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Recensioni di libri

Dimmelo adesso di Caterina Falconi

Vallecchi, 2021 - Il bullismo e il connesso tema del cyberbullismo sono i temi principali di questo romanzo, ma le sue colonne portanti sono altre: il calvario della giovinezza che si avvinghia come in un abbraccio fatale all’indifferenza degli adulti, in particolare quelli di riferimento.

Alessandra Piras
Alessandra Piras Pubblicato il 14-07-2021
Dimmelo adesso

Dimmelo adesso

  • Autore: Caterina Falconi
  • Categoria: Narrativa Italiana
  • Anno di pubblicazione: 2021

La scuola si può considerare a tutti gli effetti un vero microcosmo. Personalità variegate che si ritrovano a dividere giorni, mesi e anni, e tutte con determinate e differenti esperienze alle spalle, con una famiglia, quando c’è, e i problemi della vita quotidiana. Ognuno nel proprio difficile ruolo, che sia giovani o adulti.
Angelica è la protagonista di un romanzo dove lo sono tutti protagonisti: il titolo è Dimmelo adesso , di Caterina Falconi, che torna in libreria dopo altri lavori incentrati su infanzia e ruolo femminile, e sui sentimenti e le passioni, stavolta pubblicata da Vallecchi Firenze.

Fa la bidella in una scuola media statale di provincia, Angelica.
Un mestiere chiamato ora con un nome più altisonante: collaboratrice scolastica. Ma la sostanza non cambia. Perché lei è una bidella laureata “che si nutre di letteratura”. Ed è laureata al pari dei docenti, ma non è una pari-grado di questi.
“Niente è più definitivo del rimandare”, dice. Avrebbe voluto fare altro, avrebbe voluto fare di più. “Me lo sarei meritato”, aggiunge. E così le cose prendono il loro corso e il sopravvento su altre:

“Il mio compito è accudire questi muri, l’impianto elettrico, le pareti. Non a caso ho le chiavi di tutte le porte. Io sono la bidella. La custode della scuola. L’anima dell’edificio”.

Intorno gravita, appunto, il suo microcosmo, che racconta con un distacco solo apparente perché sta vivendo un periodo particolare della vita di una donna: quello della menopausa che si avvicina. Non si piace più, vorrebbe essere guardata da un uomo come una volta. C’è la routine di un matrimonio spento dall’inerzia dell’abitudine e un figlio, Michele, di 22 anni, “esotico e bellissimo”, verso il quale non ha mai voluto avere un atteggiamento da mamma apprensiva e perennemente presente. Ma che ora la impensierisce. Lo vede strano ogni volta che torna a casa da Bologna dove studia lettere, i suoi stessi studi, e col sogno di diventare scrittore. Cerca di stanarlo. Si sente responsabile dei dolori del figlio, delle possibili umiliazioni, lui che ama altri uomini, vorrebbe evitargli ulteriori possibili sofferenze:

“Non si dovrebbe imparare a reggere il dolore di un figlio se non lo si è causato quel dolore”.

Fuori da casa c’è un’altra reclusione: quella della scuola. Perché così la vive a causa delle frustrazioni di cui non riesce a liberarsi. Fra studenti teppisti e arroganti e la crudeltà di certi insegnanti che finiscono per creare quel corto circuito che dovrebbero evitare. Allora sfilano come in una tragicommedia Guido Brizzi detto Bestia, personalità dominante, con padre primario ortopedico che tradisce la moglie con la caposala e una madre disperata che si rifugia nel cibo e negli psicofarmaci. Sa di poter fare il bullo, si sente protetto, ma cade anche lui nella stessa fame nervosa della mamma.

Gimmi Italia, figlio del più grande albergo del posto, l’hotel Italia, e Carla, unica ragazza, vittima per il genere a cui appartiene e carnefice allo stesso tempo. Come gli altri, del resto. Non ci sono solo vittime in questa storia né solo carnefici.
Luigi Chiaretta, figlio di una donna dell’est che ha sposato un soldato italiano conosciuto a Belgrado durante la guerra. Un giorno Luigi si prende un pugno in faccia da Mosè David, suo compagno di classe africano d’origine, il quale ha visto ciò che un bambino non dovrebbe mai vedere. Viene chiamato con l’appellativo
di “sporco negro” e si difende come può da angherie e soprusi da parte dei compagni.
Ma il padre di Luigi non difende il figlio, si sente deluso, anzi lo umilia davanti al medico che gli sta suturando la ferita e così il ragazzo lacerato nelle sue convinzioni si chiude in se stesso.

Ultimo fra gli ultimi: Mosè David già citato, che si ritrova in una scuola dove gli altri sono tutti di buona famiglia. Tutti, tranne lui, che abita in un istituto per orfani.
Una narrazione cronachistica, fredda e impietosa come gli orari in cui è scandita, e tuttavia riesce a essere intima. Una voce narrante che si fonde e confonde – per lunghi tratti è una voce ancora più esterna – con la bidella Angelica. Ci si ritrova quasi ingoiati in un racconto lucido, che tenta, senza riuscirci, di giustificare o quantomeno scorgere i motivi delle proprie e altrui mancanze. E infine soprattutto ci sono i sensi di colpa.

Sentimenti che attanagliano le persone impedendo il verificarsi delle tragedie.
Il bullismo e il connesso tema del cyber bullismo sono i temi principali di Dimmelo adesso, ma le sue colonne portanti sono altre: il calvario della giovinezza che si avvinghia come in un abbraccio fatale all’indifferenza degli adulti, in particolare quelli di riferimento. Un romanzo sociale a impatto e risvolto psicologico. Dimmelo adesso perché si dovrebbe farlo subito: osservare e non soltanto vedere, avere cura, senza per questo essere esperti analisti o psichiatri. Semplicemente non voltarsi dall’altra parte. Per questo si può definire una lettura doverosa per chi svolge il delicato (e per niente facile) compito di educatore.

Dimmelo adesso

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© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Dimmelo adesso

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