mastio della Cittadella a Torino fino al 29 giugno. Un misto di arte e scrittura per raccontare l’universo polinesiano dell’artista, tra sogno, mito e rivoluzione pittorica.
Quadri e taccuini privati: il racconto del viaggio di Gauguin
Promossa da Navigare Srl su iniziativa del Ministero della Difesa, con il patrocinio di Regione Piemonte e Città di Torino, la mostra curata da Vincenzo Sanfo conta su prestiti e collaborazioni con numerose gallerie internazionali per un totale di 160 opere.
Ci sono i quadri, dunque, ma anche le tracce dei rapporti con la società e il mondo pittorico di fine Ottocento. Un’esplorazione dell’universo privatissimo di un grande artista prestato alla scrittura, che passa anche attraverso i taccuini privati dove Gauguin esegue schizzi e prende appunti, segnando cessioni, vendite e scambi di quadri in una sorta di contabilità artistica, che racconta molto di lui e dei suoi contemporanei. E poi 45 opere dei pittori coevi, tra cui spiccano Vincent Van Gogh, Jean-Francois Millet e Emile Bernard.
Il diario di Gauguin come testamento artistico


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Ma ci sono soprattutto le 23 xilografie che illustrano le pagine scritte del Diario di Noa Noa, una sorta di testamento artistico e racconto intimo che unisce alla potenza dell’immagine la parola scritta, nel tentativo di rendere appieno un’esperienza totalizzante. Si tratta del viaggio di un uomo che sfugge alle pressioni della società contemporanea. La Francia gli sta stretta; ma all’arrivo nella Polinesia francese lo attende la disillusione. Invece dello sperato ritorno alle radici, alla natura incontaminata, Gauguin scopre che l’Europa che lui fugge è arrivata anche qui e sembra aver contaminato ogni cosa.
Ma poi giorno dopo giorno inizia il percorso di immersione nella tradizione, nel mito locale, fino a una comprensione più profonda degli abitanti di Tahiti e a un cambiamento nella stessa poetica dell’artista. Per riuscirci, Gauguin passa attraverso la rinuncia alle abitudini, alle comodità. Papeete, raggiunta dopo sessantatré giorni di viaggio, è troppo influenzata dall’Occidente, così si sposta in una zona più isolata e sceglie di vivere in una capanna tra i nativi.
Il diario non nasconde difficoltà elementari come il procurarsi il cibo, la scarsa conoscenza della lingua che rende complicate le comunicazioni con i residenti e la solitudine dei primi tempi. Ma regala anche pagine di irripetibile bellezza:
Silenzio! Sto imparando a conoscere il silenzio delle notti di Tahiti. In questo silenzio non sento nulla tranne il battito del mio cuore.
E la conseguente influenza sullo stile pittorico che non tarda a manifestarsi. Nascono i primi ritratti degli abitanti dell’isola: le figure femminili consegnate alla storia in un misto di grazia e fascino primigenio.
Allo stesso tempo, era così facile dipingere le cose come le vedevo; mettere senza uno speciale calcolo un rosso vicino ad un blu. Le figure dorate nei ruscelli e sul bagnasciuga mi incantavano.
Noa Noa (che in tahitiano significa profumo) è resoconto di un’avventura umana e artistica incredibile: il pittore, che cerca l’incontro con la natura inviolata, finisce per scoprire molto su di sé. E scrive il potente manifesto di una nuova visione dell’altro:
Come loro erano per me, così io per per loro, un oggetto di osservazione, un motivo di stupore, uno per cui ogni cosa era nuova, uno che ignorava tutto. Perché io non conoscevo la loro lingua, né i loro costumi, neppure le operazioni più semplici, più necessarie. Come ciascuno di loro era un selvaggio per me, così io ero un selvaggio per ciascuno di loro. E chi di noi era in errore?
Il diario fa scalpore tra i contemporanei: la modernissima Parigi entra così in contatto per la prima volta con un universo lontanissimo e affascinante. Al sospetto iniziale per una cultura ritenuta primitiva, si sostituiscono la curiosità e la fascinazione per un sapere ancestrale che ha conquistato il più moderno dei pittori.
La mostra: orari e date
La mostra è visitabile dal 1 marzo al 29 giugno, secondo il seguente orario:
- dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30;
- sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30;
- lunedì chiuso.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Gauguin a Tahiti: la mostra torinese sulla magia del viaggio
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