SoloLibri.net
  • News
    • News dal mondo dei libri
    • Ultime uscite in libreria
    • Concorsi e premi letterari
    • Fiere del libro e festival letterari
    • Dal libro al film
    • Ti presento i miei... libri
  • Recensioni
    • Recensioni di libri
    • Novità libri
    • Uno scrittore ci racconta un libro...
    • Indice libri - autori - editori
  • Rubriche
    • Approfondimenti
    • Libri da leggere e regalare
    • Storia della letteratura
    • Consigli per scrittori
    • Come si scrive?
    • Parole, proverbi e modi di dire
    • Aforismi e frasi celebri
    • Lavoro con i libri...
  • Speciale Scuola
    • News scuola
    • Esame di maturità
    • Università
  • Chi siamo
  • Collabora
    • Scrivi una recensione
    • Diventa un collaboratore
    • Scrittore? Promuoviti con noi

CONTINUA A SEGUIRCI

Facebook Twitter Instagra, Flipboard Google News RSS

Storia della letteratura

"Digitale purpurea": analisi e commento della poesia di Pascoli

"Digitale purpurea" è una delle poesie più famose dei "Poemetti" di Giovanni Pascoli. Com'è strutturata? Cosa significano i versi e cosa rappresenta il fiore della digitale? Scopriamolo insieme.

Eleonora Daniel
Eleonora Daniel Pubblicato il 24-03-2020
"Digitale purpurea": analisi e commento della poesia di Pascoli

La poesia Digitale purpurea appartiene alla raccolta di Giovanni Pascoli I poemetti, pubblicata per la prima volta nel 1897.
I poemetti si aprono con un’epigrafe tratta da Virgilio, "Paulo maiora" ("paulo maiora canamus" scrive il poeta latino nel quarto libro delle Egloghe). Poetiamo con uno stile più alto: questo il significato dell’espressione come la intende Pascoli ponendola a inizio volume.
Rispetto alla raccolta Mirycae, infatti, I poemetti sono componimenti più estesi (sono poemetti, appunto), hanno un andamento prevalentemente narrativo e un verso più disteso (molto spesso sono composti in terzine dantesche).
Con Italy, Digitale purpurea è tra i testi più famosi della raccolta: scopriamo insieme come si struttura metricamente, di cosa narra e cosa significa.

Digitale purpurea: struttura metrica

La poesia è composta da 75 versi divisi in terzine dantesche (strofe composte da tre endecasillabi a rima incatenata, ABA-BCB ecc.). Moltissimi gli enjambement, che creano alla lettura un senso di attesa frammentata: numerosi si collocano tra soggetto e verbo o tra verbo e complemento oggetto (sono tra le spezzature più pesanti), es. "non lo ricordi / quell’orto chiuso?" vv. 11-12).

Digitale purpurea: di cosa parla?

Il poemetto riporta dell’incontro tra due amiche, la bionda Maria e la bruna Rachele, che ricordano insieme gli anni della loro infanzia trascorsi in un convento. Maria è ispirata a Maria Pascoli, sorella di Giovanni (con cui il poeta vivrà fino alla morte, nel tentativo di ristabilire il nido familiare andato in frantumi dopo la morte del padre), e ha un ruolo prevalentemente di spettatrice; sarà Rachele ad avere lo sconcertante coraggio di lanciarsi verso l’ignoto e a confessarlo, dopo anni, all’amica.


Sembra che lo spunto per la composizione del testo nasca proprio da un racconto fatto da Maria: molti anni prima, le suore le avevano vietato di respirare il profumo di una pianta dai fiori rossi, creduta velenosissima (in realtà, la digitale purpurea è sì velenosa, ma solo in elevatissime concentrazioni). Nello svolgersi di versi, il fiore diventerà simbolo della trasgressione e della pulsione erotica.
Proprio da questo fiore, la digitalis purpurea, prende nome il componimento.

La poesia si divide in tre parti

  • Prima parte:
    Le due protagoniste ricordano insieme gli anni trascorsi in convento. Sono "piccoli anni così dolci al cuore" (v. 10), ma subito coperti da un alone di cupezza: vengono ricordati "i rovi con le more" (v. 12), i canti misteriosi degli uccelli, e il "fior di...? / morte" (vv. 15-16), la digitale purpurea, a cui non avvicinarsi assolutamente perché emana un intenso odore che causa la morte.
  • Seconda parte:
    Solo dopo aver citato il fiore, le due riescono davvero a vedere ("vedono" è l’anafora che apre le prime due terzine di questa sezione, vv. 26 e 29), vicinissimo, quanto fino a quel momento evocato: ricordano la quotidianità del convento, le visite dei parenti, l’aria satura di incenso, le continue litanie. Anche la seconda sezione si chiude con l’immagine della digitale purpurea, i cui fiori vengono umanizzati ("dita / spruzzolate di sangue, dita umane" vv. 48-49).
  • Terza parte:
    Rachele, con grande stupore di Maria, scoppia in lacrime e confessa di aver sfidato la paura e il divieto e di essersi avvicinata al fiore, che, ribadisce l’ultimo verso, porta alla morte.

Digitale purpurea: analisi e temi principali

L’atmosfera che caratterizza il componimento è inquieta e sensuale (decadente), ricca di suggestioni uditive, visive e olfattive (l’incenso, le litanie delle suore e il canto degli uccelli, il giallo sole, il verde dei campi, il bianco delle vesti, il rosso del sangue).
L’intenso profumo emanato dalla digitale purpurea è simbolo della pulsione erotica e di un complicatissimo rapporto con l’amore e la carnalità che caratterizza la vita di Pascoli: l’odore non è solo forte e dolcissimo, ma mortale. In questi termini, che la trasgressione si collochi su un piano puramente onirico o che Rachele abbia fisicamente accolto la carnalità risulta di secondaria importanza.
Non è un caso che fra la bionda, modesta e ingenua Maria e la bruna e scintillante Rachele sia proprio la seconda a cogliere il fiore, aprendosi alla trasgressione, all’amore e alla vita.

Il componimento è caratterizzato da alcune opposizioni molto forti.

  • La prima riguarda quella tra innocenza infantile e ardore sensuale: Maria è tutta innocenza ("esile e bionda, semplice di vesti / e di sguardi" v. 2); Rachele, "esile e bruna" invece è ardente (i suoi occhi "ardono" v. 5).
  • La seconda è interna alla natura: l’esempio più importante è quello che dà il nome al componimento. La digitale purpurea ha un profumo dolcissimo ed è presentato come molto bello, ma nella sua forma ricorda delle dita insanguinate. È un fiore ambiguo, che strega, chiama a sé. È bellissimo, come tutta la natura, ma di una bellezza angosciante e misteriosa (come angosciante è il verso dell’assiuolo in L’assiuolo o i fiori del gelsomino in Il gelsomino notturno, con cui Digitale purpurea condivide anche parte dei temi).
  • La terza, che è strettamente legata alla seconda e si colloca su un piano ancora più profondo, è quella legata all’eros: l’amore da cui Pascoli è tanto attratto è lo stesso che il poeta censura e che teme; a questo amore, Pascoli preferirà la costruzione di un rifugio domestico, con una figura femminile domestica, madre, sorella.
Facebook
Twitter
Linkedin
Flipboard
Whats app
email

© Riproduzione riservata SoloLibri.net

Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "Digitale purpurea": analisi e commento della poesia di Pascoli

Naviga per parole chiave

Approfondimenti su libri... e non solo Storia della letteratura Giovanni Pascoli

Lascia il tuo commento

Segui Sololibri sui social

Facebook Twitter Instagram Flipboard Google News Youtube

Segui Sololibri sui social

Facebook Google News Instagram Twitter Youtube Flipboard

Tutte le Recensioni e le novità dal mondo dei libri nella tua casella email!

ISCRIVITI SUBITO
Ami leggere?

Seguici, commenta le recensioni e consiglia i libri migliori da leggere

Novità libri

Scrivi una recensione

Diventa un collaboratore

Sei uno scrittore?

Segui i nostri consigli e promuovi il tuo libro gratis con Sololibri.net

Consigli per scrittori

Ti presento i miei... libri

Uno scrittore ci racconta un libro

Link utili

Informazioni generali

Condizioni di pubblicazione

Privacy

Preferenze pubblicità

Chi siamo

Segui Sololibri sui social

Pagina Facebook Profilo Twitter Profilo Instagram Flipboard Google News Youtube Telegram RSS

Sololibri.net / New Com Web srls
C.F./P.Iva 13586351002