Chi è Elizabeth Gaskell?
Figlia di un pastore protestante e poi moglie di un uomo attivo nel sociale, Elizabeth Gaskell, nata Stevenson, è una delle esponenti minori del romanzo sociale dell’epoca vittoriana.
I più forse non conoscono questa autrice che contemporaneamente è nel novero delle scrittrici donne e degli autori "impegnati" socialmente della sua epoca.
Quando la donna si trasferì a Manchester, centro industriale di primaria importanza, ebbe modo di toccare con mano le condizioni di vita degli operai e l’aria insalubre finì col minare la sua stessa salute.
Il romanzo sociale di Elizabeth Gaskell: "Mary Barton"
Da queste esperienze reali e da un suo naturale anticonformismo, nacque "Mary Barton", scritto in forma anonima e pubblicato nel 1848, un affresco piuttosto crudo e realistico (di stampo positivistico alla Zola anche se antecedente) della vita degli operai di Manchester.
Proprio a causa di tanto realismo, il libro finì con l’essere messo a bando da molte librerie di varie città inglesi ma di conseguenza col dare fama all’autrice che in seguito iniziò a collaborare con Dickens, strinse amicizia con Charlotte Bronte e continuò a pubblicare romanzi anche se di altro argomento.
Nella prima parte, il romanzo "Mary Barton" si concentra in particolare sulla vita di due famiglie di diversa estrazione sociale, i Barton e i Carson, sottolineando le forti discrepanze, mentre nella seconda parte della vicenda l’autrice focalizza la figura di Esther, una donna "caduta" e si sofferma sull’idea della redenzione.
Bello e nuovo il metodo descrittivo usato dall’autrice che, pur applicando la narrazione onnisciente, non è distaccata dai suoi personaggi ma ne fa creature vive e esempi di personaggi reali, inoltre non condanna la prostituta Esther secondo i canoni del suo tempo, ma porta il lettore a simpatizzare con lei e a comprendere i motivi della sua situazione "immorale".
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Elizabeth Gaskell: il romanzo sociale nell’età Vittoriana
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